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domenica 16 febbraio 2020

La donna che inventò la mossa








Nel passaggio dall'Ottocento al Novecento si verificarono diverse circostanze che influirono profondamente sul mondo delle scene teatrali nel nostro Paese, prima fra tutte l'invenzione del tempo libero, che fece lievitare sensibilmente la domanda di spettacolo soprattutto da parte della piccola borghesia e della classe operaia.
 
Fu così che progressivamente, accanto alle rappresentazione teatrali tradizionali, tragedie, commedie, opere liriche, messe in scena all'interno degli edifici da tempo ad esse consacrate, nacquero nuovi luoghi e nuove forme di intrattenimento come l'operetta, il caffè concerto, il varietà, la rivista , l'avanspettacolo per rispondere a quel nuovo genere di pubblico che chiedeva puro intrattenimento.

Il Futurismo in particolare, movimento artistico e culturale sorto in Italia nei primi decenni del Novecento, scriveva nel suo Manifesto:

" Il teatro di Varietà, nato con noi dall'elettricità, non ha fortunatamente, tradizione alcuna, né maestri, né dogmi e si nutre di attualità veloce.
E' assolutamente pratico , perché si propone di distrarre e diverire il pubblico con degli effetti di comicità, di eccitazione erotica e di stupore immaginario."





Più avanti con l'avvento del cinema e il suo progressivo successo presso il grande pubblico, sarà questa nuova forma di intrattenimento a prevalere sopra ogni altra forma di spettacolo.
 
Ripercorrendo la storia del varietà della prima metà del Novecento, nella gran quantità di personaggi che lo hanno animato, mi è apparsa singolare la figura di Maria Campi, a cui viene attribuita l'invenzione della "mossa".




(da Wikipedia)

Maria Campi, nome d'arte di Maria De Angeli, nacque a Roma il 31 marzo 1877.
Dopo un'infanzia povera, debuttò sulle scene nel 1901, al teatro Varieté e poi al Salone Margherita , dove fu notata da Giuseppe Jovinelli, che la fece esibire nel suo teatro, come protagonista dell'operetta La Mascotte, di Edmond Audran, con il compenso di 1 lira a serata.

Visto il buon gradimento del pubblico, Maria Campi fu scritturata per una tournée nei teatri di San Pietroburgo , durante la quale ottenne un grande successo ballando davanti all'aristocrazia russa e alla corte dello czar Nicola II. I rampolli della nobiltà russa fecero a gara per ricoprirla di inviti e gioielli.





Richiesta nei maggiori teatri d'Europa, in pochi anni riuscì ad imporsi come primadonna italiana del varietà.

Dotata di bellezza molto vistosa, mandava in visibilio il pubblico con la sua celebre "mossa" e,  soprattutto, con motti romaneschi piuttosto salaci, attraverso i quali soleva interloquire con gli spettatori, durante l'esecuzione delle sue canzoni piccanti, spesso suggeriti da Petrolini, Alberto Bambi e Trilussa, suoi fraterni amici.






Guido da Verona descrisse Maria Campi nel romanzo biografico La donna che inventò l'amore ,pubblicato nel 1915 , dal quale fu liberamente tratto il film di Marcello Fondato Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa, dove la Campi viene interpretata da Monica Vitti.



 
 

 


 

Maria Campi partecipò anche a qualche film muto e nel secondo dopoguerra, quando si era ormai ritirata dalle scene, accettò una particina offertale da Vittorio De Sica nel film Sciuscià.




Morì al Policlinico Umberto I di Roma, a 86 anni, per malattia cardiaca.




