lunedì 11 marzo 2019

Tra mito e storia : Re Artù e la tavola Rotonda






Qualche giorno fa, sui principali organi di stampa, è apparsa la notizia che tra le pagine di un incunabulo del XV secolo, stampato a Strasburgo tra il 1494 e il 1502, custodito nell'archivio della Biblioteca Centrale di Bristol ,sono stati ritrovati 7 antichi frammenti di pergamena, scritti in francese medievale e risalenti al XII secolo, che conterrebbero una nuova versione del mito di Mago Merlino, di re Artù, della spada Excalibur e del sacro Graal.






 
Ovviamente l'International Arthurian Society, l'associazione di studiosi specializzati nella letteratura arturiana, esaminerà i nuovi documenti per accertarne l'origine e il valore.
 
La lettura della notizia mi ha riportato inevitabilmente al passato, agli studi scolastici fatti sull'argomento, ai libri, ai film ,che si sono susseguiti negli anni su un argomento che , collocato  tra storia e leggenda, ha sempre avuto un grande appeal presso il pubblico, me compresa.




Per dare una sorta di cronologia e di cornice storica alla saga arturiana, occorre partire da un personaggio piuttosto singolare, dalla vita alquanto avventurosa, un certo Thomas Malory, che tra il 1469 e il 1470, mentre si trovava in prigione per una serie di reati diversi, scrisse ben otto romanzi per raccontare di fatti e personaggi che ruotavano intorno a re Artù e ai Cavalieri della Tavola Rotonda, eventi che di fatto erano già comparsi in romanzi francesi del XII secolo, di cui si ricordano in particolare quelli scritti  da Chretien de Troyes.









Malory morì in prigione nel 1471 e la sua opera fu pubblicata nel 1485 da uno stampatore inglese che la divise in tre parti: la prima raccontava della nascita di Artù e della fondazione della Tavola Rotonda; la seconda raccontava la storia di Tristano e Isotta la bionda; la terza raccontava di Lancillotto e Ginevra, delle vicende del Sacro Graal e si concludeva con la morte di Artù.







Nei romanzi francesi a cui Malory si era ispirato, la figura di Artù era quella di un condottiero del V secolo che si era distinto nella difesa dall'invasione dei Sassoni, ma, col tempo, nella fantasia popolare la sua immagine divenne quella di un re a capo di una schiera di valorosi cavalieri capaci di epiche imprese e nello stesso tempo paladini di valori cavallereschi come la difesa dei deboli, dei poveri e delle donne.

Il personaggio più popolare della saga arturiana resta comunque il Mago Merlino , che in tempi recenti si è guadagnato la fama di simpaticone , grazie soprattutto alla rappresentazione che di lui è stata fatta nel film della Disney La spada nella roccia





Al di fuori di questo contesto però, Merlino non sempre viene presentato come l'essere magico e buono che piace tanto ai bambini.
Il Mago Merlino compare per la prima volta nella Historia Regum Britanniae che Goffredo di Monmouth scrisse nel 1136, ma fonti antiche del medioevo lo considerano un personaggio imperscrutabile, a volte beffardo, a volte saggio.

Secondo quanto raccontano le leggende, conosceva il passato, il presente e il futuro ed era capace di assumere la forma di qualsiasi animale, a volte visibile , altre invisibile, come se restasse nel mezzo tra il bene e il male.




A Merlino la leggenda affianca la figura di Morgana, prima sua allieva e poi rivale, così come la Dama del Lago, che lo seduce e lo imprigiona.

 
 
 
Il fascino di questa storia infinita ha certamente interessato nel tempo poeti, narratori e illustratori che ne  hanno rappresentato in stili e forme diverse i personaggi più significativi.





















Credo che, indipendentemente dalle informazioni che verranno acquisite per effetto della recente scoperta, la saga arturiana non perderà comunque il fascino fin qui esercitato.

















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