mercoledì 11 marzo 2020

Sul tetto del Mondo : le montagne innevate e l'uccello della felicità







Il Tibet è un Paese ricco di leggende, dove praticamente ogni lago o vetta ha una sua leggenda o un'antica storia di guerrieri, monaci o demoni dei monti. Quella che sto per raccontare si intitola: " Le  montagne innevate e l'uccello della felicità".

"Un tempo il Tibet era una Terra che faceva paura: era sempre buio, non c'era vegetazione, non c'era quasi acqua.
Chi ci viveva ricordava come una fiaba quando il Tibet non era un Paese così, e dava la colpa di tutto al fatto che l'uccello della felicità avesse abbandonato quella zona.
 
Ora quell'uccello viveva nel territorio delle nevi perenni dove c'erano tre draghi feroci che difendevano il suo nascondiglio in continuazione.
 
Un giorno Ming, un giovane coraggioso, decise di andare a riprenderlo, malgrado tutti i pericoli che l'impresa comportava. Si mise in cammino e ad un tratto si trovò di fronte un drago fiammeggiante che gli disse :" Dove vai? Come di permetti di passare in questa zona?"
 
Il ragazzo gli disse che andava alla ricerca dell'uccello della felicità, ma il drago gli rispose :" Non ci riuscirai mai! Io e i miei fratelli ti annienteremo!" Diede un colpo con la coda e improvvisamente nacque dalla terra una foresta di rovi. Ming l'attraversò, ferendosi e graffiandosi.
 
All'uscita trovò un altro drago, ancora più temibile del precedente:
"Non arriverai mai dove vuoi arrivare!" e con un colpo di coda generò un deserto terrificante. Ming lo attraversò, soffrendo la sete e la fame.
 
Alla fine del deserto c'era il terzo drago, che disse: "Vedrai che così ti fermeremo!" e gli diede un colpo sugli occhi.
Ming diventò cieco e cominciò a vagare. Ad un tratto arrivò vicino al rifugio segreto in cui era tenuto prigioniero l'uccello della felicità.
 
Ming sentì la sua presenza: l'uccello gli sfiorò gli occhi ridandogli la vista e guarendolo dalle sue ferite.
Ming liberò l'uccello che si alzò in volo con lui sulla groppa riportandolo in Tibet, che da quel giorno ritornò ad essere un Paese felice."





Non so se, come dice la leggenda, il Tibet sia ancora o comunque un paese felice, ma nel mio immaginario lo penso come un luogo di grande spiritualità, forse per via di quei monaci e di quei monasteri di cui si narra nei libri e nei film, o forse sarà per quelle cime silenti e innevate che sembrano proprio a due passi dal cielo.
 
 


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