giovedì 19 settembre 2019

L'albero della libertà




Nelle pagine di un vecchio calendario che proponeva raffinate copie di alcune litografie d'epoca che raccontavano Bergamo nel 1700/1800, ho trovato la riproduzione di questa acquaforte stampata nel 1797 dal libraio Vincenzo Antoine per festeggiare l'innalzamento in Piazza Vecchia dell'albero della Libertà.
L'immagine mi ha incuriosito, non solo per le inevitabile differenze rilevabili tra la piazza d'allora e quella che oggi conosciamo, ma anche perché riporta, in un dialetto più veneto che bergamasco, lo scambio di battute tra alcuni dei personaggi rappresentati: insomma, una sorta di fumetto senza nuvolette. E qual era il significato di quel palo, definito come albero della Libertà?

Non è stato difficile trovare  risposta alla mia curiosità :




L'albero della libertà era, almeno all'inizio, il simbolo della Rivoluzione francese ; il primo era stato piantato a Parigi nel 1790;
era praticamente un palo, sormontato dal berretto frigio rosso e adorno di bandiere.





Molti ne vennero eretti in Francia e anche in Italia, e nei vari paesi dove arrivò la rivoluzione francese.


 Il palo (o l'albero) era un'allegoria della libertà, un simbolo rivoluzionario ma ancorato anche alla tradizione popolare contadina del Calendimaggio. La danza tipica intorno all'albero o al palo della libertà era la Carmagnole che era anche il canto della rivoluzione francese.



Col tempo l'albero non fu solo l'emblema della libertà repubblicana, ma anche quello della rivoluzione sociale, per questo il berretto fu presto sostituito dalla bandiera rossa.

Ma cosa ci faceva un palo della libertà in Piazza Vecchia a Bergamo?




"Il giorno di Natale del 1796, le truppe francesi del generale Bareguey entrarono a Bergamo senza incontrare resistenza.
In accordo con il podestà veneto, il conte Ottolini, e il Provveditore Straordinario di Terraferma, Francesco Battaglia, si concordò il ritiro delle truppe veneziane dalla città.
Il 13 marzo 1797 veniva così proclamata dai giacobini la Repubblica Bergamasca. Il capitano Ottolini, minacciato di arresto, partiva per Brescia, mentre veniva eletta la nuova municipalità, formata da 24 persone, che istituiva anche la formazione militare della Legione Bergamasca.
Due giorni dopo la Repubblica votava l'annessione alla Repubblica Cispadana  e venivano rimossi i simboli veneti dalle porte delle Mura. L'Albero della Libertà veniva eretto in Piazza Vecchia e nelle contrade."






Per chi fosse interessato a saperne di più, suggerisco di visitare il sito sotto indicato.

http://www.bergamodascoprire.it


Nessun commento:

Posta un commento