giovedì 22 maggio 2014

C'era una volta il re

L'origine del sistema delle residenze sabaude risale al 1562 quando il duca Emanuele Filiberto I di Savoia decise di trasferire la capitale del Ducato a Torino e iniziò a commissionare il rifacimento di antichi castelli e la costruzione di nuove residenza nella cintura verde che circonda la capitale di quello che sarebbe diventato il Regno di Sardegna.Fu allora che iniziò a prefigurarsi quello che i successori trasformarono in un vero e proprio progetto di pianificazione territoriale per il quale alla creazione del sistema di residenze, che contribuì a dare a Torino e ai suoi dintorni un'impronta barocca, si accompagnò la ridifinizione del tracciato stradale e delle rotte di caccia.
Questo progetto di riorganizzazione complessiva del territorio, sviluppato in particolare tra il XVII e il XVIII secolo, ebbe anche una valenza simbolica, volta a celebrare il potere assoluto dei Savoia con la creazione di una "zona di comando" nella capitale dove il potere accentrato veniva esercitato nelle sue forme politiche, amministrative e culturali, facilmente raggiungibile da tutto il territorio circostante mediante il rinnovato sistema viario.




Di questa sistema di residenze sabaude fa parte di Castello del Valentino, che nella sua struttura architettonica ci ricorda i castelli di Francia.
L'antico castello fu acquistato dal duca Emanuele Filiberto di Savoia su consiglio di Andrea Palladio.
L'origine del suo nome è incerta. Il primo documento in cui appare il nome Valentinium è del 1275; qualcuno fa risalire il suo nome a san Valentino perchè le reliquie di questo santo, martire giovinetto del '200, sono conservate dal 1700 in una teca di cristallo nella chiesa di S.Vito, sulla collina prospiciente il Parco del Valentino, trasferite in seguito alla distruzione di una chiesetta vicina all'attuale parco.
Alcuni studiosi affermano che, in un singolare intreccio di memoria religiosa e mondanità, si soleva un tempo celebrare nel parco fluviale torinese, proprio il 14 febbraio, ora festa degli innamorati, una festa galante in cui ogni dama chiamava Valentino il proprio cavaliere.






Il castello deve la sua forma attuale a Madama Reale, la giovanissima Maria Cristina di Borbone, sposa di Vittorio Amedeo I di Savoia e figlia di Enrico IV, primo re di Francia di ramo borbonico.
Proprio alla Francia si ispira lo stile di questo splendido palazzo: quattro torri angolari cingono l'edificio a forma di ferro di cavallo, con un'ampia corte a pavimento marmoreo. I tetti con due piani mansardati (solo dei falsi piani) sono tipicamente transalpini e tutto lo stile architettonico riflette i gusti della giovane principessa.
I lavori durarono quasi 30 anni su progetti di Carlo e Amedeo di Castellamonte: la duchessa Maria Cristina vi abitò fin dal 1630 e proprio a lei si deve lo scenico arco di ingresso sulla facciata con lo stemma sabaudo.
Il nome di Madama Reale le venne dato anche perchè, alla morte del marito, mantenne la reggenza in nome dei figli ancora piccoli.
Donna molto bella e sensuale, amante delle feste e dei balli, fu al centro dei pettegolezzi di Corte che le attribuirono molte avventure galanti ed anche un favorito : il conte Filippo d'Agliè.





Nel XIX secolo il castello subì piccoli cambiamenti architettonici ma venne anche depredato dei suoi splendidi arredi seicenteschi dai soldati francesi di Napoleone.
Dopo anni di abbandono ora il castello, grazie ai recenti restauri, sta ritrovando il suo antico splendore











  
Anche la Villa della Regina fa parte del circuito delle residenze sabaude .




 Si tratta di una villa seicentesca situata sulla collina di Torino, costruita per volontà di Maurizio di Savoia - prima cardinale e poi, dal 1641, principe d'Oneglia - e passata poi alla moglie Ludovica di Savoia. In seguito fu destinata a dimore delle sovrane sabaude, motivo del nome con cui è conosciuta attualmente.