 

martedì 6 febbraio 2018

La performance di un ex biondo






I capelli sono sempre così, sparati, e si vede che lui ci tiene perchè un gesto inconscio e meccanico ogni tanto glieli fa tirare verso l'esterno per dare volume, ma non sono più biondi. Nè naturali, nè aiutati. Ha avuto il buon gusto di lasciarli brizzolati, a denotare la sua maturità.
La voce è quasi la stessa. Anzi, proprio la stessa, se si considera che è passata attraverso un cancro alla gola.
Lui è sempre uguale, pieno di un'energia che noi suoi coetanei ci siamo scordati da un bel pezzo.
E così ancora una volta ha fatto uno spettacolo veramente entusiasmante: il pubblico era esaltato, nonostante la scomodità dei seggiolini.
Rod ha l'intelligenza di circondarsi di una band superlativa. Evidentemente non teme di passare in secondo piano, conosce il proprio valore e il proprio carisma, quindi ha scelto dei musicisti di ottimo livello. Sei uomini: chitarristi, batteristi, tastierista e sassofonista e sei ragazze che non si limitano a ballare o a fare il coro, ma suonano anche arpa e violini. Tutta gente non giovanissima e quindi con una tale esperienza, che permette di tenere la scena, dando a lui la possibilità di tirare il fiato, ogni tanto, e di cambiare look. Un look sempre eccentrico, come un vestito dorato, tipo incarto di cioccolatino, o giacche zebrate e scarpe glittering, ma mai volgare o pacchiano. Tutto è spettacolo per esaltare una voce a cui si unisce spesso quella del pubblico, che conosce le canzoni e ama cantarle insieme a lui. Perfino i palloni da lanciare ai tifosi, che condividono la sua passione per il calcio, se non per la sua squadra del cuore, diventano un comune denominatore fra il cantante e chi lo ascolta.
E' stata una gran bella serata, ci siamo goduti a fondo i biglietti che ci hanno regalato per Natale. Speriamo che Rod Stewart torni presto in Italia, perchè se continua così, possiamo dire che invecchiando migliora!



















mercoledì 23 agosto 2017

Ziegfeld






Florenz Ziegfeld (1867-1932) è stato un impresario teatrale statunitense.
Cominciò a lavorare nel 1893, come manager del celebre culturista Eugen Sandow. Successivamente passò ad occuparsi dell'attrice teatrale Anna Held, che in seguito sarebbe divenuta sua moglie.




Nel 1907produsse a Broadway il suo primo spettacolo, The follies of 1907, ispirato alle Folies Bergére di Parigi.
 Con questa rivista cominciò la lunga e trionfale serie di spettacoli che va sotto il nome di Ziegfeld Follies. Abile scopritore di talenti e dotato di un grande fiuto per ciò che riguardava il gusto del pubblico, Ziegfeld lancerà nomi di gran qualità e grandissimo successo ( tra questi Paulette Godard). 
Questi spettacoli musicali continueranno col consenso della critica e del pubblico fino al 1031.
Produsse inoltre commedie musicali di grande levatura artistica, come Sally (1920), Show Boat (1927), Rio Rita (1927), Whoopee!(1928) e Bitter Sweet (1929).









Nel '29 Ziegfeld subì un duro contraccolpo finanziario a causa della Grande Crisi.
Dopo il divorzio da Anna Held (il matrimonio durò dal 1897 al 1913), nello stesso anno sposò l'attrice Billie Burke, dalla quale ebbe la figlia Patricia, nata nel 1916. Billie Burke rimase vedova di Ziegfeld quando l'impresario morì all'età di sessantacinque anni il 22 luglio 1932.



Più di sette decadi dalla sua morte, il nome di Florez Ziegfeld riporta ancora ai fasti della rivista e a Brosdway nessuno ha avuto più successo. Il suo nome, come produttore, è sinonimo di musicall, scintillio, rivista, successo, glamour. Le sue Folies sono leggendarie e il suo Show Boat è ancor oggi uno dei musicall più amati di tutti i tempi. Con il suo dono per la pubblicità e il suo glorificare la American Girls si è guadagnato la reputazione di uno dei più grandi showmen che il teatro abbia mai avuto.

Sulla sua vita e il suo mondo sono stati girati, nel tempo, diversi film:





Il paradiso delle fanciulle (The Great Ziegfeld) è un film del 1936 diretto da Robert Z. Leonard.

