lunedì 19 marzo 2012

Root beer



 I post di Mianna sulla Coca Cola mi hanno fatto tornare alla mente un dessert buonisimo che ho mangiato l'anno scorso alla festa per i 90 anni di mia zia Mary, in California. Era un root beer float, cioè del gelato alla vaniglia su cui era stata versata della soda alla root beer. Non avevo mai assaggiato prima questa bibita, perchè pensavo fosse alcoolica, dato che si chiama beer. Invece no! E il sapore mi è piaciuto moltissimo. Un gusto che potrei definire con una sola parola: Americano. Senza peraltro saper spiegare cosa intendo per "americano"....Per capire bisognerebbe proprio provare. Comunque, incuriosita, ho chiesto informazioni al mio amico Maxi, che, vivendo negli USA, sa bene di che cosa parlo.
Così mi dice Maxi:

Cent'anni fa, sia in Italia che in America, ogni farmacia  produceva i propri ristorativi, di solito amari che facilitano la    digestione. In America, dove molti gruppi religiosi erano astemi, questi amari (tonics) erano venduti anche in versione non-alcolica e  detti "soft" (soffici, piuttosto che "hard", duri, che vuol dire    alcolici). Oggi tutte queste bibite si chiamano ancora tonics o soft    drinks. Mentre in Italia la china era la base di questi digestivi,    qui si usavano due piante, il sassafras e la sarsaparilla. I    farmacisti che producevano i migliori tonici incominciarono a    stabilire marche nazionali, come fu in Italia col Fernet Branca, a  cavallo del ventesimo secolo. La Coca Cola fu battezzata così perchè    conteneva una buona dose di cocaina, allora legale. Dunque, la  Sarsaparilla è una vite arrampicante selvatica dei caraibi,    anti-infiammatoria, anti-batterica, e anche afrodisiaca perchè    piena di testosterone (buona bibita per i cowboys). Il sassafras è  un albero americano che arriva ai 18m., usato come cibo principale dai cervi. Dalle radici e dalla corteccia si può produrre una birra    leggermente alcolica o una polvere usata come tè. Nel 1960 si  scoprì che il sassafras è leggermente carcinogeno, ed ora è  permesso solo in forma sintetica. I derivati di queste due piante  furono aromatizzati in farmacia con varie dosi di cacao amaro,    balsamina, pimento, noce moscata, cannella, chiodo di garofano,    zenzero, semi di finocchio, anice, liquirizia, caffeina e altro per creare la Coca, la Pepsi,la  Dr. Pepper e la Root Beer che   conosciamo oggi. Cambiano solo le proporzioni, segreto gelosamente  protetto. Gli usi fermaceutici sono ancora notevoli: la coca è  ottima per domare la nausea, e il concentrato (venduto ancora in  farmacia) è quindi la nostra cura preferita per la sbornia.
So che una ditta a Philadelphia si è rimessa a fare Root, il digestivo una volta venduto nelle farmacie. Ha lo stesso sapore della root beer, ma è imbottigliato a 40 gradi.
Il dessert che hai gustato , è gelato di vaniglia con soda. Una voltale farmacie avevano sempre l' acqua gasata, detta  soda. Un centinaio d'anni fa, un garzone ebbe la bella  idea di aggiungerla ad uno dei loro ricostituenti (tonic),  creando il "soda", che diventò così popolare che  ogni farmacia aggiunse un bar per queste miscele, detto il  "Soda Parlor", o "soggiorno per bere il soda". Poi venne il  gelato, che ne fa un "float", tutti col loro nome proprio.  Io preferivo (da piccolo) la coca cola col gelato alla  vaniglia, detta "mucca nera",  Black Cow.
Mi vengono in mente certi vecchi film americani, dove si vede il negozio ( drugstore?) con la stufa e i vecchietti seduti a spettegolare...in Piccole donne, quando le ragazze vanno a comprare il regalo di Natale per la mamma o in La vita è meravigliosa, quando il protagonista impedisce al farmacista di commettere un errore fatale. 
 Sembra che la ricetta sia stata insegnata dagli indiani.
Sull'etichetta sono disegnati gli ingredienti.











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