venerdì 31 luglio 2020

La prima scrittrice donna e femminista






Christine de Pizan, o anche Christine de Pisan, nata Cristina da Pizzano ( Venezia, 1365 - Monastero di Poissy), è stata una scrittrice e poetessa francese  di origini italiane.




Poetessa, scrittrice e filosofa, è riconosciuta in Europa come la prima scrittrice di professione e, quattro secoli prima di Madame de Stael, la prima storica laica. Nelle sue opere liriche e narrative trae spunto dalla propria esperienza di vita, e non dalla tradizione religiosa o mitologica, come era frequente al tempo. Ha redatto una biografia nel 1404 di Carlo V di Francia riportando eventi di cui era stata testimone oculare e consultando fonti bibliografiche.



A capo di uno Scriptorium in cui riproduceva libri miniati molto apprezzati, è molto famosa inoltre per aver dato inizio alla cosiddetta Querelle des femmes: dopo avere letto due opere rispettivamente di Boccaccio e di Jean de Meun, che difendevano l'idea che la donna è per natura un essere vizioso, consegnò alla regina Isabella un'opera intitolata la Città delle Dame, in cui elencava esempi di donne virtuose e importanti nella storia dell'umanità.




Pizan presenta una società utopica e allegorica in cui la parola dama indica una donna non di sangue nobile, ma di spirito nobile. Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia, De Pizan racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse, scienziate, regine ecc. che offrono un esempio dell'enorme, creativo e indispensabile potenziale che le donne possono offrire alla società.

Tra le altre Semiramide e Didone, fondatrici di Babilonia e Cartagine, l'eroina Griselda, Lucrezia, che si suicidò dopo lo stupro e che offre lo spunto per emettere una legge giusta e santa che condanna a morte gli stupratori, Pentesilea che si oppone alla barbarie...

Centrale nella Città delle Dame è poi il tema dell'educazione femminile, che Christine de Pizan avvertiva come fondamentale. L'impossibilità infatti di imparare, unita all'isolamento tra le mura domestiche, avevano causato la presunta inferiorità femminile e la sua assenza dalla scena culturale. Ma è una inferiorità di tipo culturale e non naturale, come si desume dai vari esempi che porta la scrittrice ( Saffo, Proba, Novella, Ortensia e altre), visto che:

«una donna intelligente riesce a far di tutto e anzi gli uomini ne sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro».





Per la storia della sua vita, per il suo lavoro di miniaturista e per le sue opere rimando a wikipedia, ma voglio riportare una poesia, scritta dopo la morte prematura del marito, con cui visse un matrimonio felice e da cui ebbe tre figli.

«Sono sola, e sola voglio rimanere.
Sono sola, mi ha lasciata il mio dolce amico;
sono sola, senza compagno né maestro,
sono sola, dolente e triste,
sono sola, a languire sofferente,
sono sola, smarrita come nessuna,
sono sola, rimasta senz’amico.
Sono sola, alla porta o alla finestra,
sono sola, nascosta in un angolo,
sono sola, mi nutro di lacrime,
sono sola, dolente o quieta,
sono sola, non c’è nulla di più triste,
sono sola, chiusa nella mia stanza,
sono sola, rimasta senz’amico
Sono sola, dovunque e ovunque io sia;
sono sola, che io vada o che rimanga,
sono sola, più d'ogni altra creatura della terra
sono sola, abbandonata da tutti,
sono sola, duramente umiliata,
sono sola, sovente tutta in lacrime,
sono sola, senza più amico.
Principi, iniziata è ora la mia pena:
sono sola, minacciata dal dolore,
sono sola, più nera del nero,
sono sola, senza più amico, abbandonata.»








mercoledì 29 luglio 2020

Bacche estive

Dopo aver parlato,
qui: https://ilclandimariapia.blogspot.com/2020/01/le-bacche.html, delle bacche da utilizzare come decorazione, voglio parlare, adesso, delle bacche, cosiddette, che si mangiano volentieri in questa stagione. 




