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mercoledì 14 febbraio 2018

Cadfael



E' un po' come quella storia dell'uovo e della gallina... non riesco a ricordare se sono stati  i libri i primi a farmi conoscere padre Cadfael o se è stata la tv con i telefilm...

" Ho visto la morte in molte forme, ai miei tempi sono stato soldato e marinaio in Oriente, durante la Crociata, e per dieci anni dopo che cadde Gerusalemme. Ho visto uomini uccisi in battaglia, viene da sé che ho ucciso anch'io uomini in battaglia...Non ho mai provato gioia in ciò, che io ricordi, ma neppure mi sono mai tirato indietro .
Ora coltivo erbe, le faccio essiccare e ne faccio rimedi per tutti quei mali che ci vengono a trovare. Per guarire gli uomini dopo averli feriti per anni? Cosa c'è di più giusto? Un uomo fa quello che deve fare..."
Così padre Cadfael si presenta al suo pubblico.







Il personaggio Cadfael ap Meilyr ap Dafydd nasce a Trefriw, nel Galles, nel 1080. A quattordici anni si trasferisce a Shrewsbury, dove conosce e si innamora di Richildis Gurneye;  promettendole di sposarla al ritorno, parte per la Prima Crociata come soldato dell'esercito di Roberto II di Normandia.
Ma il giovane Cadfael non farà presto ritorno: ad Antiochia conosce Miriam, da cui a sua insaputa avrà un figlio e in Oriente ci saranno  altre donne da conoscere, altre emozioni da vivere.

Quando finalmente decide di tornare a Shrewsbury, saputo che Richildis si è da tempo sposata, intraprende la carriera militare al servizio del nobile Roger Mauduit, ma quando questi rapisce l'abate Heribert dell'abbazia di Shrewsbury, è Cadfael stesso a liberare il prigioniero e a seguirlo nel convento dove si farà novizio e poi monaco. 





Nell'abbazia Cadfael coltiva l'orto e si occupa di erboristeria, ma essendo uomo di cultura e di grande esperienza,  gli vengono affidati anche compiti molto delicati. Spesso si ritrova a  risolvere veri e propri "gialli",  grazie alla sua conoscenza dell'animo umano e delle sue debolezze. Cadfael ha una tale esperienza del mondo e degli uomini da riuscire  a risolvere qualsiasi enigma, venendo così in aiuto dell'amico Hugh Beringar, sceriffo dello Shopshire.



Il personaggio di Cadfael nasce dalla penna di Ellis Peter, pseudonimo della scrittrice gallese Edith Mary Pargeter, che vediamo nell'immagine accanto all'attore Derek Jacobi.

La Pargeter (1913-1995) , autrice di numerosi romanzi pubblicati con pseudonimi diversi, amava ambientare le sue storie in un preciso contesto storico, spesso proprio nella sua terra d'origine.
Il mistery era il suo genere preferito ma fu solo nel 1977 che creò la prima delle numerose indagini di questo personaggio, in cui la curiosità dello scienziato si abbinava al coraggio del cavaliere errante.
Le vicende narrate si collocano tra il 1135 e il 1145, in un periodo storico molto tormentato, negli anni cioè della guerra civile tra la regina Maud e re Steven, entrambi alla conquista del trono di Inghilterra, a cui non può sottrarsi la tranquilla e bucolica comunità di Shrewsbury.










E' stato bello condividere con mio figlio Fabio l'interesse per questo personaggio: leggere gli stessi libri, guardare insieme la serie tv ha momentaneamente sospeso la gap generazionale che spesso divide genitori e figli...

