domenica 30 settembre 2018

Outdoor

Il termine generico outdoor (letteralmente oltre la porta, cioè all'esterno)  viene da qualche tempo utilizzato per indicare
 l' allestimento di arredi da terrazzo o da giardino,  pensati quasi  come una proiezione estiva, a immagine e somiglianza, dell'arredamento interno della casa o dell'appartamento.
 
Altro che la seggiolina pieghevole e l'ombrellone a strisce...oggi ci sono nuovi materiali resistenti al sole e alla pioggia, designers che inventano nuove linee, riviste specializzate che mostrano l'effetto finale magari sullo sfondo di panorami esotici e spettacolari. Qualcuno eccede, altri dimostrano misura e buon gusto, insomma, ce n'è per tutti.
 
Come accade sempre più spesso quando si parla di mode e di novità, io preferisco chiamarmi fuori dal presente per continuare a cercare nelle cose quel tratto indefinibile che sappia di vita vissuta, di armonia di forme e colori, di serenità e calore.
 
Per me outdoor è
 
 
 
 

 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

venerdì 28 settembre 2018

Livigno

In estate, quando fa tanto caldo, una delle mete più piacevoli da raggiungere è Livigno, dove si può trovare un bellissimo sole, ma dove l'aria è tersa e frizzante e si sta da dio.
Non che d'inverno Livigno non sia una meta interessante! Lì la neve non manca mai e le piste sono favolose...
Da Wikipedia:
Livigno (Livìgn in dialetto), è in provincia di Sondrio. Gli studiosi oggi propendono per l'ipotesi che fa risalire il toponimo al latino tardo "labineus" (soggetto a lavine).

 Il paese si snoda lungo la strada che percorre per oltre 15 km l'intera valle attraversata dal torrente Aqua Granda (Spol in tedesco) che convoglia le proprie acque verso l'Inn  e da questo al Danubio per finire nel Mar Nero. Livigno è quindi uno dei comuni italiani non appartenenti a bacini idrografici italiani.

Lo Spol scorre per metà del suo tratto iniziale nella Val di Livigno e per l'altra metà scorre nell'Engadina, in Svizzera. Il pericoloso passaggio dello Spöl in un vallone strettissimo, ripido e scosceso tra le due parti, storicamente è stato accesso di difficilissima percorrenza e spiega il relativo isolamento che la Val di Livigno ha subìto in passato. Gli altri due accessi sono valichi montani ad alta quota. Ciò spiega come mai Livigno sia diventato nel tempo un paese duty free:

Di decreto in decreto, il paese ha creato e mantenuto una sua autonomia «almeno dal 1500». Stretta tra lo strapotere della vicina Bormio e la Svizzera, la cittadina riesce a crearsi delle franchigie sul bestiame e sui prodotti, riconosciute da tutti i poteri successivi, come l’Austria prima e il Regno d’Italia poi. Nel 1910 arriva la legge dello Stato. Prevedeva “esenzioni gabellarie” per il territorio di Livigno, che riguardavano sempre bestiame e prodotti caseari.  Era abitata da un popolo di contadini che, durante l’inverno, a causa della neve, rimaneva isolato nella vallata e aveva bisogno di particolari aiuti. Nel 1952 la legge viene allargata al commercio. E nel 1973, negli anni del primo boom turistico, dopo l’apertura del valico del Gallo, viene istituito il diritto speciale sui prodotti importati nel paese. La tassa che sostituisce le altre tasse, cioè un diritto speciale sulle merci che entrano nel paese e che va al comune. Nessun'altra tassa sulle merci, per cui i prezzi, a Livigno, sono più bassi che altrove.


Gli abitanti di Livigno sono stati abituati, fin da tempi remoti, all'isolamento dovuto alla particolare posizione in cui sorge il centro abitato.
Nel 1914 una prima svolta si ebbe con la costruzione di una via carrozzabile, che passando per il Passo del Foscagno, collegava Livigno all'Italia, ma comunque nei lunghi e rigidi inverni gli abitanti rimanevano bloccati in paese senza possibilità alcuna di spostarsi se non a piedi o con gli sci.
In autunno arrivavano le provviste che dovevano bastare fino in primavera, e così ci si preparava all'arrivo della neve e del freddo. Per uscire da questo isolamento dovettero aspettare tempi recenti, infatti solo nel 1952 avvenne la vera svolta, grazie ad un livignasco, un certo Rocco Silvestri, che mise a disposizione i propri mezzi per tentare di spalare la neve sul Passo del Foscagno, nonostante tutti si opponessero a ciò. Fu un successo, un vero cambiamento radicale che portò Livigno a conoscere il turismo non solo nella bella stagione.
E oggi la si può considerare una capitale degli sport invernali, oltre che di quelli estivi. L'offerta è enorme e spazia dal trekking, alla mountain bike, al tennis, al calcetto, alla equitazione, alla pesca, alle passeggiate in carrozza, d'estate  e allo sci tradizionale, allo snowboard, al telemark, al fondo, al pattinaggio, alle gite in carrozza o sulle slitte, allo sledog in inverno.

Qualcuno dei vecchi abitanti lamenta oggi che il paese sia diventato un supermercato  a cielo aperto. Non ha torto, ma l'offerta turistica è talmente varia ed appagante, che si può accettare anche il rovescio della medaglia.