sabato 30 maggio 2020

Mughetti


Volevo salutare il mese di maggio che se ne va, parlando dei mughetti, fiori per eccellenza di questo mese. Nel cercare notizie su questo fiorellino mi sono imbattuta in una serie grandissima di immagini, sulla pagina facebook di Miss Liliy Bliss.







Immagini non solo del fiore, ma anche di oggetti che lo rappresentano. Non ho resistito e le ho prese tutte...quindi, dopo qualche informazione sul mughetto, troverete una serie di immagini rubate, assolutamente da condividere.






Mughetto, fiore profumato e simpatico, ottimo anche se non classico, per i bouquet da sposa, ingrediente per rimedi naturali e ospite dei nostri giardini. Non è affatto facile da coltivare ma è comunque molto diffuso nei giardini perché fiorisce in modo meraviglioso ed emanando un profumo unico. Infatti è usato anche nel campo della cosmetica anche se risulta velenoso in ogni sua parte.














Il nome scientifico del Mughetto è Convallaria.


Questo termine deriva dal latino “convallis” e fa riferimento all’habitat di origine di questa pianta. Infatti il nostro Mughetto cresce e vive nelle valli alpine, spontaneamente, e lo si trova a proprio agio nelle aree in cui le temperature sono fresche e ha a disposizione posizioni da occupare che siano ombreggiate fino alla fine della primavera.









La leggenda narra che l’usignolo attenda la fioritura del Mughetto per andare a cercare l’amore, mentre i monaci la usavano per adornare gli altari, come se le campanelle disposte a scalini fossero la rappresentazione di una scala candida verso il paradiso. Secondo antiche credenze popolari, invece, con il suo intenso aroma si poteva migliorare la memoria. Per tale motivo il Mughetto veniva usato durante alcuni rituali sacri.










Il motivo per cui, fin dal Medioevo, sia un fiore utilizzato nei matrimoni è grazie anche al suo significato legato a caratteristiche di castità, purezza, modestia e felicità. Molte spose utilizzano addirittura un piccolo ramo di Mughetto come il “quinto elemento” del loro matrimonio assieme ai tradizionali “qualcosa di vecchio”, “qualcosa di nuovo”, “qualcosa di prestato” e “qualcosa di blu”.




Nel linguaggio dei fiori il Mughetto è solitamente sinonimo di felicità ricorrente e portafortuna, un auspicio a ritrovare quella serenità perduta dopo momenti non molto positivi; il suo significato è la diretta conseguenza del fatto che questo fiore sbocci a Primavera, la stagione che annuncia quindi la fine del lungo Inverno e il ritorno quindi alla serenità. Questo suo significato augurale, come dicevamo anche prima, fa sì che venga spesso utilizzato negli allestimenti floreali di occasioni importanti.









Dal punto di vista cristiano, esistono tre diverse leggende legate all’origine di questa pianta: la prima vede il Mughetto nato dalle lacrime di Eva quando venne cacciata insieme a Adamo dal Giardino dell’Eden; la seconda associa invece la nascita di questa pianta alle gocce del sangue di San Leonardo cadute sul terreno durante una dura lotta contro il demonio da cui uscì ferito ma vittorioso, invece, la terza e ultima leggenda, associa la nascita della pianta alle lacrime della Madonna cadute a terra a causa della crocifissione del proprio figlio sul monte Golgota.







Alcune proprietà magiche che vengono attribuite al mughetto sono ad esempio quella di proteggere i giardini dagli spiriti malvagi e come amuleto contro gli incantesimi delle streghe. Inoltre, il Mughetto è considerato anche il fiore delle fate e i suoi piccoli campanellini verrebbero da esse utilizzati come coppe da cui bere. In alcuni paesi europei si pensa anche che questa pianta avvicini l’uomo al cielo, aiutandolo a vedere il mondo in maniera positiva e il futuro più luminoso; a tale proposito, un soprannome che viene spesso utilizzato per descrivere i fiori del Mughetto è “scale per il Paradiso”, è infatti proprio la forma di essi, ma soprattutto la loro disposizione a gradini sugli steli, che ricorda una scala che si sviluppa verso l’alto.



































