Né poteva mancare la classica ciliegina sulla torta, la mia preferita ovviamente: il noto ibridatore David Austin ha creato una nuova rosa dedicata a Cadfael e l'ha chiamata con il suo nome : Brother Cadfael








sabato 26 gennaio 2013

La radio


Quando eravamo molto piccoli la televisione, qui da noi, non c'era ancora, quindi il divertimento delle famiglie era quello di ascoltare la radio. Non ricordo nulla di quei tempi, non so quali trasmissioni ascoltassero i miei, forse trasmissioni locali tipo Il gazzettino padano o Ciciarem un cicinin ( milanesissimo) e, alla sera, di sicuro, qualche commedia.
Con l'avvento della tv,  comunque, la radio non è stata abbandonata: io ricordo alcuni programmi che hanno accompagnato la mia crescita: programmi che ancora oggi non sfigurerebbero nei palinsesti nazionali. Anzi, potrei dire che erano molto meglio di quello che viene proposto oggi.
In particolare ricordo il programma della domenica mattina, quando, dopo la messa, mi mettevo in tinello ( stanza che non esiste più!!) a fare i compiti più facili per la settimana e ascoltavo "Gran varietà".




Era un programma basato su un'alternanza di canzoni e sketch comici, interventi di cantanti e applausi registrati.




I personaggi che presentavano il programma erano i migliori sul campo: Johnny Dorelli e Raimondo Vianello, il cast che si presentava ogni settimana era di tutto riguardo, tanto che molti di questi siparietti vennero poi riproposti anche in tv:
 Renato Rascel, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Paolo Panelli e Bice Valori (indimenticabili i loro personaggi del Tassinaro, Menelao Strarompi e la centralinista Rai), Monica Vitti (la portinaia di una guardiola perennemente sfortunata in amore), Enrico Montesano (Dudù il gagà e soprattutto la romantica donna inglese), Gigi Proietti (celebre il suo tormentone "Invidiossi!") nonché attori teatrali "seri" come Vittorio Gassman, Paolo Stoppa e Rina Morelli ("Eleuterio e Sempretua"), Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice (insieme interpretarono "Leonida ed Esmeralda", e "Il Divino Creaturo"), Romolo Valli (il "maleducatore"), Lando Buzzanca con il "pecoraro dell'Apiro" e tantissimi altri.


























Sembra che questa trasmissione abbia contribuito all'enorme diffondersi delle radio a transistors che avvenne in quell'epoca: nessuno voleva perdersi questo divertimento. Non erano ancora di moda i tormentoni  che , come usa adesso, vengono lanciati da trasmissioni comiche tipo Zelig, o Cameracafè, ma tutti conoscevano le battute dei personaggi più divertenti.
Ho cercato e ricercato i testi di "Caro Eleuterio e Sempretua", che erano i miei preferiti e finalmente, nel preparare questo post, ho scoperto che era un rifacimento di "Caro bugiardo", un libro in cui J. Kilty fa un adattamento teatrale della corrispondenza che ci fu fra G.B. Shaw e l'attrice P. Campbell. Trovato il libro su ebay, mi è arrivato stamattina e, appena finita la lettura in corso, mi ci tufferò.




Un'altra trasmissione che non perdevo per nessuna ragione al mondo era "Alto gradimento", condotta da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni.
Questa era la trasmissione del "subito dopo pranzo", prima di mettersi a studiare.



Ogni trasmissione procedeva senza un apparente filo logico (infatti la ingegnosa, non banale, mancanza di filo logico era il punto di forza del programma) che si manifestava con frequenti interruzioni dei brani musicali, con battute varie ed interventi ricorrenti assolutamente e volutamente demenziali.
Il programma era in netta controtendenza rispetto agli standard radiofonici di allora, non solo per le trovate comiche e surreali, ma anche dal punto di vista musicale. La sigla musicale di apertura era Rock Around the Clock, nella versione orchestrale di James Last e nel programma si proponeva pop italiano e internazionale.
 Si trattava di una trasmissione geniale e irriverente, esplosiva e demenziale, che realizzò indici di ascolto impensabili per la radio dell'epoca, creando tormentoni comici che per anni rimasero nella mente e persino nei modi di dire della gente comune. Il ritmo serrato, le sovrapposizioni di voci e le continue irruzioni di personaggi strampalati e surreali, la spiritosa presentazione dei brani musicali, il clima goliardico, crearono un nuovo stile radiofonico, contrapposto a quello compassato ancora esistente all'epoca, una nuova forma di intrattenimento che fece scuola e fu talvolta imitato e che anzi anticipò lo stile che pochi anni più tardi si sarebbe diffuso con l'avvento delle radio private.





