domenica 6 luglio 2014

Jersey boys



JERSEY BOYS






Recensione


Se si va a vedere un film diretto da quell’originale e severo autore che è Clint Eastwood, non si scherza: sappiamo che ogni suo lavoro è accurato e ben approfondito, senza troppi arzigogoli.






E così è per questo “ Jersey Boys “: storia degli inizi, della crescita ed esplosione della famosa band Four Seasons che è stata il più importante gruppo pop di tutti i tempi.
Tre giovani del New Jersey, tutti di origine italiana, tutti più o meno legati al mondo della piccola delinquenza, capeggiati da Frankie Castellucci, che poi diventerà Frankie Valli, vogliono sfondare nel mondo della musica. Il terzetto al quale si unisce Bob Gordio, altro eccezionale talento musicale e abile produttore, rapidamente otterrà un successo strepitoso.





Seguendo lo stile dei biopic, Eastwood narra gli inizi dei tre ragazzotti che compiono furtarelli entrando ed uscendo di prigione, come da una porta girevole del supermercato, senza prendersene troppa pena, e prosegue con il loro impatto con il mondo dello spettacolo in cui debbono imparare a fare i conti con l’arrivismo, le lotte per il successo, le menzogne.

Una storia diretta con grande abilità, anche se il regista rimane sempre freddo e cerebrale…..e qui potrebbe calare il paragone con il diversissimo “Inside Davis” dei fratelli Cohen che, pur trattando più o meno lo stesso argomento, partecipano emotivamente alla storia del loro protagonista. Una partecipazione di pancia, si vorrebbe dire.



Bellissime le canzoni e si ricorda quanto Eastwood ami la musica dal piacere con il quale inquadra i visi e i corpi dei quattro cantanti: e chi può aver resistito al ritmo di Sherry, Walk like a Man o Rag Doll ?


D’altra parte il film è la trasposizione del musical omonimo che da otto anni trionfa sui palcoscenici di Broadway e Eastwood ha trasferito in esso come protagonisti anche gli attori cantanti.






John Llloyd Young è Frankie Valli, il trascinatore che canta in splendido falsetto, perfetto con il ciuffo imbrillantinato, Vincent Piazza costruisce un Tommy De Vito seducente e accattivante nel suo esser un cattivo ragazzo, sempre pronto a combinare qualche guaio, mentre Michael Lomunda ( Nick Massi) è l’ottima spalla che guarda questo strano mondo dall’alto della sua lealtà incorruttibile.







Erich Bergen rende il legnoso e talentuoso Bob Gordio alla perfezione, né si deve dimenticare Gip Angelo De Carlo (Cristopher Walker), il boss padrino e appassionato sostenitore di Frankie a cui tutto perdona e da cui viene rispettato in modo totale.


Alcune riprese sono poi da manuale…la più bella è quella del Brill Building, a New York, tempio della musica pop degli anni 50 che il regista fotografa con una carrellata verticale, inquadrando ogni piano e ogni stanza del luogo dove sta cambiando la storia della musica.






A proposito non dimentichiamo che in Italia i Pooh e i Camaleonti eseguirono negli anni 60 molte canzoni dei Four Seasons richiamandosi, soprattutto, a Frankie Valli.





Paola

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