Alcuni di questi frutti sono chiamati impropriamente bacche, ma fa caldo e non ho voglia di sottilizzare...
Parliamo di quei piccoli frutti colorati, che rinfrescano solo a guardarli: mirtilli, more, fragole, ribes...i frutti di bosco, che possiamo raccogliere nelle nostre escursioni estive.

Bisogna stare molto attenti, però, perchè qualcuna di queste bacche, invece di essere ricca di elementi buoni per il nostro corpo, è tossica e se si vuole avere la soddisfazione di raccoglierle da sè, invece che di comperarle, bisogna saperle riconoscere. Come per i funghi! Infatti per ogni tipo di bacca salutare, ce n'è un'altra, che le assomiglia moltissimo, ma è velenosa.




Personalmente, quindi, eviterei di raccogliere frutti che possono essere confusi fra loro e mi orienterei su un buon negozio di fruttivendolo sia per acquistare bacche nostrane, che per quelle esotiche. Se poi fossi curiosa di sapori nuovi, potrei andare in erboristeria, per essere sicura di acquistare delle piccole bombe di benessere da inserire nella mia dieta.










Vado sul sicuro e mangio fragole, mirtilli, ribes e more. Normalmente sono tutti buonissimi semplicemente spolverizzati di zucchero e bagnati con succo di limone, o con vino bianco o rosso, ma tutti loro si prestano per la preparazione di dolci estivi e gelati.


































Non vi viene l'acquolina in bocca solo a guardarle?

Ricettina facilissima e d'effetto, oltre che strabuona:

Comperate al supermercato dei dischi di pan di Spagna già pronti.
Spalmate ogni strato con abbondante gelato alla vaniglia, o al gusto che preferite. Ricoprite ogni strato di gelato con frutta. Lasciate in frigorifero, in modo che il gelato si sciolga e penetri nel pan di Spagna e poi...via, all'assalto!

lunedì 27 luglio 2020

Sulle tracce di Little Boy Blue


Spesso quando trovo in rete un'immagine che mi piace, mi affretto a scaricarla senza prima chiedermi da chi o da dove provenga: errore gravissimo, perché poi diventa molto più complicato ricostruirne la storia e si rischia di finire in un vero e proprio ginepraio.
Infatti è stato proprio così : sono passata da una marea di maschietti d'azzurro vestiti ad una storia di francobolli, da un romanzo che racconta la vita dura  di un ragazzo "difficile" ai ritratti  di una pseudo coppia di Romeo e Giulietta del Rococò...
Alla fine però ho trovato il bandolo della matassa e attraverso una semplice filastrocca sono riuscita a completare il puzzle.
C'è da dire che a volte perdersi nei sentieri non è tempo perso e qualche storiella la voglio raccontare.

