mercoledì 25 settembre 2019

La Collina

Mentre cercavo di fare un po' d'ordine tra i libri letti da tempo e accantonati per un'eventuale possibile rilettura, ho ritrovato un'austera edizione del 1959 dell' Antologia di Spoon River, un libro che, quando frequentavo il corso di laurea in lingue e letterature straniere a metà degli anni '60, era diventato popolare nell'ambiente studentesco, sia per il tema trattato sia per la forma insolita.







Non era un romanzo e nemmeno una raccolta di poesie, in senso tradizionale; era piuttosto un intreccio di pensieri che si rifaceva in qualche modo all'uso dell'epitaffio della tradizione  greca, ma che, anziché essere inciso sulla lapide funeraria, diventava la voce narrante degli abitanti del cimitero sulla collina, là dove scorre lo Spoon River.





Inizia così:


                                           La Collina

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso nella miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.

Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, a Londra a Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag
tutte , tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Tony Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Dov'è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant'anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie e parenti,
né al denaro, né all'amore, né al cielo ?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.





Edgar Allan Poe era nato il 23 agosto 1869 a Garnett, nel Kansas, dove  i genitori si erano temporaneamente trasferiti, facendo presto ritorno alla fattoria dei nonni paterni, nell'Illinois.
Nel 1880  con la famiglia si trasferisce  a Lewistone, dove frequenta il liceo e inizia a pubblicare i primi articoli.
Dopo aver lavorato presso l'ufficio legale del padre, consegue la laurea in Legge e si mette in proprio, si sposa, ha tre figli. Più tardi abbandonerà la professione di avvocato per dedicarsi alla scrittura, con alterno successo. Le sue condizioni economiche e di salute si faranno sempre più precarie . Morirà di polmonite il 5 marzo 1950.

L'Antologia di Spoon River fu pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1915 e descrive il microcosmo di una cittadina rurale del Midwest : l'autore immagina che i defunti della cittadina di Spoon River, sepolti in un cimitero posto su una collina, recitino  da sé il proprio epitaffio. Così 244 personaggi  raccontano la propria vicenda umana confrontandosi in 19 storie diverse.
Ecco un esempio.


                                Il dottor Meyers

Nessuno, tranne il dottor Hill,
fece più di me per la gente di questa città.
E tutti i deboli, gli storpi, gli sventati,
e chi non poteva pagare, accorrevano a me.
Ero il comodo dottor Meyers, dal buon cuore.
Ero sano, felice, benestante,
avevo una compagna congeniale, e figlioli adulti,
tutti sposati, e a posto nel mondo.
Ma una notte, Minerva, la poetessa,
venne da me nei guai, piangendo.
Cercai di aiutarla - morì.
Mi accusarono, i giornali mi coprirono d'infamia,
mia moglie morì di crepacuore.
mi finì la polmonite.


                          La Signora Meyers

Protestò tutta quanta la vita
che i giornali eran tutte menzogne;
che non era colpevole lui della caduta di Minerva,
aveva solo tentato di aiutarla.
Povero caro, così sprofondato nella colpa da non accorgersi
che perfino tentando di aiutarla, come diceva,
aveva violato la legge umana e divina.
Viandanti, un vecchio monito per voi:
se la vostra dev'essere una strada di contento,
e i vostri passi di pace,
amate Dio e osservatene i comandamenti.


In effetti Masters ,per dar vita ai suoi personaggi, si ispirò spesso a persone che aveva effettivamente conosciuto nelle diverse cittadine che aveva frequentato, e che erano ancora vive quando il suo libro fu pubblicato e che, ovviamente, si risentirono nel vedere in bella mostra le loro vicende personali.




Nel 1971 Fabrizio De André pubblicò l'album " Non al denaro, non all'amore ne al cielo" liberamente tratto dall'Antologia. Dei 244 brani ne scelse nove e ne fece altrettante canzoni; i temi che le accumunavano erano l'invidia e la scienza.  André identificò i suoi personaggi non attraverso i loro nomi, come accade invece nell'Antologia, ma più genericamente per ciò che fanno (il giudice, il medico,ecc.).
Il suonatore Jones è l'unico a cui De Andrè lascia il nome, forse perché è quello che gli piace di più, o forse, perché è quello a cui vorrebbe assomigliare. Per Jones la musica non è un mestiere, ma una scelta di libertà.



                                  Il suonatore Jones

La terra ti suscita
vibrazione nel cuore: sei tu.
E se la gente sa che sai suonare,
suonare ti tocca, per tutta la vita.
Che cosa vedi, una messe di trifoglio ?
o un largo prato fra te e il fiume?
Nelle meliga è il vento; ti freghi le mani
perché i buoi saran pronti al mercato;
o ti accade di udire un fruscio di gonnelle
come al Boschetto quando ballano le ragazze.
Per Cooney Potter una pila di polvere
o un vortice di foglie volevan dire siccità;
a ma pareva fosse Sammy Testa-rossa
quando fa il passo sul motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare le mie terre,
- non parliamo di ingrandirle -
con la ridda di corni, fagotti e ottavini
che cornacchie e pettirossi mi muovevano in testa,
e il cigolio di un mulino a vento - solo questo?
mai una volta diedi mano all'aratro,
che qualcuno non si fermasse nella strada
e mi chiamasse per un ballo o una merenda.
 Finii con le stesse terre,
finii con un violino spaccato -
e un ridere rauco e ricordi,
e nemmeno un rimpianto.





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