Ed ecco, come promesso, gli oggetti decorati con i mughetti





























































































giovedì 28 maggio 2020

L'altalena



Ieri dalla finestra della cucina osservavo nel giardino del vicino la tenera scenetta di una bimba al suo primo approccio con l'altalena, sotto l'occhio vigile del suo papà. Impossibile non fare un salto a ritroso nel tempo per ricordare le emozioni e le paure di quella "prima volta" che con ogni probabilità hanno condiviso tutti i bambini del mondo.
Quanti ricordi sono tornati alla mente ... c'era un giardino, c'erano  rose, c'erano bambini, c'erano  lucciole e soprattutto c'era un'innocenza che ci permetteva di gustare tutto fino all'ultima goccia, o all'ultima briciola...e io quell'infanzia me la sono proprio goduta.


Ma dopo questo inevitabile bagno di tenerezza retrò, ecco farsi avanti la solita petulante curiosità : quando è nata l'altalena ? com'era in origine ? chi l'ha inventata?

Non è stato difficile trovare le risposte, ma non avrei mai pensato che fossero così lontane da quelle del mio "piccolo mondo antico".




Quando dico "lontane" non intendo riferirmi al tempo: è vero che, come testimoniano le immagini ritrovate su manufatti molto antichi, l'altalena era già conosciuta in un lontanissimo passato, ma rappresentava  cosa ben diversa dalla spensieratezza di un gioco, stando a quello che di lei raccontano i miti e le leggende.

Tra le differenti versioni, sorte inevitabilmente nel trascorrere dei secoli, ho scelto quella che mi è sembrata più attendibile, per le fonti storiche citate.


" Erigone era la giovane e bellissima figlia di un ricco ateniese, Icario, che ospitò Dioniso, quando il dio discese ad Atene per donare agli uomini la vite e il vino.
Il dio regalò al suo ospite un otre di vino, allo scopo di farlo assaggiare anche ai suoi vicini. Icario, quindi, lo donò ai pastori che, una volta ubriachi, pensarono di essere stati avvelenati
e uccisero a bastonate il povero Icario.

Erigone, grazie al fedele cane Mera, trovò il cadavere del padre ai piedi di un albero e per il dolore s'impiccò a un ramo. La povera Mera rimase sulla tomba della sua padroncina fino alla morte, quando Dioniso la trasformò nella costellazione del Cane.

La collera di Dioniso non si fece attendere : egli infatti scagliò una maledizione su Atene per cui tutte le giovani donne della città impazzivano e si impiccavano. I cittadini allora punirono i pastori e istituirono una festa per ricordare Erigone."

Nonostante le differenze che emergono dalle diverse narrazioni, l'importanza simbolica che aveva l'altalena nella Grecia antica è confermata dalle celebrazioni che si tenevano ogni anno ad Atene e che si chiamavano le aiora, festa delle altalene, in cui giovani ragazze venivano impiccate e lasciate dondolare sui rami di un albero.

Adesso forse chi mi legge capirà perché la ricerca delle origini di questo gioco, così lieve e spensierato nei miei ricordi, mi abbia destabilizzato non poco. Gli studiosi ritengono che le aiora fossero la celebrazione di un rito di passaggio, al femminile, fra l'età della giovinezza e quella della maturità sessuale; la morte è dunque simbolicamente quella della bambina che lascia il posto alla donna/moglie.

Sarà così, forse, ma per scrollarmi di dosso tutte le perplessità che questa teoria mi ha procurato, mi sono lasciata la storia alle spalle e mi sono rivolta all'arte, dove ho trovato non una, ma tante altalene che mi piacciono di più, che nella visione dei pittori portano in alto, magari a toccare perfino il cielo.

Jean Honoré Fragonard



Francisco De Goya




Jean Baptiste Joseph Pater



George Faulkner Wetherbee



Pierre- August Renoir




Pierre Auguste Cot





Winslow Homer





















Stefano Davidson