Andiamo oltreoceano : negli Stati Uniti (come del resto in Europa) nelle vecchie cartoline illustrate le immagini di bambini erano le più utilizzate, insieme a quella di Cupido, che stranamente negli USA è sempre stato colorato di blu tanto da essere chiamato the blue boy, il genietto alato che lancia dardi amorosi.
Quello che si vede nell'immagine è un raro francobollo circolare, chiamato anch'esso blue boy, rinvenuto tra la corrispondenza di due innamorati; la lettera che conteneva una proposta di matrimonio da parte di Robert Hugh alla fidanzata, era stata spedita nel 1847 da Alexandria a Richmond, affrancata con un francobollo da 5 centesimi, appartenente alle emissioni locali provvisorie. La lettera fu conservata a lungo dalla figlia della coppia e grazie alla rarità dell'affrancatura  questo esemplare , ambito dai collezionisti, nel 1981 fu battuto all'asta per un milione di dollari.
Anche questo dipinto ad olio su tela di Thomas Gainsborough del 1770 circa , porta il nome di The Blue Boy, gli fa da contraltare il ritratto di Sarah Barrett Moulton, più familiarmente, Pinkie, dipinto nel 1794 da Thomas Laurence
I due ritratti non hanno niente in comune, sono stati realizzati  da due artisti differenti a un quarto di secolo di distanza e i soggetti indossano abiti di epoche diverse, eppure nell'immaginario collettivo, i due personaggi sono diventati una sorta di Romeo e Giulietta del Rococò da quando i due dipinti sono stati acquistati da Henry Huntington nel 1920 ed esposti uno di fronte all'altro nella collezione permanente della Biblioteca Huntington a San Marino, California.
Anche nel modo dell'illustrazione  Blue Boy e Pinkie sono una coppia.
E veniamo al traguardo finale...
I versi riportati sotto questa immagine mi hanno portato ad un'antica filastrocca inglese, molto diffusa nella cultura popolare, il cui testo integrale dice così:
"Little boy blue, come, blow your horn,
The sheep's in the meadow, the cow 's in the corn.
Where is that boy who looks after the sheep?
He's under a haystock, fast asleep.
Will you wake him ? Oh no, not I,
For if I'll do, he' surely cry"
La prima versione stampata della filastrocca appare in "Tommy Thumb's Little Song Book" nel 1744, ma la filastrocca potrebbe essere molto più vecchia, visto che ci sono alcuni riferimenti alla stessa  nel King Lear di W.Shakespeare.
1901 illustrazione di Wallace Denslow.

sabato 25 luglio 2020

Poesie senza musica, questa volta



Mi dichiaro colpevole di fidarmi dell’altro
di sognare a voce alta
di cercare la poesia.
Mi dichiaro colpevole
di dire quello che sento
di scommettere sul sentire
di credere nel detto.
Mi dichiaro colpevole
di sentire che è possibile
piangere un’assenza
un incontro.
Mi dichiaro colpevole
di vivere un altro tempo
di fidarmi di un gesto
di insistere per la verità
Mi dichiaro colpevole
Si.
Mi dichiaro colpevole.
Non me ne pento


(Araceli Mariel Arreche)




Buonanotte a te che in questo momento
dovresti essere qui e non chissà dove.
Buonanotte a chi anche stanotte
si perderà tra le lacrime e i pensieri.
Buonanotte a chi ha sperato, lottato
a chi ha tirato fuori le unghie ma comunque ha perso.
Buonanotte a me, che ti aspetto e prego ogni sera per vederti tornare.
Buonanotte ai codardi, ai “lo faccio per te”,
a chi ha deposto i sogni nel cassetto,
a chi è caduto ma ha avuto la forza e il coraggio di rialzarsi.
A chi non vuole occhi diversi.
A chi non ci riesce, a chi ci prova ma è dura,
a chi soffre in silenzio, a chi ride ma sta male,
a chi non riesce a camminare,
a chi è stato lasciato,
a chi ha il cuore spezzato.
Buonanotte, che poi questa notte di buono non ha nulla.
E resterò sveglia a pensarti, a immaginarti
a chiedermi come stai, cosa fai, se sorridi, se sei felice, se ti manco, se stai bene anche senza di me.
Chi ti scalda la notte, chi ti guarda dormire,
chi ti sorride così dal nulla.
E non so, ma ho paura.
Perché la notte diventiamo più deboli,
perché la notte cadiamo, i pensieri vanno veloci e le lacrime scendono.
Dove sei, con chi sei, mi manchi.

Charles Bukowski






Non importa quanto tu sia lontano.
I legami tra le anime esistono perchè creati dal pensiero.
Fili invisibili che legano ricamando sull’anima
tutto ciò che gli occhi non possono vedere,
e lo trasformano in emozione, in gioia, in dolore.
Anche in ricordo.
In sorriso o in lacrima.
Avviene tutto dentro.
Nei meandri del cuore, nei nascondigli della mente.
E vivono come tatuaggio sulla pelle dell’Anima.
E arrivano Ovunque.
E toccano l’Oltre.
Un pensiero mi lega a Te.
Un pensiero che gli altri chiamano Amore.
Io invece lo chiamo con il Tuo Nome.

