domenica 24 maggio 2020

I portici e le città

Il portico (dal latino porticus, da porta) è una galleria aperta, collocata per lo più all'esterno e al piano terreno di un edificio; può avere funzione di riparo o anche solo decorativa.
Già noto all'architettura pre-greca, conobbe un grande sviluppo e utilizzo nella civiltà greca (stoà) e romana, nelle quali fu un elemento architettonico importante sia per edifici religiosi che civili; fu molto utilizzato anche nelle epoche successive, particolarmente nell'architettura rinascimentale  e nell'architettura neoclassica.


Leggo che i portici sono una caratteristica principalmente delle città italiane e la cosa mi stupisce un po', dato che l'utilità di poter passeggiare al coperto dovrebbe essere sentita sia nei paesi nordici, dove c'è più freddo e dove piove più spesso, che nei paesi mediterranei, dove in estate un riparo dal sole cocente dovrebbe essere gradito.


Con i suoi 62 chilometri di portici (42 solo in centro storico), Bologna è la città più porticata d’Italia. E proprio i portici di Bologna sono stati scelti come candidatura italiana alla lista del patrimonio mondiale UNESCO per il 2020.
L’origine dei portici a Bologna va fatta risalire al Medioevo, negli anni intorno al 1100, quando Bologna si costituì Comune e nacque l’università (la prima del mondo occidentale), attirando nuovi residenti dal contado, e studenti e professori da tutta Europa. La necessità di creare nuovi spazi residenziali e commerciali portò i bolognesi a trovare una soluzione ingegnosa: creare spazio aggiuntivo a partire dal primo piano delle abitazioni estendendo gli edifici verso l’esterno. La sporgenza che si veniva a creare era sostenuta da pilastri, ed ecco che una serie di pilastri in successione creava un portico
Se in origine questo fu un abuso edilizio, a partire dal 1288 uno statuto del Comune di Bologna stabilì che tutte le nuove case dovessero essere costruite con il portico e che quelle già esistenti dovessero dotarsene; e che il portico, seppur costruito da privati su suolo privato, dovesse rimanere di uso pubblico. Questo perché il Comune ne riconobbe l’utilità: la facilità di camminare protetti dalla pioggia o dal caldo eccessivo, l’opportunità per gli artigiani di lavorare all’esterno e di esporre i loro prodotti anziché essere confinati negli ambienti oscuri e umidi del piano terra delle abitazioni, la possibilità per gli studenti rimasti senza alloggio di trascorrere la notte al riparo dei portici.






Al secondo posto tra le città più porticate d’Italia c’è Torino che vanta ben 18 chilometri di portici, di cui 12 continui. Come a Bologna, anche a Torino i primi portici furono costruiti nel Medioevo. Quelli monumentali che danno alla città il suo aspetto elegante risalgono al 1600, realizzati soprattutto per la nobiltà che così poteva passeggiare protetta da pioggia o caldo eccessivo. Persino i Savoia vollero la costruzione di portici: Vittorio Emanuele I ordinò la costruzione del tratto di due chilometri che collega Palazzo Reale a Piazza Vittorio, in modo da poter raggiungere agevolmente, insieme alla famiglia reale, la Chiesa della Gran Madre. I portici accolgono chi arriva a Torino in treno poiché le due stazioni di Porta Nuova e Porta Susa sono collegate attraverso un percorso porticato.





Con riferimento all’estensione dei portici di Padova, diverse guide riportano la cifra di 12 chilometri, ma altre fonti parlano addirittura di 25! Quale sia la reale estensione, Padova può certamente essere considerata una delle città più porticate d’Italia, e con caratteristiche assolutamente uniche. Per esempio, solo a Padova si trovano i cosiddetti “spioncini zenitali“, cioè dei fori nel pavimento del primo piano posizionati sulla verticale dei portoni che consentivano di vedere chi bussava: ce ne sono circa 170 disseminati per i portici della città. Inoltre, molti dei portici di Padova contengono affreschi, fregi e iscrizioni, spesso a tema religioso, realizzati dagli abitanti come forma di devozione privata. Il portico forse più famoso di Padova è quello del Palazzo della Ragione, l’edificio che separa le due grandi piazze delle Erbe e della Frutta, antiche sedi di mercati. Fu fra’ Giovanni degli Eremitani a far aggiungere all’inizio del 1300 il porticato, le cui grandi arcate sono alte ben otto metri.










