mercoledì 28 maggio 2014

A ritroso nel tempo 2

Ci eravamo lasciati alle soglie dell'Ottocento, dopo aver raccontato a grandi linee la storia del libro a stampa a caratteri mobili fin dalle sue prime apparizioni e dopo aver constatato che, nonostante la sua progressiva diffusione, per secoli il libro era stato un bene destinato esclusivamente ad un pubblico adulto.






Dal punto di vista dell'editoria, nell'Ottocento si assiste alla trasformazione delle tecniche di stampa e si individuano nuovi procedimenti per la fabbricazione della carta, fatta ora con la pasta di legno. Il torchio viene sostituito con la macchina piana da stampa e la composizione dei caratteri non viene più fatta a mano ma utilizzando le macchine compositrici.
Il livello di alfabetizzazione si innalza progressivamente e aumenta la richiesta di libri.

Parallelamente  la figura del bambino emerge da una sorta di limbo per collocarsi al centro di un progetto di formazione pedagogica che prevede anche l'uso di strumenti didattici, tra cui appunto il libro.

Purtroppo nel nostro Paese anche nell'Ottocento si registrano ancora altissimi livelli di analfabetismo. Si calcola che all'epoca dell'unificazione, intorno al 1860, la percentuale di analfabeti nella penisola fosse superiore all'80%. In tali circostanze è difficile pensare che possa svilupparsi una vera e propria letteratura per ragazzi!
Tuttavia qualcosa si muove :

La diffusione del Romanticismo in Italia e in altri Paesi dell'Europa, con  il rinnovato interesse per il folklore, diede impulso alla creazione o rivisitazione per i bambini di  miti, fiabe e leggende tratte dalla tradizione popolare orale, da raccogliere e stampare in libri, come ad esempio Le fiabe dei fratelli Grimm, ma furono pubblicate anche creazioni letterarie completamente estranee alla tradizione, come le fiabe del danese Hans Christian Andersen, le mie preferite.





Già ho detto come alcuni prodotti letterari del '700, inizialmente destinati ad un pubblico adulto, siano rientrati più tardi nella storia della letteratura per ragazzi per via dei temi trattati, viaggi e avventure. Il romanzo d'avventura ebbe grande successo nell'800 in Europa con Alexandre Dumas e i  suoi Moschettieri prima, e poco più tardi, con Jules Verne e i suoi romanzi a sfondo scientifico ; da oltre oceano arrivavano i romanzi di James F.Cooper che raccontavano della vita di frontiera e del Far West, come L'ultimo dei Mohicani.






Ad ampliare gli orizzonti e i contenuti di libri destinati ai più giovani venivano trattati anche temi come il razzismo  e la condizione dei neri americani - si pensi al successo di libri come La Capanna dello zio Tom - oppure allo sfruttamento del lavoro minorile e alle numerose ingiustizie sociali raccontate da Charles Dickens nei suoi romanzi.

Anche la letteratura italiana ebbe in Emilio Salgari un grande narratore di avventure esotiche, scritte in circa ottanta romanzi suddivisi in vari cicli.

In Italia gli anni d'oro per lo sviluppo di una vera e propria letteratura per ragazzi si collocano intorno all'unificazione nazionale.
Nel 1878 un maestro del verismo, Luigi Capuana, pubblicò Scurpiddu, il suo più famoso e riuscito racconto tra i molti libri di fiabe espressamente dedicati ai bambini, ma fu Carlo Lorenzini, in arte Collodi, a scrivere un autentico capolavoro della letteratura infantile di tuttti i tempi, Le avventure di Pinocchio, pubblicato prima a puntate sul "Giornale per i bambini" tra il 1881e 1883 e poi in volume nel 1883 , conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.






Pochi anni dopo la pubblicazione di Pinocchio, nel 1886 uscì in Italia un altro libro per l'infanzia di grande successo, "Cuore" di Edmondo De Amicis, in cui, attraverso le pagine del diario scolastico di uno studente di terza elementare, si narravano in toni melodrammatici  storie di dirittura morale, senso del dovere e amor patrio.




Il tema del diario tornerà qualche anno dopo, ma con uno spirito completamente diverso, in un altro libro di grande successo, " Il giornalino di Gian Burrasca" di Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli), la divertente storia di un ragazzino ribelle che ne commette di tutti i colori.





Nonostante le date sopra riportate possano sembrare molto lontane nel tempo, mi rendo conto che questi ultimi sono prorio i libri della mia infanzia, libri che ho letto e riletto e conservato con cura. Sono parte di me, della mia storia, e un po' anche di quella dei miei figli. 

Di tutto quello che si è scritto e pubblicato dopo per l'infanzia so molto poco, perciò lascio che a raccontarlo siano quelli più esperti di me. Per rispettare però lo scopo annunciato di questa chiacchierata- raccontare la storia del libro e delle figure- vorrei dedicare un po' di spazio ai libri illustrati.
 




 Il più antico libro illustrato per bambini che si conosca è l'Orbis sensualium pictus, pubblicato in latino già nel 1658 dall'educatore protestante John Amos Comenius.
E' il primo "sussidiario" della moderna didattica elementare. Si tratta di una piccola enciclopedia del sapere, una specie di compendio delle conoscenze elementari: gli elementi naturali, gli animali, i vegetali, l'uomo, la casa, gli strumenti per rappresentare il tempo e lo spazio, la lettura e la scrittura, la famiglia , la città, ecc.
Ogni unità didattica è formata da tre sezioni:le figure, le nomenclature, le descrizioni.

Un'iniziativa geniale ma che dovrà attendere a lungo prima di far proseliti...

Pinocchio e Gian Burrasca furono le prime opere per l'infanzia italiane illustrate, secondo un modello molto diffuso in Francia e soprattutto in Gran Bretagna.
A cavallo fra il XIX e il XX secolo l'editore Antonio Donah, a Genova, affiancò sulla pagina le immagini alle parole anche per i romanzi di Salgari.




L'importanza dell'immagine nei libri destinati ai bambini e ai ragazzi veniva tenuta in sempre maggior considerazione, tanto che si affermò la consuetudine del libro illustrato, anche per i più piccoli.

In quel lungo percorso iniziato dal lontano Orbis sensualium pictus fino alle immagini sempre più raffinate dei libri attuali, all'inizio degli anni '50 , quelli della mia generazione sono stati, come ho già detto all'inizio di questo lavoro, particolarmente fortunati, come testimoniano i "tesori" raccontati in questo blog e in quelli ad esso gemellati.





Le figure, prima ancora delle parole, erano le nostre allegre compagne.

Figure,figure,figure... ma se proprio ci piace andare a ritroso nel tempo, perchè non fare un passo un po' più lungo,andare un po' più in là, a cercare figure prima ancora della stampa a caratteri mobili ?!?  
Mi è venuta un'idea...

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