Catherine Morena Ramos





Poi lei si rigirò su un fianco,
posò il capo sul mio braccio.
La guardai.
Tutto il cielo e la terra
si specchiavano nei suoi occhi.

Seguitammo a guardarci.
Mi pareva che avrei potuto
annegarci nei suoi occhi.

Poi l’accarezzai sul viso,
ci baciammo, la trassi a me.
La strinsi.

Con l’altra mano
le frugavo fra i capelli.

Fu un bacio d’amore,
un lungo bacio di puro amore.


Charles Bukowski





“Non ti chiedo di darmi un bacio.
Non chiedermi scusa
quando penso che tu abbia sbagliato.
Non ti chiederò nemmeno di abbracciarmi quando ne ho più bisogno,
non ti chiedo di dirmi quanto sono bella,
anche se è una bugia,
né di scrivermi niente di bello.
Non ti chiederò nemmeno di chiamarmi
per dirmi com'è andata la giornata,
né di dirmi che ti manco.
Non ti chiederò di ringraziarmi
per tutto quello che faccio per te,
né che ti preoccupi per me
quando i miei animi sono a terra,
e ovviamente, non ti chiederò
di appoggiarmi nelle mie decisioni.
Non ti chiederò nemmeno di ascoltarmi quando ho mille storie da raccontarti.
Non ti chiederò di fare niente, nemmeno di stare al mio fianco per sempre.

Perché se devo chiedertelo, non lo voglio più."

- Frida Kahlo





Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che è passato
è come se non ci fosse mai stato.
Il passato è un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato è solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho già visto
non conta più niente.
Il passato ed il futuro
non sono realtà ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.

Alda Merini










Non si può amare solo con la voglia di amare.
Con il voler amare.
Con il voler restare.
Con il crederci.
Con io lo amo.
Perché poi non basta.
Non regge.
L’amore non basta per amare.
Bisogna che ci sia la storia, per amare.
La vita, per amare.
Non bastano le parole, per amare.
Neanche quelle giuste, bastano.
Neanche le parole d’amore bastano per amare.
Dobbiamo fare una passeggiata.
Dobbiamo cenare insieme.
Leggere un giornale.
Andare a fare la spesa.
Fare una cosa insieme.
Che sia nostra.
Che siamo noi.
Io e te.
Non basta fare sesso per fare l’amore.
Anzi.
Ci vogliono i baci.
Ci vuole anche solo stare con la fronte appoggiata alla fronte.
Per amare ci vuole una storia. Da vivere. Vissuta.
Ci vuole tempo.
Non puoi non esserci mai.
Per amare ci vuole una storia. Da fare e raccontarsi.
Non puoi non aver voglia di parlare.
Non puoi parlare sempre.
Una storia da fare insieme.
Non puoi trovare tutto pronto.
Arrivare quando tutto è fatto.
Io amo solo chi fa la giornata con me.
Chi fa la vita con me.
Chi fa la spesa con me.
Chi fa una passeggiata con me.
Chi fa tempo con me.
Chi fa storia con me.
Non amo se no.
Amo solo chi sa stare tutto con me.
Chi parla con me.
Chi torna da me.
Chi chiama per non dire niente.
Chi mi bacia la testa, tra i capelli, passandomi vicino.
Chi mi porta i capelli indietro.
Io non le voglio le romanticherie.
Voglio le cose che sono nella mia giornata.
Voglio che sono con te.
Fatte con te.
Raccontate a te.
E poi ti racconto le cose solo mie.
Che faccio io.
Entro e esco dalla tua vita.
E tu dalla mia.
Come l’ago che cuce .
Come l’ago che per unire, entra e esce.

Mauro Leonardi