giovedì 13 settembre 2012

Ricordi di scuola

I ricordi sono come le ciliege: uno tira l'altro...
Dindi ha inaugurato la settimana parlando della scuola, riportando alla mente di molti di noi profumi, forme e colori di cose di un tempo lontano. E allora perchè non ricordare anche la musica ? Intendo quella  delle rime delle poesie che imparavamo a memoria e che ancora oggi dorme in qualche angolo della nostra mente, pronta a risvegliarsi se stuzzicata.
Oggi guardando il cielo ritornato azzurro dopo la pioggia di ieri mi piace ricordare I Pastori di D'Annunzio :


Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?
Da molto tempo ormai le poesie non si imparano più a memoria; dicono sia un esercizio mentale inutile che non aiuta la comprensione; avranno le loro brave ragioni, ma a me piace ricordare quei versi e magari recitarli a bassa voce, quando sono sola naturalmente per evitare ricoveri d'urgenza in neurologia.....

1 commento:

  1. eppure ricordo con terrore il "dover" imparare a memoria dei versi che, magari, non capivo....e le tabelline???? DRAMMA!!! Però adessoche non servono più, le so!

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