giovedì 28 maggio 2020

L'altalena



Ieri dalla finestra della cucina osservavo nel giardino del vicino la tenera scenetta di una bimba al suo primo approccio con l'altalena, sotto l'occhio vigile del suo papà. Impossibile non fare un salto a ritroso nel tempo per ricordare le emozioni e le paure di quella "prima volta" che con ogni probabilità hanno condiviso tutti i bambini del mondo.
Quanti ricordi sono tornati alla mente ... c'era un giardino, c'erano  rose, c'erano bambini, c'erano  lucciole e soprattutto c'era un'innocenza che ci permetteva di gustare tutto fino all'ultima goccia, o all'ultima briciola...e io quell'infanzia me la sono proprio goduta.


Ma dopo questo inevitabile bagno di tenerezza retrò, ecco farsi avanti la solita petulante curiosità : quando è nata l'altalena ? com'era in origine ? chi l'ha inventata?

Non è stato difficile trovare le risposte, ma non avrei mai pensato che fossero così lontane da quelle del mio "piccolo mondo antico".




Quando dico "lontane" non intendo riferirmi al tempo: è vero che, come testimoniano le immagini ritrovate su manufatti molto antichi, l'altalena era già conosciuta in un lontanissimo passato, ma rappresentava  cosa ben diversa dalla spensieratezza di un gioco, stando a quello che di lei raccontano i miti e le leggende.

Tra le differenti versioni, sorte inevitabilmente nel trascorrere dei secoli, ho scelto quella che mi è sembrata più attendibile, per le fonti storiche citate.


" Erigone era la giovane e bellissima figlia di un ricco ateniese, Icario, che ospitò Dioniso, quando il dio discese ad Atene per donare agli uomini la vite e il vino.
Il dio regalò al suo ospite un otre di vino, allo scopo di farlo assaggiare anche ai suoi vicini. Icario, quindi, lo donò ai pastori che, una volta ubriachi, pensarono di essere stati avvelenati
e uccisero a bastonate il povero Icario.

Erigone, grazie al fedele cane Mera, trovò il cadavere del padre ai piedi di un albero e per il dolore s'impiccò a un ramo. La povera Mera rimase sulla tomba della sua padroncina fino alla morte, quando Dioniso la trasformò nella costellazione del Cane.

La collera di Dioniso non si fece attendere : egli infatti scagliò una maledizione su Atene per cui tutte le giovani donne della città impazzivano e si impiccavano. I cittadini allora punirono i pastori e istituirono una festa per ricordare Erigone."

Nonostante le differenze che emergono dalle diverse narrazioni, l'importanza simbolica che aveva l'altalena nella Grecia antica è confermata dalle celebrazioni che si tenevano ogni anno ad Atene e che si chiamavano le aiora, festa delle altalene, in cui giovani ragazze venivano impiccate e lasciate dondolare sui rami di un albero.

Adesso forse chi mi legge capirà perché la ricerca delle origini di questo gioco, così lieve e spensierato nei miei ricordi, mi abbia destabilizzato non poco. Gli studiosi ritengono che le aiora fossero la celebrazione di un rito di passaggio, al femminile, fra l'età della giovinezza e quella della maturità sessuale; la morte è dunque simbolicamente quella della bambina che lascia il posto alla donna/moglie.

Sarà così, forse, ma per scrollarmi di dosso tutte le perplessità che questa teoria mi ha procurato, mi sono lasciata la storia alle spalle e mi sono rivolta all'arte, dove ho trovato non una, ma tante altalene che mi piacciono di più, che nella visione dei pittori portano in alto, magari a toccare perfino il cielo.

Jean Honoré Fragonard



Francisco De Goya




Jean Baptiste Joseph Pater



George Faulkner Wetherbee



Pierre- August Renoir




Pierre Auguste Cot





Winslow Homer





















Stefano Davidson

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