Ricostruisce in maniera romanzata la vita del celebre impresario Florenz Ziegfeld che diventerà - con le sue spettacolari passerelle di magnifiche ragazze immerse in scenografie mozzafiato - il nome più illustre del teatro di rivista delle notti newyorkesi. Diviso tra l'amore per la prima moglie, quello per la seconda, e quello (non sempre platonico) per le sue girls, Ziegfeld è interpretato da William Powell.




Le fanciulle delle follie (Ziegfeld Girl) è un film del 1941 diretto da Robert Z. Leonard e da  Busby Berkeleyche curò la regia dei numeri musicali.
Attraverso la storia di tre giovani donne, viene raccontata la vita dietro le quinte della rivista più famosa di Broadway.
Il film è una sorta di remake di Sally, Irene and Mary, un film del 1925 di Edmund Goulding, interpretato da Constance Bennett(Sally), Joan Crowford (Irene), Sally O'Neil(Mary).

Florenz Ziegfeld mette in scena come ogni anno la sua famosa rivista, le Ziegfeld Follies e, come ogni anno, è alla ricerca di nuovi talenti. Tra le altre, vengono assunte tre giovani ragazze: una splendida bellezza europea, una piccante bellezza americana senza esperienza artistica e una ragazzina indiavolata che proviene dalla dura scuola del vaudeville, figlia d'arte. Le tre ragazze si troveranno a dover fare i conti con il mondo di Broadway, scoprendo che non è tutt'oro quello che luccica.
La bella bruna finirà per rinunciare al mondo della rivista per amore del marito, un virtuoso del violino. La bionda americana rimarrà stritolata dal miraggio del lusso di Park Anenue: sulla china dell'alcolismo, verrà lasciata anche dal suo ragazzo. L'unica che farà carriera, sarà la ragazzina che dimostrerà che anche per scendere le scale di Ziegfeld bisogna aver talento e non è necessario essere bellissime.



 Powell riprenderà il personaggio di Ziegfeld nel film musicale del 1945 Ziegfeld Follies. La parte di Anna Held fu affidata alla tedesca Luise Rainer che, con questo ruolo, vinse il suo primo Oscar.



Ziegfeld Follies è un tipico musical MGM, cioè un riuscito insieme di divertimento, scenografie e star. L'esile trama, basata sull'impresario che continua ad allestire grandiose riviste anche dopo la sua dipartita, serve unicamente a costruire il palcoscenico sul quale far esibire le star del film: Fred Astaire, Judy Garland, Esther Williams, Lucille Ball, Gene Kelly e Red Skelton. Si tratta forse del più assortito e prestigioso cast mai utilizzato per un musical: c'erano veramente tutti. Memorabili anche i duetti e le canzoni tra le quali:This Heart Of Mine con Fred Astaire e Lucille Bremer, A Lady Has An Interview con Judy Garland, Guzzler's Gin con Red Skelton e The Babbit and The Bromide con Gene Kelly e Fred Astaire. Divertimento assicurato dal sapiente e smaliziato impasto di Vicent Minelli.

domenica 14 maggio 2017

Le Bluebell

Nata il 24 giugno 1910 a Dublino in Irlanda , Margaret Kelly, soprannominata Bluebell per i suoi straordinari occhi color pervinca, regnò per 40 anni sul palcoscenico del Lido, a Parigi, con la sua troupe di ballerine dalle gambe lunghissime e il portamento inconfondibile, un po' chic e un po' glamour, che ha fatto scuola nel mondo dello spettacolo.





 

Più di 10.000 bluebell girls si sono avvicendate dal 1946 sul palcoscenico del famoso locale parigino, al servizio di uno spettacolo di "cabaret con le piume", come veniva chiamato per la fantasia e l'audacia dei costumi indossati in scena.






 
Morta nel 2004, a 94 anni, Miss Bluebell aveva lasciato la sua Irlanda negli anni '30 per trasferirsi in Germania e poi in Francia.
Debuttò come ballerina a Les Folies Bergèr  creando poi la sua compagnia, le Bluebell Girls, che si distinsero subito per lo stile e il portamento.

