domenica 31 gennaio 2016

Ugo Riva






Da qualche anno c'è una statua, nel centro della nostra città, che mi affascina in modo particolare. Ogni volta che la vedo, provo un'emozione: la trovo bellissima.
 Si chiama Anima mundi e a me ricorda la Nike di Samotracia, ma questa, a mio parere,  è più moderna, più grintosa, più viva:








Lo scultore che l'ha creata è Ugo Riva, classe 1951, di Bergamo.

Le sue prime opere giovanili, negli anni Settanta e Ottanta risentono dell'influenza espressionista, in seguito lo studio della statuaria greca, dell'arte rinascimentale italiana e di Canova lo portano ad abbracciare stilemi neoclassici e al recupero di temi mitologici ed epici.

Dalla metà degli anni Novanta Riva, senza mai tradire la scelta figurativa, opera un'incessante ricerca personale basata su una lettura critica della società contemporanea e del ruolo che gli artisti e l'arte sono chiamati a svolgere in essa.
Oltre alla scultura, Riva nutre una grande passione per il disegno: nel 2000 ha realizzato l'Evangelario per l'anno giubilare, l'anno successivo ha poi illustrato un'edizione dei Canti di Giacomo Leopardi mentre nel 2003 è stata la volta del Libro d'ore, contenente ventinove Canti del Salterio tradotti da David Maria Turoldo (che Riva conobbe personalmente negli anni Settanta durante il priorato di Turoldo presso l' Abbazia rettoria di Sant'Egidio in Fontanella), l'Ave Maria e sette Canti del Nuovo Testamento selezionati da monsignor Gianfranco ravasi, autore dell'introduzione e dei commenti ai testi. 
Le esperienze dell'Evangeliario e del Libro d'ore hanno inoltre rinnovato il suo interesse per l'arte sacra, che si è estrinsecato nella realizzazione, nel 2006, di una Via Christi in cotto policromo per il Tempio Votivo di Bergamo.
Negli ultimi anni hanno assunto particolare rilevanza la creazione, nel 2011, di Anima Mundi, un'opera raffigurante un angelo acefalo e collocata a Bergamo nel centralissimo largo Porta Nuova, la partecipazione, nello stesso anno, alla Biennale di venezia e la realizzazione della mostra Sculture nel parco tenutasi nel 2012 presso il Four Seasons di Firenze.


































sabato 30 gennaio 2016

Enigma

Tutte queste regole sulla privacy, firma autorizzazione controfirma, avrebbero dovuto inventarle tanto tempo fa, quando ero una ragazzina di dodici o tredici anni e, in quanto tale, con tendenza ad esternare in forma scritta le piccole emozioni e i primi palpiti del cuore auspicandone la successiva riservatezza. Invece, niente, nessuna privacy era garantita...

Ricordo che all'epoca mi era capitata tra le mani una di quelle agendine con la rubrica telefonica nelle ultime pagine, di quelle per intenderci che sono sparite dopo la nascita dei cellulari. Aveva una copertina di finta pelle rossa e abbastanza spazio nelle pagine interne per scrivere qualche sciocchezza...l'ho visto sull'autobus.... aveva un maglione azzurro...cose così. Portavo quel libricino sempre con me, era il mio segreto. Un giorno però lo dimenticai non so dove per qualche ora e quando lo trovai pensai che nessuno avesse avuto il tempo di metterci il naso. Pensavo male.

All'epoca la gerarchia familiare era fatta di tre livelli: in alto c'era mio padre con tanta autorità e altrettanta responsabilità; al secondo  livello c'erano le donne di casa, mia madre e le mie sorelle già grandi; al terzo posto c'ero io, la bambina. Praticamente la differenza tra il secondo e il terzo livello era che loro avevano il ciclo, io no, ma tanto bastava per esercitare il controllo.

A pensarci adesso non provo altro che tenerezza nei confronti di quelle persone che si prendevano cura di me in mille modi, ma allora mi infastidiva pensare che conoscessero sentimenti  che per me erano solo miei. Forse incominciavo a rendermi conto di non essere più solo una tessera incastrata nel puzzle della famiglia.

Che avessero letto e commentato il mio piccolo e sciocco diario fu evidente dai sorrisi furbetti, dalle battute allusive, dalle occhiate complici che si scambiavano. Ero furibonda, già pensavo alla vendetta e per metterla in pratica inventai un codice cifrato.

In realtà  quel gioco, che all'inizio sembrava divertente, alla lunga divenne troppo complicato e così smisi di tenere un diario. Da allora mi chiamarono La Tomba.

