lunedì 9 settembre 2019

Il ghiacciolo

Uno dei piaceri estivi ( ma per me anche invernali) è dato dal ghiacciolo, che il medico mi consente di gustare, al posto del gelato, per il basso contenuto i zuccheri, specialmente se confezionato in casa, con l'accorgimento di non esagerare in dolcezza.








Secondo la versione più accreditata storicamente, il primo ghiacciolo della storia fu inventato da un bambino di 11 anni (Frank Epperson) nel 1905 negli USA (Oakland - California).

Un sera d'inverno il bambino Frank aveva dimenticato sul davanzale della finestra il suo bicchiere di acqua e soda con dentro una palettina di legno che aveva usato per mescolarle, al risveglio trovò che il tutto si era congelato e immergendo il bicchiere in acqua calda riuscì a staccarlo impugnando la palettina di legno come manico. D'istinto prese a leccarlo e fu così che inventò il primo ghiacciolo.

Qualche anno più tardi, nel 1923, Frank riuscì a brevettare la sua invenzione e commercializzò il primo ghiacciolo negli Stati Uniti chiamandolo "Epsicle ice pop", presto ribattezzato in Popsicle, nome tuttora usato negli Usa per indicare il ghiacciolo.
Nel resto del mondo il ghiacciolo ha acquisito molti nomi diversi: nei paesi di lingua inglese, compresi Stati Uniti e Canada, si chiama popsicle, nel Regno Unito ice lolly e in Australia ice block o icy pole.





In Italia i ghiaccioli sono giunti nel secondo dopoguerra, portati dagli americani insieme ad altri dolci analoghi, come i coni gelato 
e fu subito apprezzato per le proprietà rinfrescanti, la varietà dei gusti, la praticità del gelato da passeggio e l’aspetto colorato che trasmette una sensazione di estivo buonumore. 

I ghiaccioli prodotti industrialmente esistono in una gamma standardizzata di gusti corrispondenti a determinati colori: magenta, rosso o rosa alla ciliegia o alla fragola, arancione all'arancia,  giallo al cedro o all'ananas, verde alla menta, azzurro all'anice, viola alla mora, bianco al limone e marrone al tamarindo o alla cola.

 La produzione casalinga e artigianale può dare luogo ovviamente ad infinite  variazioni e ci sono ghiaccioli fatti col tè, con succhi di frutta annacquati, con pezzetti di frutta e perfino con aperitivi. Anche le forme possono variare a seconda delle formine che si trovano in commercio.
Anche il bastoncino può cambiare e a volte al posto del legno o della plastica, si può trovare un pezzetto di cannella profumata o un bastone di liquirizia da mangiare.



Una variante del ghiacciolo è il "calippo", nome commerciale che indica la stessa miscela di acqua zuccherata, aromatizzata e ghiacciata, versata però in un tubetto a cono, che si consuma spremendolo dal basso.


Ma il mio preferito rimane sempre il ghiacciolo tradizionale
























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