domenica 13 ottobre 2013

Vendemmia




La vite è una pianta antichissima e secondo la tradizione botanica appartiene alla famiglia delle Vitacee. La specie più nota è la Vitis Vinifera da cui si ricava il vino. 
La sua diffusione può essere collocata attorno al 5000-6000 a.C. e probabilmente il primo vino fu prodotto in Mesopotamia.
Già seimila anni fa, i Sumeri simboleggiavano con una foglia di vite l'esistenza umana e nei bassorilievi assiri con scene di banchetti sono rappresentati schiavi che attingono vino da grandi crateri e lo servono ai commensali in coppe ricolme.







Anche gli Ebrei dell'Antico Testamento, che attribuivano a Noè la piantagione della prima vigna, consideravano la vite "uno dei beni più preziosi dell'uomo" (I Re) ed esaltavano il vino che "rallegra il cuore del mortale" (I Salmi).

Nel mondo greco il vino era ritenuto un dono degli dei e tutti i miti attribuiscono a Dionisio, figlio di Zeus, l'introduzione della cultura della vite tra gli uomini, tanto che Dionisio, il dio del vino appunto, fu oggetto di culto non solo presso i Greci, ma anche in Etruria e quindi nel mondo romano, dove era conosciuto con il nome di Bacco.

 

 




La  pratica della viticoltura ha origini antichissime come testimoniano non pochi documenti figurati, come la pittura di una tomba tebana della XVII dinastia, dove sono rappresentati due contadini che colgono grappoli d'uva da una pergola, circostanza da cui si deduce che già  nel II millennio a.C. era diffuso in Egitto il sistema di coltivazione "a pergola".
 
 
  
Altri lavoranti procedono alla pigiatura delle uve in un grande tino ed un loro compagno raccoglie nei recipienti il mosto appena spremuto. In alto si nota una ordinata fila di anfore nelle quali, una volta completata la fermentazione, veniva riposto il vino.
 
Moltissimi erano i vini prodotti nel bacino del Mediterraneo, ed in particolare in Italia: bianchi, rossi, secchi, leggeri, pesanti, a bassa ed alta gradazione alcolica.
La tecnica di vinificazione è rimasta immutata per secoli : consisteva nella raccolta, nella pigiatura dei grappoli con i piedi, la torchiatura dei raspi in sacchi di tela e la fermentazione del mosto in vasi di terracotta lasciati aperti fino al completo esaurimento del processo di fermentazione.
Presso i Greci e i Romani venivano usate alcune resine di alberi per insaporire il vino e conservarlo meglio. Nei conviti il vino veniva mescolato con acqua, molto probabilmente a causa della sua altissima gradazione alcolica.
 
 
 
La prima grande evoluzione nella produzione del vino si deve all'introduzione delle botti di legno, invenzione dei popoli nordeuropei. Rispetto alle anfore di terracotta, le botti consentiranno un'esposizione più limitata all'aria e tutto il processo di invecchiamento ne risentirà positivamente.
 
 

 
 
In seguito alla diffusione del Cristianesimo il vino rivestì grande importanza essendo uno degli elementi fondamentali dei riti di questa religione, ma dopo la caduta dell'Impero romano, la vite in Italia riprese ad essere coltivata solo in epoca feudale.
 
 
 
Le tecnologie moderne si basano sugli studi del chimico e biologo francese Luigi Pasteur che nell'Ottocento studiò le fermentazioni operate dai lieviti. Furono così gettate le basi dell'enologia moderna che si deve avvalere sia di conoscenze chimiche-microbiologiche, sia di conoscenze applicative nate dall'esperienza della coltivazione della vite e dalla produzione.

 
La vendemmia è la raccolta delle uve e si esegue quando il contenuto zuccherino degli acini è in quantità tale da permettere di ricavarne un vino con un determinato grado alcolico. Dai noi si tiene di solito tra settembre e ottobre.
 
 
 
 
A differenza degli altri lavori agricoli, la vendemmia è sempre stata vissuta come un'attività festosa, un momento di gioia e di allegria, da condividere come testimoniano le immagini che seguono. Artisti di ogni epoca l'hanno rappresentata così:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Naturalmente anche intorno a questa pianta eccezionale sono fiorite le leggende.
 
La Bibbia racconta che fu Noè il primo a piantare una vigna, a fare il vino e ad ubriacarsi !
Una leggenda narra che dietro a questa invenzione ci fu lo zampino del diavolo.
Noè era curvo sulla vanga, quando gli apparve il diavolo che gli chiese: - Cosa stai piantando?-
- Pianto la vite - rispose Noè - Da questa pianta nascerà un frutto dolcissimo che darà gioia agli uomini . -
- Posso aiutarti ? - chiese il diavolo. Noè accettò il suo aiuto e gli mise in mano una vanga. Durante la notte, mentre Noè dormiva, il diavolo uccise tre animali, una pecora, un leone e un maiale , e con il loro sangue concimò il terreno su cui cresceva la vite. E da quel giorno chi beve vino con moderazione si fa docile come una pecora, chi ne beve in quantità maggiore si sente forte come un leone e chi lo tracanna senza freno s'abbrutisce come un maiale.
 
 
 
 
Un'altra leggenda racconta invece che moltissimi anni fa la vite non produceva grappoli d'uva, ma era semplicemente una pianta ornamentale come tante altre.
In un piccolo orto cresceva una bella vite ricca di rami e di foglie. La pianta riceveva in abbondanza la luce del sole e ne traeva un grande beneficio. I suoi rami si allungavano sempre più sulle verdure dell'orticello e le coprivano sempre più con la loro ombra.
L'ortolano si preoccupava e pensava: - Anche le piantine dell'orto hanno bisogno di sole, è necessario che io poti la vite.- In un giorno grigio e nuvoloso, l'ortolano tagliò con energia i rami più lunghi della bella pianta ornamentale e tolse le foglie più grandi dagli altri rami.
La vite pianse e ne soffrì. Quando scese la sera un usignolo si posò delicatamente sopra un ramo e incominciò a cantare per confortarla. Il canto era così dolce che la pianta provò una sensazione di benessere. Le sue lacrime si impregnarono di dolcezza e rimasero lì sui rami come piccole perle.
La notte lentamente si dileguò. All'apparire del giorno il sole avvolse la vite con i suoi tiepidi raggi e allora, come per incanto, la pianta sentì scorrere i sé una linfa nuova. Le sue lacrime, belle come perle, cominciarono a trasformarsi in piccoli frutti : i primi chicchi d'uva, in grappoli più o meno grandi, e il sole a poco a poco li maturò.
 
 
 
 
 
 

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