Il mio codice comunque non era un caso raro dal momento che l'uomo ha sempre cercato fin dalla notte dei tempi di nascondere messaggi strategici da occhi nemici . Ci sono tracce di cifrari antichi nella tradizione ebraica,nelle tombe egizie, presso gli Spartani e pare che Giulio Cesare si servisse di un cifrario personale che portava il suo nome, un sistema crittografico considerato oggi elementare.







Il primo sistema di cifratura polialfabetica, il disco cifrante, fu descritto da Leon Battista Alberti,  nel suo De Componendi Cyfris intorno al 1467.
L'apparecchio si componeva di due dischi concentrici, rotanti uno rispetto all'altro, contenenti un alfabeto ordinato per il testo in chiaro, e un alfabeto disordinato per il testo cifrato, il tutto corredato da studi di statistica e matematica che non saprei come spiegare in breve.




Nel secolo scorso ebbe grande notorietà  Enigma, una macchina elettro-magnetica usata per cifrare e decifrare messaggi.
Nata per contrastare lo spionaggio industriale, la macchina non aveva avuto l'auspicato successo commerciale  e pertanto, dopo alcuni aggiustamenti, fu utilizzata dalle forze armate tedesche durante il periodo nazista e nella seconda Guerra Mondiale per la facilità d'uso e la presunta indecifrabilità.

La macchina Enigma aveva l'aspetto di una macchina da scrivere con due tastiere : la prima, inferiore, e la seconda nella quale i tasti erano sostituiti da lettere luminose che si accendevano ogni volta che si premeva un tasto sulla tastiera effettiva: la sequenza delle lettere che si accendevano dava il messaggio cifrato.

Nonostante fosse continuamente modificata e potenziata per tutto il periodo in cui fu utilizzata, un gruppo nutrito di esperti riuscì a violarla. I primi furono un gruppo di ingegneri polacchi nel 1932 e poi, alla scoppio della seconda guerra mondiale, da un team di specialisti e matematici insediatosi a Bletchey Park in Inghilterra, guidati da Alan Turing e dalla sua Bomba.





Nel 1940 Alan Turing era un giovane ingegnere informatico di 28 anni , geniale e bizzarro, che non vantava una brillante carriera scolastica perchè, come diceva il suo professore, perdeva tempo in ricerche di matematica superiore, trascurando lo studio di quella elementare. La Bomba era un calcolatore da lui progettato per decifrare rapidamente  i messaggi tedeschi codificati con Enigma, con il quale fu possibile risalire alla chiave di lettura utilizzata.
Per questo oggi Alan Turing è considerato un vero genio, un profeta dell'intelligenza artificiale da lui teorizzata già negli anni Trenta quando non era stato ancora creato  il primo computer.




Nonostante che per i suoi meriti fosse decorato in vita con l'Ordine dell'Impero Britannico e poi nominato membro della Royal Society, Alan Turing non ebbe una vita facile, soprattutto dopo che nel dopoguerra fu processato per atti osceni in quanto omosessuale.
Sottoposto ad una cura ormonale che lo rese impotente, entrò in depressione e morì a soli 42 anni nel 1954. Secondo la versione ufficiale lo scienziato si sarebbe suicidato ingerendo del cianuro accompagnandolo con una mela. Stando ad una biografia recente, Turing, che custodiva importanti segreti ma era ritenuto incontrollabile, era considerato un pericolo per i servizi segreti che avrebbero inscenato un suicidio per liberarsi di lui.

Con imperdonabile ritardo la Gran Bretagna ha chiesto scusa ad Alan Turing dedicandogli una statua nella città di Manchester che lo ritrae con una mela in mano.






Tra le numerose leggende che circondano il famosissimo logo della "Apple", ce n'è una che collega la mela morsicata al ricordo di Alan Turing.

Nel 1983 fu pubblicato il libro "Enigma" di Robert Harris, ambientato proprio a Bletchley Park, che racconta, condensandola in poche settimane, la decodifica di Enigma.

Nel 2001 la storia passò sul grande schermo,con un film prodotto da Mick Jagger, con la regia di Michael Apted.




mentre del 2014 è uscito con il titolo The Imitation Game,il film sullo stesso argomento diretto da Morten Tyldum, con protagonista Benedict Cumberbatch nei panni del matematico e crittoanalista Alan Turing.




Ed è proprio dopo aver visto questo film in TV qualche giorno fa che ho cercato di saperne di più su Enigma.

venerdì 29 gennaio 2016

Il potere dell'aspirina


Non è che voglio fare pubblicità occulta, nè palese. L'aspirina è conosciuta ed utilizzata universalmente, quindi penso non sia scorretto riportare nel mio blog un artiolo che ho trovato qui:
 e che credo possa interessare a tante "ragazze" come me:



Il potere dell’aspirina non si limita a farci passare il raffreddore. È la scoperta che sta facendo impazzire le donne di tutto il web: l’acido acetilsalicilico fa bene alla pelle. Quella pastiglia bianca che tutti possediamo nell’armadietto del bagno, o che teniamo in borsa, possiede grandi potenzialità per quanto riguarda la bellezza della nostra pelle. Vi state chiedendo come? Vediamo subito.