Poi sono invecchiata: la goliardia mi piace ancora molto, ma se viene da gente giovane. Le persone della mia età che si fingono teenagers mi irritano e mi fanno un po' pena. Il limite è certamente mio, ma...tant'è!
Adesso se ascolto la radio, cerco programmi che trasmettono musica senza interruzioni, senza chiacchiere, né telefonate. Se poi la musica è quella che è stata la colonna sonora della mia giovinezza, vado in brodo di giuggiole!!!

lunedì 26 novembre 2012

Settevoci





Quando ero una ragazza, la televisione non trasmetteva programmi musicali, tranne, forse, il festival di Sanremo. Chissà, forse per differenziarsi dalla radio....non so. La musica che imperava era la melodica, alla Claudio Villa che io, naturalmente, detestavo perchè mi pareva fosse "roba per vecchi". Il rock era bandito.....
Poi, un giorno, è arrivata una trasmissione che ha rivoluzionato tutto: Settevoci! Finalmente qualcosa che poteva piacere a noi ragazze!! Peccato che l'orario in cui la trasmettevano fosse l'ora di pranzo, la domenica. E a quei tempi la tv stava solo in salotto, non in tutte le stanze, come oggi. E poi di mangiare guardando la tv, non se ne parlava nemmeno!




Settevoci è stato un varietà televisivo andato in onda la domenica pomeriggio sulla Rai dal 6 febbraio 1966 e condotto da Pippo Baudo. Si può considerarlo il precursore dei moderni talent show.





Si può definire il programma che ha dato l'inizio alla carriera televisiva di Baudo. Era un quiz a carattere musicale dove in ogni puntata intervenivano, come ospiti, sette cantanti: due di essi erano agli inizi della carriera musicale e venivano giudicati dall'applausometro (un apparecchio cilindrico che registrava i battiti delle mani, quantificandoli da 1 a 100), quattro erano affermati e uno era celeberrimo (e non gareggiava). Ai quattro cantanti affermati, venivano abbinati quattro giovani che partecipavano al quiz rispondendo a domande sulla musica. Il pubblico decideva il vincitore.




Il programma ha avuto grande successo in quanto vi partecipavano cantanti emergenti come Giusy Romeo (meglio conosciuta, successivamente come Giuni Russo), Massimo Ranieri, Orietta Berti, Al Bano, Marisa Sannia, Nancy Cuomo, e Giovanna.




La prima puntata del programma fu giudicata «intrasmissibile» dai vertici Rai. Sembrava la fine delle fervide speranze di carriera del trentenne Pippo, dopo un provino sul cui esito era scritto «discreto nel canto, suona discretamente il pianoforte»
 Domenica 6 febbraio 1966, la bobina con la prevista puntata del telefilm americano Rin Tin Tin non pervenne in tempo per la trasmissione. Soluzione: tamponare con la puntata pilota di Settevoci. Un successo clamoroso, che valse la riproposizione del programma per le domeniche successive e l'accensione improvvisa di una strepitosa carriera per Baudo.


Nessuna delle puntate di Settevoci, registrate su nastro magnetico, è stata archiviata, e i nastri sono stati cancellati: pertanto non è più possibile rivederle. Negli archivi Rai restano solo alcune sigle, girate in pellicola e senza la sovraimpressione dei titoli di testa.

mercoledì 11 aprile 2012

Televisione

La televisione in casa mia, è arrivata che avevo già sette o otto anni.
Come si faceva a vivere quando non c'era? mi ha chiesto una volta mio figlio, da bambino, stupefatto che una simile sciagura fosse possibile.  Si viveva ugualmente! Io, da bambina, giocavo come una pazza tutto il giorno e la sera crollavo con la testa sulla tavola ancora apparecchiata per la cena e piombavo nel sonno soddisfatto di chi aveva consumato ogni energia. Quindi non ricordo come passassero le serate i grandi. Immagino che ascoltassero qualche programma alla radio, che leggessero qualcosa o chiacchierassero con i vicini di casa.
Quando arrivò il primo televisore ero abbastanza grande da voler vedere carosello, il mitico, prima di andare a letto. TUTTI i bambini volevano vedere carosello!!


