sabato 10 maggio 2014

Dindì e Tom Jobim

Come sanno i miei amici, il mio vero nome è Adele. Nome che nessuno ha mai adoperato per chiamarmi perchè fin da quando ero piccolissima e alzavo il ditino dicendo dindin, ogni volta che sentivo le campane, sono stata Dindin. Per mio papà sono ancora Dindin, per la mia famiglia sono diventata Dindì, mentre per mio marito e per gli amici che mi sono fatta da cinquant'anni a questa parte, l'accento si è trasferito sulla prima i. 
Stamattina mi sono chiesta se ci siano altre persone che portano lo stesso nome o soprannome e in internet ho trovato qualcosa.  Qualcosa che devo approfondire perchè, per ora, la mia attenzione si è fermata su un grande compositore: Tom Jobim che ha scritto una canzone con questo titolo. Ecco qualcosa su di lui da:http://www.musibrasilnet.it/archivio/Undici/TestiJobim.htm





Per lui ogni presentazione sarebbe superflua: basti dire che è il più importante compositore brasiliano della seconda metà del '900 e uno dei più importanti in assoluto del secolo scorso. Autore - da solo o insieme ad altri nomi prestigiosi come Vinicius de Moraes - di decine e decine di canzoni che hanno fatto la storia della musica popolare brasiliana, Jobim nacque nel 1927 a Tijuca (Rio de Janeiro) e a 19 anni si dedicò allo studio dell'architettura, che abbandonò quasi subito per la musica. Nel 1953 Ernani Filho registrò la sua prima composizione, "Pensando em você". Ma il vero successo per lui arrivò qualche anno più tardi, quando nel 1958, insieme a João Gilberto, diede vita alla bossa nova. Da quel momento in poi la musica di Jobim si fece conoscere in tutto il mondo grazie alle sue numerose incisioni, ma anche alle riproposizioni dei suoi brani da parte di centinaia di interpreti che hanno reso e continuano a rendere omaggio alla sua opera. E' scomparso nel 1994, a New York.

Le sue canzoni non sfigurerebbero in un libro di poesie. La più famosa è desafinado:


Stonato

Se tu dici che sono stonato, amore
Sappi che questo in me provoca immenso dolore
Solo i privilegiati hanno un orecchio come il tuo
Io possiedo solo quello che mi ha dato Dio
E se insisti nel considerare
Il mio comportamento come antimusicale
Io stesso, mentendo, devo argomentare
Che questa è Bossa Nova, che è molto naturale
Ciò che tu non sai, e che nemmeno intuisci,
E' che anche gli stonati possiedono un cuore
Ti ho fotografato con la mia Rolley-Flex
E ne è uscita la tua enorme ingratitudine
Non potrai però parlar così del mio amore
La cosa più grande che tu possa incontrare
Tu con la tua musica hai dimenticato l'essenziale:
Che nel petto degli stonati
Nel fondo del petto, batte in silenzio
Anche nel petto degli stonati
Batte un cuore. 







Ma che cosa ne dite di questa?:

Troppo

Tutti credono ch'io parli troppo
E che beva troppo
Che questa vita agitata non serve a niente
Continuare a passare di bar in bar
Dicono persino che rido troppo
E che racconto troppi aneddoti
Che non smetto mai di fumare, e che con l'auto
Corro di qua e di là, ma arrivo sempre nello stesso posto
Nessuno sa che questo succede perché
Passo la vita cercando di dimenticare te
E il motivo per cui vivo questi giorni banali
E' perché sono triste, sono troppo triste
E' per questo che parlo troppo
E' per questo che bevo troppo
E il motivo per cui vivo una vita troppo agitata
E' perché il mio amore per te è immenso
Il mio amore per te è così grande
Il mio amore per te è troppo enorme.





ed infine quella che porta il mio nome, ma...non parla di me!


Dindì

Cielo, immenso cielo, e banchi di nuvole che passano leggeri
Dove andranno mai, chissà!
E il vento che sussurra alle foglie, raccontando storie che non son di nessuno
Ma che sono le mie e le tue…
Ah, Dindì
Se sapessi il bene che ti voglio
Il mondo sarebbe, Dindì, bello Dindì
Ah, Dindì
Se un giorno te ne andrai, portami con te, Dindì
Resta Dindì, vedi, Dindì
E le acque di questo fiume, dove vanno, chissà
Per tutta la mia vita ho aspettato, aspettato
Che arrivassi tu, Dindì
Che sei la cosa più bella che esiste
Ma tu non esisti, Dindì
Vedi, Dindì
Indovina, Dindì
Lascia, Dindì
Che ti adori, Dindì… 





e questa, ovviamente, non sono io.....

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