Pochi sanno che lo stesso ingrediente da cui è formata l’aspirina, ovvero l’acido salicilico, si trova anche nelle albicocche, nelle arance, nei frutti rossi e nel salice bianco. Questi ultimi sono spesso usati sia dalle marche di prodotti cosmetici sia nelle ricette più casalinghe per svariate maschere di bellezza dagli effetti benefici: per la maggior parte dei casi, si tratta di preparati che hanno la capacità di rigenerare la pelle secca o più matura, di far sparire le rughe, di combattere la pelle grassa. E' stato dimostrato da tempo che la molecola dell’acido salicilico ha sull’epidermide un effetto cheratolitico, ovvero riesce a sciogliere lo strato più esterno, detto corneo, pulendolo dalle impurità accumulatesi. L’acido acetilsalicilico contenuto nell’aspirina corrisponde a questo miracoloso acido salicilico dei prodotti di bellezza ma con una modifica in più: viene sottoposto a una reazione chimica aggiuntiva, chiamata acetilazione. L’acetilazione dell’acido salicilico diminuisce gli effetti collaterali sul nostro organismo, conservandone però le proprietà. Possiamo perciò affermare che l’aspirina, la semplice e comune aspirina, è un’ottima base per la preparazione di portentose maschere. 




Gli ingredienti sono semplicissimi, facilmente reperibili e a basso costo. Dovete avere: 5 pastiglie di aspirina (attenzione, non quelle effervescenti!), del miele biologico (un cucchiaio circa) e dello yogurt bianco naturale (sempre un cucchiaio). Innanzitutto, raccogliete le pastiglie di aspirina con della pellicola trasparente, in seguito polverizzatele, utilizzando ad esempio il fondo di un bicchiere (la pellicola serve a non spargere polvere bianca ovunque!)
Poi prendete il miele e lo yogurt e mescolateli. Una volta ottenuta una pasta cremosa, dovete applicarla sul vostro viso, facendo ben attenzione a evitare il contorno occhi. Prima della messa in posa della maschera, ricordate di lavare bene il viso, passando a fondo lo struccante in modo da evitare residui di trucco. Affinché la vostra pelle sia veramente pronta per l’applicazione della maschera, mettete un panno caldo sul viso: il calore dilaterà i pori e la maschera avrà così un effetto sorprendente!


La maschera all’aspirina va lasciata riposare per almeno 20-30 minuti. Infine, risciacquate a fondo con dell’acqua tiepida e idratate abbondantemente. Vi sono alcune avvertenze: questo tipo di preparato contiene un elemento chimico perciò non va utilizzato più di 2 o, al massimo, 3 volte al mese. Vi consigliamo inoltre di farlo la sera: oltre che rigenerare la vostra pelle vi concederete un momento di relax e tranquillità prima di andare a dormire. Infine, nei giorni successivi al trattamento è consigliabile proteggere il vostro viso dai raggi solari con creme nutrienti. Infine, pare ovvio dirlo ma chi soffre di allergia a questo prodotto chimico NON può assolutamente fare questo trattamento.


La maschera all’aspirina non serve però solo per il viso.
Questo particolare trattamento di bellezza fai da te ha notevoli effetti benefici: non solo funziona da tonificante sulla pelle, ma attenua imperfezioni come cicatrici e macchie. Inoltre, l’applicazione può essere effettuata anche su altre parti del corpo: gomiti, ascelle, capelli sono i più quotati. L’aspirina è quindi non solo un toccasana per il vostro mal di testa, ma anche per la vostra bellezza!

giovedì 28 gennaio 2016

Fiocchi

Che cosa è un fiocco? Quando non è un fiocco di neve o un fiocco di cotone, è semplicemente un pezzo di nastro annodato ed utilizzato per ingentilire qualsiasi oggetto.
L'uso dei fiocchi nell'abbigliamento, in gioielleria, nell'arredamento e perfino nei tatuaggi è tipicamente femminile.
Nel mondo dei tattoo il fiocco rappresenta una femminilità sensuale e civettuola e simboleggia prevalentemente un'unione ed un legame importante, che deve essere preservato e custodito. Ma...attenzione! Il fiocco si scioglie facilmente e allora può essere anche sinonimo di unione nella libertà. Due facce della stessa medaglia!!
A parte queste considerazioni, un fiocco posizionato al punto giusto ha quasi sempre il suo perchè. Vedere per credere: