L'avvento dei leggeri microsolco, in particolare di quelli a 45 giri, così come la progressiva invadenza della TV, contribuirono alla diffusione sempre più capillare della musica.
Dagli Stati Uniti arrivava un nuovo modo di interpretare le canzoni ; non più le classiche strofe alternate al ritornello, ma dentro la canzone stessa si provavano nuovi ritmi e tonalità esasperate.
Ricordo in particolare un cantante di nome Johnny Ray divenuto famoso per la sua canzone "Cry": iniziava con un ritmo lento e melodioso per raccontare il pianto di un ragazzo che riceve una lettera d'addio dalla sua innamorata, ma quando la strofa riprendeva da capo, la voce dell'interprete diventava aggressiva, il ritmo spezzato e URLATO.Sembrava quasi che volesse prendere a morsi qualcuno.. ma quanto mi piaceva!
Come tutte le ragazzine della mia età tenevo un quaderno su cui annotavo i titoli delle canzoni e appiccicavo i ritagli di giornale con le foto degli interpreti.
I giovani cantanti americani conquistavano vagonate di fan e vendevano milioni di dischi.
Paul Anka acquistò fama anche in Italia con "Diana" una canzoncina proprio da poco, ma cosi orecchiabile che tutti la cantavano storpiando le parole di un inglese assolutamente incomprensibile.
Nascevano le hit parade, con guerre all'ultimo sangue per la conquista dei primi posti.
Anche la canzone italiana stava rapidamente cambiando e nuovi volti e nuovi personaggi conquistavano popolarità, alcuni solo per un'estate, altri per una vita.
Peppino di Capri,Mina, Pino Donaggio, Giorgio Gaber,Elvis Presley, i Platters.
I loro dischi non potevano mancare quando ci si ritrovava con i coetanei la domenica pomeriggio. E non era poi così frequente...
Allora non c'erano locali pubblici dove i giovani potessero incontrarsi per ballare ed ascoltare musica. L'unica opportunità era quella di ritrovarsi a casa di questo o di quella, ma ci voleva "un buon motivo" come ad esempio un compleanno, e ci volevano anche genitori disposti a rinchiudersi in cucina o a rendersi invisibili per l'intero pomeriggio, a fronte di promesse solenni di improbabili successi scolastici. Si faceva spazio in soggiorno, si toglievano i tavoli e si mettevano le sedie tutte attorno, si abbassava un po' la luce e la festa incominciava.Da mangiare una torta fatta da qualche mamma di buona volontà, da bere aranciata e coca cola. Tutto lì. Dalle 15 alle 19,30 massimo. Quello c'era e bastava quello per farci felici.
pensa che adesso vanno a cena a mezzanotte perchè la discoteca è ancora chiusa.....proprio un'altra vita!!!!
RispondiEliminaBella l'idea del quaderno con i ritagli d'epoca..........
RispondiEliminaE le feste in casa... sono stato fortunato che un amico aveva una villetta con un bel scantinato abitabile.......
Erano i tempi di: Sapore di Sale, una rotonda sul mare, il mondo, cuore e il ballo del mattone ecc. ecc. Tutto sommato bei ricordi.