mercoledì 21 maggio 2014

Il cappuccino









Chi non sa cosa sia il cappuccino?
 E' senz'altro una delle più famose bevande a base di latte e caffè: un caffè espresso sul quale si versa del latte caldo sbattuto in modo che formi la caratteristica schiuma. 

Fare un cappuccino perfetto non è facile, bisogna conoscere i segreti del dosaggio e della schiumatura;  pensate che ogni anno ci sono gare a livello mondiale per il barista che sa fare il miglior cappuccino.






Il cappuccino nasce agli inizi del 1900 con le prime macchine per caffè espresso e si diffonde in modo importante dopo l'introduzione delle macchine ad alta pressione, nell'immediato dopoguerra.

Nel Regno Unito il cappuccino contribuisce alla diffusione del caffè espresso: gli inglesi preferivano infatti bere il latte insieme al caffè e prediligevano bere una quantità maggiore di bevanda. Inoltre, la consistenza vellutata della schiuma li affascinava molto.

Inizialmente il cappuccino si diffuse in Europa, Sud Africa e Sud America, e solo in parte in Nord America. Dagli anni '90, con la diffusione delle caffetterie, il cappuccino è diventato molto famoso anche in Nord America.

Agli esordi il cappuccino era una bevanda consumata prevalentemente a colazione, mentre gli si preferiva l'espresso dopo i pasti. In Italia è ancora così, mentre in molti paesi europei come la Germania, l'Olanda, il Regno Unito e il Belgio, si è diffusa l'abitudine di consumare il cappuccino dopo i pasti e in altri momenti della giornata.





Negli ultimi anni è venuta di moda una tecnica di decorazione del cappuccino che si chiama latteart e che sfrutta il contrasto tra i colori del latte  e del caffè per creare immagini sulla superficie della bevanda.

(http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/caffe/cappuccino.htm)

Fin qui le notizie "serie" sul cappuccino. Ma c'è una leggenda che fa risalire la bevanda a molto prima del 1900.



Io l'ho cercata in internet e su un sito di domande e risposte ho trovato questi racconti:

In Europa il caffè si dice che ce l’abbiano portato i Turchi. Non per offrirlo a noi europei; e nemmeno per vendercelo. Se l’erano portato appresso per uso personale: per degustarlo nelle pause del famoso Assedio di Vienna del 1683. 




Ma le cose non andarono secondo i loro voti: messi in fuga dall’armata del Re di Polonia Giovanni Sobieski, giunto infine in aiuto degli assediati, i turchi lasciarono dietro di sé ben 500 sacchi pieni di caffè.

I vincitori guardarono quei chicchi neri con sospetto; prima li presero per foraggio per cammelli, poi – con cautela - li assaggiarono. Erano duri e croccanti, e avevano un sapore strano, però gradevole. Visto che non facevano male, li schiacciarono, e poi li mescolarono con dell’acqua calda portata ad ebollizione.

Ne venne fuori un liquido nero e amarissimo. Provarono allora ad addolcirlo col miele, col latte e con la panna, dando vita ad un rudimentale precursore del cappuccino.

Questa storia è troppo bella per essere falsa, ma probabilmente lo è. Più prosaicamente, il caffè è giunto in Europa comodamente stivato nelle navi dei mercanti veneziani che intrattenevano rapporti d’affari con l’Oriente, vicino, medio o estremo che fosse. 






Comunque siano andate le cose, quel che è certo è che nel 1640 nella città di San Marco il caffè veniva comunemente servito – lo affermano le cronache del tempo - nelle botteghe dei barbieri
 (La fata delle risposte)



Il cappuccino è una bevanda di origine italiana composta da caffè espresso e latte montato a schiuma. Viene bevuto zuccherato, spesso accompagnato da brioche o croissant. 



Si differenzia dal semplice caffellatte sia per la schiuma sia per la percentuale di latte. Nel caffellatte infatti il latte è preponderante, mentre nel cappuccino è aggiunto in misura minore, tanto che dal colore marrone scuro della bevanda, analogo al colore del saio indossato dai frati cappuccini, ne deriva il nome. 



Una leggenda sostiene che il nome derivi invece da Marco d'Aviano, frate cappuccino che partecipò alla battaglia di Vienna del 1683 dove, dopo la sconfitta ottomana, rinvenuti dei sacchi di caffè, pare abbia inventato la bevanda, che prese quindi il nome dal  colore del saio del suo ordine religioso e divenne il kapuziner.





Una sua variante, con aggiunta di cioccolato,  è detta marocchino ed è preparata prevalentemente nei caffè milanesi, dove è nata.
( Chiara t.)


Nessun commento:

Posta un commento