I requisiti per far parte di questa troupe straordinaria non sono mai cambiati nel tempo: altezza minima m.1,75,un corpo armonioso, vita privata irreprensibile, spirito di sacrificio e personalità, requisito considerato ancor più importante della bellezza.





 
Poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale , nel 1946, i fratelli Joseph e Luigi Clerico, avevano riaperto agli Champs Elysées  La plage de Paris,un locale che era stato in voga durante la Belle Époque, il cui arredamento era ispirato ai locali sulla spiaggia del Lido di Venezia. Il locale fu completamente trasformato per farne un cabaret unico al mondo, con il nome Lido.











Nel 1955 i fratelli Clerico aprirono un locale identico al Lido in un casinò di Las Vegas e così le Bluebell girls diventarono stars internazionali, attraverso una serie di tournées mondiali. A rendere speciali i loro numeri non erano solo la bellezza e la bravura, ma soprattutto l'armonia che univa i movimenti coreografici, i colori, le musiche, le luci, oltre ai costumi sgargianti e ridotti.











Le Bluebell Girls sono state il trampolino di lancio per molte ballerine, come , ad esempio, le Gemelle Kessler.


 

martedì 21 marzo 2017

La stella sulle punte

Già dalle prime pagine il libro Storie della Buonanotte per bambine ribelli, di cui ho scritto qualche giorno fa, ha  sollecitato la mia curiosità e credo di saperne la ragione : tutta colpa, o merito, della mia ignoranza per cui molti dei personaggi femminili raccontati dalle autrici in rigoroso ordine alfabetico  mi sono sconosciuti ; né d'altra parte mi basta, visto che non sono bambina e tantomeno ribelle,  la breve storia con cui queste donne vengono raccontate.
Per fortuna all'ignoranza c'è rimedio e così ho dedicato un po' del mio tempo ad approfondire la conoscenza di Alicia Alonso, una stella sulle punte davvero particolare.
 

 
Nata a Cuba nel dicembre del 1921 inizia lo studio della danza in una delle poche scuole dell'isola. Il suo nome è Alicia Martinez, ma a 15 anni sposa il suo partner, Fernando Alonso, e ne adotta il cognome. Sulla scena sarà Alicia Alonso.

Il suo talento è così evidente che diventa necessario trasferirsi a New York per studiare e crescere artisticamente.
Nel corso della sua lunga carriera Alicia ha danzato con i più grandi interpreti e coreografi del Novecento, ed è stata di volta in volta una splendida Giselle, Odette, Carmen.





L'aspetto che più colpisce del suo percorso artistico è che Alicia ha danzato per lo più "al buio": a 19 anni infatti era già parzialmente cieca e a 30 aveva perso quasi completamente la vista.
Quando i medici le suggerirono di rinunciare al ballo Alicia non ne volle proprio sapere  e , costretta all'immobilità per più di un anno , continuò a danzare nella mente, fissando ogni passo, ogni dettaglio dei balletti , per essere sempre pronta a tornare sulla scena.



Dotata di una eccezionale forza di volontà, oltre che di una geniale personalità artistica, Alicia ha avuto il coraggio di affrontare il palcoscenico e il pubblico al buio , memorizzando le coreografie, fissando nella sua mente ogni particolare dello spazio in cui muoversi e della collocazione dei suoi partners sulla scena, affidandosi quasi esclusivamente al suo sesto senso, esibendosi con tecnica perfetta e stile inconfondibile.


 
Pur rimanendo fondamentalmente una ballerina classica, Alicia ha saputo fondere le tecniche di ballo russa e italiana con l'energia cubana, tanto che oggi esiste, ed ha successo nel mondo, uno stile che fa capo a Cuba. Nel 1948 infatti aveva fondato a L'Avana una Compagnia che portava il suo nome e che ora si chiama Ballet National de Cuba, che lei stessa continua a dirigere.



Bella, brava, elegante, sensibile e tenace , Alicia è una donna, un'artista, destinata a diventare per sempre leggenda.