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sabato 30 novembre 2019

Scienza e poesia : riflessioni



In maniera del tutto occasionale mi sono imbattuta in un articolo pubblicato da Ilenia Laghezzi sul blog AltraScienza nel marzo dello scorso anno, intitolato "Dante e le Stelle: un percorso poetico e scientifico."

Ho avvertito una tale sintonia con l'autrice e con il suo linguaggio semplice e scorrevole, che ho pensato di riportarlo di seguito, per condividerlo con chiunque abbia interesse a questo argomento.



"Cos'è la poesia se non la ricerca che l'uomo compie dentro di sè ?E' un percorso profondo alla scoperta della parte più vera ed intima di sè. La poesia scava nell'anima di chi la scrive e di chi la legge : il poeta svelerà la propria interiorità, il lettore troverà la chiave per guardarsi dentro, per iniziare un percorso di conoscenza e di sperimentazione, appunto.

Scienza e poesia cercano di comprendere come sono fatte le cose, la natura, l'universo; la poesia, come la scienza, la matematica, la fisica, è fatta di simboli, di segni, di ordine, di caos, di simmetria, di metrica, di numeri...Inoltre, i poeti esplorano l'ignoto nell'animo, come gli scienziati nella natura e nell'universo.




E, tra i poeti esploratori, fa capolino un fine descrittore  della natura umana e dell'infinito: Dante Alighieri. Dante sa legare con maestria i contenuti poetici alla scienza : descrive fenomeni naturali, i moti degli astri, la legge della riflessione della luce, anche. Si diverte , persino, a descrivere le macchie lunari. La stessa luce ha un posto rilevante nella sua poesia, non solo per il valore simbolico che essa contiene, ma anche per la bellezza con la quale si propone da sempre ai nostri occhi e ai nostri sensi.




Nel canto XV del Purgatorio, Dante descrive la legge della riflessione della luce (vv16-24):

"Come quando dall'acqua o dallo specchio
salta lo raggio all'opposita parte,
salendo su per lo modo parecchio
a quel che scende, e tanto si diparte
dal cader della pietra in egual tratta,
sì come mostra esperìenza ed arte;
così mi parve da luce rifratta
quivi dinanzi a me  esser percorso;
per che a fuggir la mia vista fu ratta."

In questi versi Dante spiega una legge dell'ottica, ovvero che il raggio riflesso viene deviato, rispetto alla verticale, di un angolo che è pari all'angolo di incidenza.




Il poeta descrive anche il fenomeno naturale dell'arcobaleno, riferendosi al meccanismo fisico che lo causa (ovvero l'aria piena di vapore, attraverso i raggi del sole che riflette in sé e rifrange anche, si adorna di vari colori, cioè forma l'arcobaleno) nella trattazione sulla generazione dell'uomo spiegata da Stazio (Purg. XXV, vv  90-93)


"e come l'aere, quando è ben piorno,
per altrui raggio che 'n sé riflette,
di diversi color diventa adorno."

Mi stupisco della conoscenza di Dante in materie che sembrerebbero lontane dalla letteratura e che, invece, tramite essa egli riesce a spiegare.

Per Dante, tutte le cose rispondono ad un ordine supremo e ogni cosa è inserita in un ordine cosmico che è forma e rende l'universo somigliante a Dio.(Paradiso, I canto, vv 1-3; vv 103-105):

"La gloria di colui che tutto move
per l'universo penetra e risplende
in una parte più e meno altrove"


E poi ancora:
"...le cose tutte quante
hanno ordine tra loro, e questo è forma
che l'universo a Dio fa simigliante."

Si potrebbe azzardare  a considerare che tutto, in quanto si riflette in Dio (non dimentichiamo mai il forte legame di Dante con la fede), è degno di essere osservato e conosciuto.

E'  quasi, e sottolineo quasi ,il presupposto della scienza moderna...

Anche le stelle nella Divina Commedia hanno un posto di rilievo: nel Canto XXXIV dell'Inferno, l'ultimo verso recita " e quindi uscimmo a riveder le stelle"; nel canto XXXIII del Purgatorio, negli ultimi versi, Dante scrive: "Io ritornai...puro e disposto a salire le stelle"; il Canto XXXIII del Paradiso termina con : "l'amor che move il sole e l'altre stelle".

E' una mia personale riflessione: le stelle lontane e luminose rappresentano il punto di riferimento in Dante, la sua guida nel percorso di purificazione, una sorta di faro che gli dona serenità. Del resto le stelle hanno sempre affascinato l'uomo: basta guardarle, le stelle, di notte e ci si sente rinfrancati. In pace.

L'incredibile effetto di questo incontro è stato ritrovarci a parlare di poesia, umanità e scienza con estrema naturalezza : uno scambio reciproco di esperienze, di parole , di sensibilità per sottolineare la necessità di imparare a guardare oltre, ad osservare in silenzio e ad imparare dall'altro."




Troppo spesso, a mio parere ci lasciamo catturare dalla fretta, dal rumore, dal canto delle cicale, da mille cose che hanno il solo scopo di sottrarci del tempo ; impariamo invece a cercare dentro e fuori di noi quello che potremmo definire "il lusso dell'anima".

martedì 25 giugno 2019

La nebbia






Potremmo dire che la nebbia è una nuvola appoggiata per terra, che rende scarsa la visibilità e avvolge ogni cosa rendendone indefiniti i contorni.

