venerdì 30 marzo 2012

Nonna Eugenia

Si può voler bene a una persona che non si è mai incontrata ? a una persona di cui non si conosce  il sorriso o con cui non si è mai incrociato lo sguardo? Io penso di sì, anzi, per quel che mi riguarda, ne sono certa ,visto quello che sento per la nonna Eugenia, la mamma della mia mamma, che se ne è andata quasi vent'anni prima che io nascessi


Tutto quello che so di lei me lo ha raccontato mia madre.
Nata intorno al 1880 e rimasta orfana in tenera età, era stata allevata senza amore da una matrigna severa, in un ambiente di estrema povertà. A 19 anni conosce il nonno, un cugino di primo grado, e se ne innamora. Il nonno Napoleone, come il suo più illustre omonimo, non eccelleva in altezza, ma era un tipo tosto e  la nonna Eugenia raccontava del tuffo al cuore che provava ogni volta che intravvedeva la sua capigliatura rossa tra la folla in uscita dalla chiesa.
Il nonno era un commerciante di mobili, già da allora una delle attività più fiorenti della Brianza, ed era molto orgoglioso di poter offrire alla moglie e alle quattro figlie nate dal matrimonio la maggior agiatezza possibile.
Mia madre mi raccontava che a volte , quando ancor prima  dell'alba si sentiva il richiamo della sirena di una fabbrica e sull'acciottolato risuonava il rumore degli zoccoli di legno delle giovani operaie, nel silenzio della casa il nonno sussurrava alla nonna :" No Genia, i nos tusàn no.... le nostre figliole non dovranno sopportare questo...."
La nonna non aveva mai dimenticato le sue umili origini e cercava di dare alle persone nel bisogno il maggior aiuto possibile; nessuno che ne avesse necessità usciva dalla sua casa senza un sacchetto di riso, una pagnotta o un telùn de salam.
Inoltre si prendeva amorevole cura di un suocero paralitico e bizzoso e per questo si concedeva un lusso speciale : il cinema !!
La domenica pomeriggio nell'oratorio del paese venivano proiettate le pellicole del tempo, ovviamente senza sonoro, e il sacerdote, il don Luìs, camminava avanti e indietro per leggere ad alta voce le didascalie che apparivano sullo schermo e che la maggior parte dei presenti non era in grado di leggere.
Alla morte del suocero, la nonna smise di andare al cinema, perchè pensava di non meritare più un premio così grande...
Dopo i cinquant'anni fu costretta a letto da una grande deficienza cardiaca.L'asma non le concedeva tregua e lei ripeteva spesso nel suo dialetto : " Disen prim vedè.... Prim fiadà!"- Dicono che la cosa più importante sia vedere... La più importante è respirare! Nove mesi dopo la sua morte, il nonno la raggiungeva.
Mi sono sempre rammaricata per non averla conosciuta davvero, so che mi avrebbe voluto bene e non mi avrebbe fatto mancare le sue carezze.Avrei voluto avere una figlia femmina per raccontarle di lei ed insegnale ad amarla come mia madre aveva fatto con me. Ora mi resta un'unica opportunità, una nipotina femmina, ma chissà se sarò cosi fortunata....

2 commenti:

  1. Mi ha commossoquesta storia...bellissima,complimenti,scritta con sentimento!

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  2. Sono d'accordo .. adoro queste storie del passato , anche a me sembra di conoscerle queste persone così ben raccontate ...
    Dindi , Mianna perchè non scrivete un librino potrebbe essere anche non 'consecutivo' ma una serie di frammenti .. dai !!!
    MI propongo per impaginarlo e stamparlo (modestamente ehm ..ehm) Lo sapete che mi invitereste a nozze , vero ..tanto mi piace ...

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