Maurizio di Savoia


 Fu progettata intorno al 1615 dall'architetto romano Ascanio Vitozzi che però morì nello stesso anno. La Villa, originariamente concepita come una sontuosa residenza di campagna con annessi vigneti, venne allora realizzata dagli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte.

Il cardinale Maurizio di Savoia era un uomo di grande cultura che rinunciò successivamente alla porpora cardinalizia per vivere in questa villa con la nipote Ludovica Maria di Savoia, che nel 1642,all'età di 13 anni, era diventata sua moglie.





Belvedere superiore

 Pensate che la vostra casa sia troppo grande ? che vi dia troppo da fare per mantenerla in ordine e in buono stato? Consolatevi...siete decisamente più fortunati di quei poveri Savoia che tanto hanno tribolato per allestire un semplice casino di caccia....





 Questa è la Palazzina di caccia di Stupinigi, alla periferia sud- occidentale di Torino, un'opera dell'architetto Filippo Juvarra, iniziata nel 1729 e finita nel 1754.

In questa zona , già in epoca medievale, sorgeva un piccolo castello, che anticamente difendeva il paese di Moncalieri. Per anni la proprietà fu contesa fra i rami principali e cadetti dei Savoia; fu Vittorio Amedeo II  a decidere la trasformazione del complesso in forme degne del titolo reale a cui era ascesa Casa Savoia, affidandone il progetto a Filippo Juvarra.
L'inaugurazione ufficiale della palazzina di caccia avvenne formalmente nel 1731, e da allora vi si tennero molte battute di caccia, tuttavia i lavori proseguirono per parecchi anni. Particolare attenzione fu dedicata alla decorazione degli interni tra cui gli appartamenti del re e della regina.  




Il complesso è inserito all'interno di un vastissimo giardino geometrico con un continuo succedersi di aiuole e viali. Il parco circostante, delimitato da un muro di cinta e intersecato da lunghi viali, fu progettato dal giardiniere francese Michael Bernard nel 1740. Nel 1992 è stato istituito il Parco naturale di Stupinigi, che si estende per quasi 1.700 ettari ed ha una discreta varietà faunistica.


Raccontare in questa sede tutte le dimore che fanno parte del circuito sabaudo non mi sembra cosa opportuna. Se qualcuno ne fosse particolarmente interessato, può trovare numerosi itinerari proposti da varie agenzie turistiche presenti in rete o da siti istituzionali, con relative mappe e documentazione fotografica.
Da parte mia vi propongo di concludere questo mini tour con la visita alla Reggia di Venaria Reale.




La reggia di Venaria Reale è probabilmente la seconda in Italia per dimensioni in termini di volume; la reggia di Caserta è la più grande residenza reale nel mondo con oltre 2 milioni di mc.

La reggia di Venaria fu progettata e costruita in pochi anni, dal 1658 al 1679, su progetto degli architetti Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove. A commissionarla fu il duca Carlo Emanuele II che intendeva farne la base per le battute di caccia nelle brughiera collinare torinese.
Lo sviluppo del progetto originale portò alla realizzazione di un unicum che comprendeva intorno al cuore della struttura, la reggia di Diana, il borgo, le scuderie, i canili, i giardini.

Durante l'occupazione napoleonica, il complesso subì i primi danneggiamenti e dalla fine delle guerre napoleoniche fino al 1978 la reggia fu utilizzata a fini militari causandone un progressivo degrado.

Dal 1998 al 2007 la reggia di Venaria è stata oggetto di un imponente restauro che le ha ridato il suo antico splendore. Anche i giardini, completamente distrutti, sono stati pazientemente ricostruiti.


















Ancora una volta possiamo essere orgogliosi dell'immenso patrimonio storico ed artistico del nostro Paese e consolarci un po', con questo, di tutte le magagne che non riesce proprio a togliersi di dosso.

(info liberamente tratte da Wikipedia e dalla rete)



1 commento:

  1. Mi sono deliziata a leggere questo post, ripromettendomi mentalmente di colmare le mie gravi lacune in materia. Concordo con te, l'Italia non finisce di stupirmi! Importante sarebbe che non ci stupissero certi italiani.

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