lunedì 9 giugno 2014

L'Orient Express



L’Orient Express comincia a correre sulle rotaie che collegano Parigi a Costantinopoli, l’attuale Istanbul, nel lontano 4 ottobre del 1883, messo in strada dalla Compagnie Internationale des wagons lits. E’ la prima volta che un treno congiunge l’Europa occidentale a quella orientale, anche se i passeggeri sono costretti a imbarcarsi su una nave nell’ultimo tratto del viaggio. Il treno attraversa quasi tutto il vecchio continente seguendo il percorso tracciato dal Danubio, e si ferma in città come: Strasburgo, Vienna, Budapest, Bucarest e Varna sul Mar Nero.






Le elegantissime carrozze dell’Orient Express nascono dal genio e dall’estro imprenditoriale di un banchiere di origine belga, Georges Nagelmackers che, a soli ventisette anni, partorisce l’idea del meraviglioso convoglio dopo un viaggio americano a bordo di carrozze pullman organizzate come una sorta di alberghi viaggianti.
Il successo del treno è tale che, nel 1889, la linea raggiunge direttamente Istanbul. L’Orient Express diventa così il simbolo della Belle Époque. A utilizzarlo sono soprattutto personaggi altolocati appartenenti alla nobiltà orientale spesso decaduta che amano circondarsi di lusso e comodità, e gustare le raffinate pietanze servite nella carrozza ristorante con tanto di stoviglie in argento.






La sua storia è continuata fino al 1977 (con esclusione dei due periodi bellici, 1914-1921 e 1939-1945, che determinarono le uniche interruzioni del servizio.




A dir il vero l’Orient Express in questo lungo periodo di esercizio ha cambiato più volte percorso, e ci sono state altre compagnie ed altre linee che si sono fregiate del suo nome (anche oggi l’Orient Express è il nome di un servizio quotidiano fra Parigi e Vienna), che pur con le varie sfaccettature assunte con il passare del tempo e dei regimi delle nazioni da esso attraversate, è sempre stato il sinonimo dei viaggi di lusso.





Sotto questo profilo il suo periodo di maggior splendore sono stati certamente gli Anni Trenta, con le sue carrozze notturne con servizio permanente e carrozze ristorante divenute famose per la raffinatezza della propria cucina. A servirsi dell’Orient Express (che estese il suo servizio anche con un collegamento parallelo fra Londra e Parigi) furono allora soprattutto reali, nobili, diplomatici, uomini d’affari, divi e dive dello spettacolo, ricchi borghesi.



Nel 1962 avvenne il primo drastico ridimensionamento, con una linea più lenta che collegava quotidianamente Parigi e Belgrado (e due volte la settimana Atene ed Istambul), collegamento che assunse il nome “Direct Orient Express”.
E’ stato invece nel 1971 che la compagnia Wagon-Lits ha cessato definitivamente di gestire l’Orient Express e di incassare i supplementi sui biglietti. Tutte le mitiche carrozze furono vendute alle varie ferrovie nazionali, anche se la storica Compagnia dei vagoni letto continuò ancora per qualche anno a fornire proprio personale viaggiante come assistenza.
L’ultimo viaggio Parigi-Istambul dell’Orient Express fu effettuato il 19 Maggio 1977.
Fu però solo una fine provvisoria. La linea Orient Express fu infatti resuscitata da altre compagini societarie.






Quindi, volendo e potendo, anche oggi si potrebbe programmare un viaggio in stile Orient Express: si può scegliere tra vari itinerari, si può scegliere il tipo di carrozza, tra quelle acquistate dalle varie compagnie, e anche il tipo di trattamento: si può dormire a bordo, o scendere in alberghi scelti lungo il percorso. Questo tipo di viaggio, comunque, resta riservato a chi ama il lusso e lo splendore: l'abbigliamento consigliato, a bordo, è quello elegantissimo dell'alta società, lontano da pacchianerie alla moda o da comode soluzioni per turisti. 






Questo treno, evocatore di lusso, romanticismo, avventura e mistero, ha affascinato scrittori e registi. Ricordiamo prima fra tutti Agatha Christie, con il suo Assassinio sull'Orient Express. Poi, fra gli altri, Graham Greene, con il treno per Istambul e il mitico James Bond che fugge dalla Russia con amore con la bellissima Daniela Bianchi.







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