Visualizzazione post con etichetta manieri- leggende. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta manieri- leggende. Mostra tutti i post

sabato 19 ottobre 2019

Mete d'autunno

L'autunno è la mia stagione preferita, mi piace osservare il sole quando tramonta e sempre più spesso mi viene voglia di rivedere quei luoghi che un tempo erano meta di gite scolastiche o passeggiate della domenica. Sto invecchiando, è vero, e nel prenderne atto adeguo i miei desideri e le mie aspettative. C'è tanta bellezza comunque in questo nostro Paese, che se ne può godere senza intraprendere lunghi viaggi.




Qualche giorno fa, in occasione di una mostra florovivaistica, sono tornata a Grazzano Visconti, un posto sospeso tra sogno e realtà.




In provincia di Piacenza, nel paese di Vigolzone, c'è un castello di origine medievale, immerso nel verde e circondato da un grazioso borgo, noto come Grazzano Visconti

 



Verso la fine del 1400 in questo feudo  fu costruito un castello, forse su una struttura preesistente, dal conte  Giovanni Anguissola per abitarlo con la moglie Beatrice Visconti, sorella di Gian Galeazzo Visconti. Gli Anguissola mantennero la proprietà del castello fino al 1870, quando il conte, ultimo discendente, morì senza lasciare eredi diretti e la proprietà passò alla moglie Fanny Visconti di Modrone.






Dal parco si può accedere al cortile interno del castello.















Dal cortile si può visitare l'interno del castello solo se accompagnati da una guida e poiché alcune stanze sono tuttora occupate dai proprietari , non è consentito scattare foto. Dall'alto delle balconate tuttavia si può godere di nuove prospettive sul cortile e sui giardini privati.




























All'inizio del '900,  Giuseppe Visconti di Modrone avviò le operazioni di restauro del castello e delle sue pertinenze e fece costruire un piccolo villaggio in stile neogotico rinascimentale, con botteghe artigiane, abitazioni e locande che nel tempo è diventato una grande attrazione turistica.



































Il castello e il borgo sono circondati da un grande parco ricco di alberi secolari; nella zona antistante, propone gli schemi del giardino all'italiana: un ampio viale inghiaiato che porta all'ingresso del castello  e divide le spazio verde in due zone simmetriche a prato con sentieri lastricati e statue allegoriche. In questa domenica di settembre il parco si arricchisce di nuovi colori grazie alla presenza della mostra florovivaista.

















Come in tutti castelli che si rispettano, nel castello di  Grazzano Visconti non poteva mancare un fantasma.



Si tratta per la verità di un fantasma femmina, che viene rappresentato con delle piccole statue sia all'interno che all'esterno del castello. Il suo nome è Aloisa. Sposa di un Capitano di Milizia, morì di gelosia per il tradimento del marito mentre era alle Crociate e da allora vaga per il parco ed il castello in cerca di pace. Sembra che la poveretta  abbia la mano pesante e si diverta a menare pugni e schiaffi , a meno che sulla sua statua all'interno del castello non vengano messi monili e collane per soddisfare la sua vanità.
Castello che vai, fantasma che trovi...



venerdì 3 marzo 2017

Chateau de Jumilhac

 
 
 
 
Descritto nel XIX secolo da Gustave Doré come " il più romantico di Francia ", il castello di Jumilhac , di proprietà della famiglia fin dal XVI secolo incanta il visitatore della Dordogna per l'armonia dei volumi e la simmetria delle architetture.
 
 
 
 
 

I suoi tetti si slanciano verso l'alto in una armoniosa alternanza di coni e piramidi, con i pinnacoli dal significato allegorico che si stagliano contro il cielo.







A trasformare così la fortezza feudale eretta tra il XIV e il XV secolo, fu Antoine Chapelle, primo conte di Jumilhac (1579), alchimista e letterato, alla continua ricerca della Pietra Filosofale.














L' eleganza dell'edificio si rinnova nell'arredo degli interni:




















e come in ogni castello che si rispetti , anche qui non manca un'antica leggenda :




Quella di Louise de Jumilhac, sposa a 16 anni nel 1610 e vittima  di un marito molto molto geloso.



Il giovane di cui la  donna era innamorata già prima delle nozze, aveva la consuetudine, travestito da pastore, di portare le pecore al pascolo sotto le mura del castello e lei lasciava cadere il suo fuso (forse con un messaggio) , per cui è ricordata con il soprannome "la Fileuse" . Quando il marito si accorse della tresca, rinchiuse la moglie in una stanza del castello e lì la lasciò per molti, molti anni. Secondo alcune fonti però, alla morte del marito e alla fine della sua lunga prigionia, Louise riuscì comunque a coronare il suo sogno d'amore.
 
 
 
 
Già dal XVII secolo esisteva intorno al castello un giardino formale, con numerosi parterres. Purtroppo però nel corso del tempo e a causa di vicissitudini diverse, tra cui guerre e siccità, l'impianto originale era andato scomparendo.
 
Oggi però i giardini rivivono con lo splendore di un tempo anche se su una superficie più limitata.