Anche a Cuneo i portici sono nati per esigenze di protezione dal clima. Quando la popolazione della città, racchiusa entro fortificazioni, iniziò a crescere, si decise di costruire su entrambi i lati della via principale, oggi Via Roma, dei portici in muratura, e sopra di essi nuovi alloggi. Questi portici sono stati recentemente oggetto di un intervento di riqualificazione volto a riportare l’intero tratto porticato alle origini, attraverso il recupero dei caratteri architettonici e l’applicazione di colori unitari. Via Roma e Corso Nizza sono le arterie principali della città, affiancate da otto chilometri di portici. Da non perdere anche i portici di Contrada Mondovì, con i loro negozi che vendono oggetti di antiquariato.







Via dei Portici a Bolzano è la via più antica della città, oggi come in passato centro delle attività commerciali. Il nucleo urbano di Bolzano sorse nel tardo XII° secolo proprio a partire da questa via, lunga circa 300 metri, che fu orientata in direzione est-ovest a protezione dei venti gelidi che spiravano da nord. Le case furono costruite con portico in modo che i commercianti potessero esporre la loro merce al riparo dalle intemperie. Quelle che si ammirano oggi, ancora addossate le une alle altre, risalgono ai secoli XVII° e XVIII° pur conservando l’originaria struttura medievale. Da ammirare i bei colori pastello delle case, le decorazioni a stucco, e i famosi erker, finestre sporgenti che rappresentano una tipica forma architettonica medievale.






A Genova, la Via di Sottoripa è considerata la strada pedonale porticata con i più antichi portici pubblici d’Italia. Si trovano nell’area del porto antico, chiamata Ripa, nel centro storico medievale della città, e furono edificati tra il 1125 e il 1133, quando il mare arrivava a lambire le fondazioni delle case. L’area porticata nacque per favorire i commerci; comprendeva i fondaci, magazzini nascosti dalle volte dei portici, dove si riponevano le merci appena sbarcate o in procinto di partire, e gli scagni, cioè uffici. Oggi i portici di Sottoripa, cantati anche da De André, ospitano tradizionali pescherie e friggitorie, e moderni take-away gestiti da comunità di immigrati. Da Sottoripa si diramano numerosi caruggi, i caratteristici e pittoreschi vicoli del centro storico genovese.





In provincia di Salerno, circondata dai monti ma vicina anche al mare, Cava de’ Tirreni si sviluppò in seguito alla fondazione di un’abbazia ad opera di un gruppo di monaci benedettini, che nel tempo attirarono intorno a sé una comunità che diede vita al borgo. I portici si trovano nella parte della città conosciuta come Borgo Scacciaventi, dal nome di una delle famiglie che vi abitò per prima. Sorsero nel Medioevo insieme alle prime botteghe, anche in questo caso per poter proteggere le merci dalle intemperie. Ancora oggi ospitano negozi e locali. I portici si snodano su entrambi i lati della strada del borgo per più di 500 metri e i pilastri che li sorreggono variano a seconda dell’epoca in cui furono costruiti, più bassi in epoca medievale, più alti nel XIX° secolo. Da non perdere dunque, prima di un tuffo nel mare, una passeggiata sotto questi portici, un unicum nel Sud Italia.




Queste sono le città con i portici più lunghi in Italia, ma non sono certo le uniche ad averli. Qui da noi anche moltissimi paesi, pur piccoli, hanno la piazza principale o le vie più antiche affiancate da portici che ombreggiano e proteggono i cittadini.
Anche Bergamo ha il suo porticato, di fianco al Sentierone, luogo di passeggio e di incontro per noi bergamaschi e devo dire che, dopo Città Alta, è uno degli angoli più amati della città.





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