La maggior parte delle persone non ama la nebbia perchè, in effetti, crea disagio e anche pericoli, se si deve viaggiare in auto. Per di più è umida e penetra nelle ossa facendo venire voglia di chiudesi in casa.

La nebbia nasconde la bellezza del mondo, ma, diciamolo, ne nasconde anche gli angoli più brutti e addolcisce ogni cosa.

E proprio per questo la nebbia ha un suo fascino: rende il mondo ovattato, anche i suoni sono più dolci e pare che il ritmo della vita rallenti, concedendoci tempo per guardarci all'interno, per staccarci dalla realtà e abbandonarci in un mondo di sogno, rilassandoci e regalandoci pace e lentezza.



















E’ l’incertezza che affascina. La nebbia rende le cose meravigliose.
(Oscar Wilde)












La nebbia appare come conforto del solitario. Essa colma l’abisso che lo circonda.


(Walter Benjamin)







È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l’altro,
Ognuno è solo (…)
Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l’altro,
Ognuno è solo.
(Hermann Hesse)











Dopo tanta nebbia a una unasi svelanole stelle.Respiroil frescoche mi lasciail colore del cielo(Giuseppe Ungaretti)


















Nei giorni di nebbia puoi smettere per un attimo di guardare, puoi respirare, ed ascoltare… chiudi gli occhi e concentrati sulle tue sensazioni, perchè anche un giorno di nebbia non è per caso.
(Stephen Littleword)
























Anche la nebbia ha il suo fascino. Offusca la mente e predispone ai sogni.
(Monica Mollica Nardo)



















Anche questo tempo invernale freddo, uggioso può essere un invito ad abitare con se stessie cercare il silenzio e la buona solitudine,


un 'occasione per pensare, per leggere e non sciupare la vita in un viavai frenetico.


(Enzo Bianchi)












A me questo tempo uggioso piace: ombrosi e umidi, al riparo dalla luce e dal mondo esterno, stiamo ovattati nel nostro.


(ChiaraNonEsiste, Twitter)

























































































































Nebbia invernale, autunnale, primaverile...sempre diversa da se stessa e sempre affascinante!

domenica 4 febbraio 2018

Grazia

Qualche giorno fa un'amica di fb, Daniela Ladiè, ha condiviso un post di Twentytrees che riportava questa immagine, tratta da un quadro di Francois Hubert Drouais (1727-1775)






solo con questa scritta:

Lo stato supremo della bellezza, è la grazia.
Henri-Louis Bergson 1859-1941


e sono rimasta colpita dalla capacità di chi ha fatto quel post di scovare la grazia in un piccolo particolare che avrebbe potuto sfuggire nel guardare l'insieme dell'opera, che rappresenta una donna, nemmeno tanto bella.





E la definizione di Bergson mi ha indotto a scavare un po' nell'argomento.
Cosa è, davvero, la grazia?  Le varie definizioni sono queste:
- Espressione di armonia, semplicità, eleganza, naturale o acquisita: la g. di un fiore, di un volto, di un gestola g. di un verso poetico


-fascino dovuto a un’armonica fusione di eleganza, semplicità e dolcezza: grazia naturale, femminile; la grazia di un volto, di un dipinto.


- Gràzia s. f. [dal lat. gratia, der. di gratus «gradito; riconoscente»].  Qualità naturale di tutto ciò che, per una sua intima bellezza, delicatezza, spontaneità, finezza, leggiadria, o per l’armonica fusione di tutte queste doti, impressiona gradevolmente i sensi e lo spirito.

- Aspetto esteriore di oggetti o persone caratterizzato da bellezza, eleganza, semplicità: la g. di una pittura, di un viso; anche con riferimento agli atti e al contegno: muoversi, parlare con g.; estens. cortesia, buona educazione: comportarsi con g.; con riferimento a sapori e odori, prelibatezza, delicatezza: la g. di un vino, di un profumo; (spec. pl.) attrattive fisiche di una persona, spec. donna.


In effetti l'aggettivo è riferito quasi esclusivamente a ciò che concerne il femminile.
Ad un uomo sono richieste più forza e prestanza, che grazia. Anche quando è indispensabile, come per esempio ad un ballerino classico che volteggia su un palco, è sicuramente più importante avere muscoli ben allenati, che fanno passare in secondo piano la leggerezza dei suoi movimenti. 





Ma oggi la grazia è ancora richiesta ad una donna per essere apprezzata? In linea di massima parrebbe di no, le donne sono emancipate, indipendenti, forti. Non hanno molta voglia di essere aggraziate, eppure, anche quando non vorrebbero, la femminilità fa capolino in gesti ad atteggiamenti e se si guarda attentamente si ritrova la grazia nel loro modo di essere: nel gesto inconsapevole della bambina che si raccoglie i capelli dietro la nuca, in quello della ragazza che accetta un fiore e se lo porta al naso, nel sorriso nascosto dietro un giornale...

Non è  facile trovare immagini moderne che, come quella del pittore Drouais, esprimano questa qualità. 




Nell'arte è attribuita molto spesso alla Madonna



e nell'ottocento è stata utilizzata in pubblicità


Ho cercato qualche immagine che attualizzi il concetto per dimostrare che la grazie è sempre presente ed apprezzabile


















E che dire di questi artisti??? Fantastici, vero! Che GRAZIA di movimenti!