martedì 17 giugno 2014

Geisha

Tutti noi abbiamo in mente un'immagine che corrisponde a questa parola, ma quello che noi pensiamo corrisponde davvero alla realtà?
Proviamo a scoprirlo.







La traduzione letterale della parola significa "persona d'arte".
Il nome dell'apprendista geisha è maiko, cioè" fanciulla danzante".
 È la maiko che, con le sue complicate pettinature, il trucco elaborato e gli sgargianti kimono, è diventata, più che la geisha vera e propria, lo stereotipo che in occidente si ha di queste donne. 
La tradizione delle geishe in Giappone è antichissima.




Per cominciare  a parlare di una figura simile all'odierna "donna d'arte", dobbiamo risalire fino al 1600, quando alle feste importanti, dove erano chiamate le juuyo ( prostitute d'alto bordo), presero a partecipare le prime geisha, che in principio erano uomini. Anche se può sembrare strano, queste figure maschili avevano il compito di intrattenere con danze, balli e battute di spirito gli ospiti e le juuyo partecipanti, qualcosa di simile ai nostri giullari e buffoni medioevali.




 Col passare degli anni, circa attorno alla metà del secolo successivo, cominciarono a comparire le prime donne geisha, che presero rapidamente piede, contrapponendo alle rudi figure degli uomini la grazia della figura e dei movimenti femminili. Fatto sta che donne geisha furono così tanto richieste che in pochi anni soppiantarono i loro antenati uomini, acquistando l'esclusiva su questa professione.
In questo periodo la professione di geisha era ancora in via di assestamento, tanto che capitava che la professione si confondesse con quella della prostituta. 
Fu nel XIX secolo che furono emanate leggi ben precise per separare nettamente le due professioni. In tutte le città più importanti furono predisposti dei quartieri dove sorgevano le case da tè, dove le geishe potevano esercitare il loro lavoro.





Il Giappone è un paese che fino alla seconda metà del 1800 era caratterizzato da un grande isolamento dal resto del mondo. Quando ci fu il cambiamento politico che aprì i contatti con l'Europa e l'America, la sua cultura  fu travisata ed in particolare la figura della geisha agli occhi degli occidentali divenne quella di una donna sensuale e provocante, un'artista del sesso, che rifletteva quella rivolta contro il puritanesimo vittoriano che in quegli anni cominciava a svilupparsi maggiormente.





In realtà mentre le donne, in quell'epoca e in quel paese erano confinate in casa e ricevevano solo un'educazione approssimativa, che non le rendeva certo interessanti,ma le rendeva sottomesse e prive di personalità , le geisha potevano fornire all'uomo l'interesse che non trovava nelle mura di casa.
Questa visione della geisha è perdurata nel tempo e solo di recente, complice l'editoria, con la pubblicazione di molti volumi e romanzi sull'argomento  e la cinematografia, si sta riscoprendo la vera storia di queste donne, che non poteva essere più lontano da quanto fino ad oggi è stato creduto.





L'apprendistato di una geisha  è lungo e molto difficile: esse devono imparare le varie arti, tra cui musica, danza e canto, ma devono anche avere una buona cultura generale per essere delle conversatrici interessanti. Devono saper servire il tè in modo perfetto, predisporre i fiori, avere una bella calligrafia e devono imparare a compiacere l'uomo e rendergli piacevole il tempo speso in compagnia. Devono inoltre sapere truccarsi secondo la tradizione, acconciarsi i capelli in complicate sovrastrutture e drappeggiare i kimono alla perfezione.






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