La pubblità che fino ad allora ci aveva solo sfiorato, era entrata con forza nella nostra vita, consigliandoci, condizionandoci e riempiendoci la testa con i primi tormentoni:









Anche io ho commesso un errore...con quella bocca può dire ciò che vuole...ma è un'ingiustizia, però....e così via.

Ma il bello della televisione erano i programmi del pomeriggio: la tv dei ragazzi. Per  vedere quelli si poteva smettere di correre, di saltare, di litigare e perfino di leggere. C'erano il mago Zurlì, il mago del giovedì, e tanti bei telefilm che ci facevano sognare:









Lassie, RinTinTin, Penna di falco, Zorro hanno accompagnato l'infanzia di quelli della mia età.
Poi siamo crescuiti un po' e allora anche i programmi che ci interessavano sono cambiati:





La famiglia Cunningham di Happy days, con Fonzie e  Bonanza

E poi ancora:




Hotchcock, Il tenente Kojak


e il mio preferito di ogni tempo:

Perry Mason!!!


C'è stata una stagione in cui la tv trasmetteva, la sera, per i grandi, da teatro delle bellissime commedie, con fior fiore di attori e poi sceneggiati da romanzi classici , a puntate, che tenevano inchiodati all'apparecchio. E la gente, oltre a divertirsi, imparava a conoscere opere di pregio. Ci si acculturava un po' senza il tedio della scuola.
Oggi la tv è tutta un'altra cosa....non la guardo quasi più!












sabato 17 marzo 2012

Pubblicità





https://plus.google.com/115059883502484074676/posts/Cmbk5PMEsid#115059883502484074676/posts/Cmbk5PMEsid

Se non lo conoscete,anche se è difficile, andate a vederlo ( non so caricare i video, ancora)!
Questo spot è troppo divertente...come non parlarne e non condividerlo? I due attori sono bravissimi , Marco Marzocca e Neri Marcorè...a volte la pubblicità è arte! Ricordate quella del" tu gusti is meglio di uan"??? Con uno Stefano Accorsi giovane e ancora sconosciuto,  che era  invidiato dagli amici sulla spiaggia perchè"sapeva le lingue"?
Se la pubblicità fosse sempre di questo livello, invece di perdersi in stupidaggini e volgarità, sarebbe un piacere guardarla!

scommetto che ci riderebbe pure lui!

E per chi non ricordasse la pubblicità del maxibon, eccola qui:
http://www.youtube.com/watch?v=KaqJERacaxk
ancora bella come anni fa!



mercoledì 7 marzo 2012

Misteri botanici

A proposito di misteri, oltre a fiori e giardini mi piacciono molto i libri e i film che raccontano atmosfere cariche di suspence, pensate dunque con quanto interesse ho seguito la serie televisiva "Giardini e misteri", dove si racconta di due amiche cinquantenni, Rosemary, ex docente universitaria di orticoltura, e Laura, ex poliziotta fresca di divorzio, che si occupano di ristrutturare parchi e giardini di antiche dimore o cottages nella campagna inglese. Per una serie di strane coincidenze (che solo la mente di un abile autore può immaginare) le due giardiniere si ritrovano ad indagare su misteriosi omicidi ed inevitabilmente riescono ad individuare il colpevole.
Una vera manna per me che adoro la profusione di rose ed erbacee perenni tipiche dei giardini inglesi così come la caccia agli indizi e alle tracce dell'autore del crimine....
Purtroppo alla prima serie di telefilm ha fatto seguito una seconda in cui le nostre detectives per motivi professionali si spostano all'estero,in Spagna , in Italia e in Costa Azzurra; i giardini affidati alle loro cure continuano ad essere scene del crimine, ma sparito il fascino del British countryside, l'atmosfera non è più la stessa.

 

Non mi risulta che siano state girate altre serie : forse è mancato l'audience o forse, cosa più probabile, le nostre amiche hanno dovuto chiudere bottega : per quanto bello sia il giardino, la presenza scontata di un cadavere deve aver indotto i proprietari a rivolgersi a giardinieri meno "impegnativi".