domenica 13 luglio 2014

Big wedding

                                    



Big Wedding








Che spreco questo film!!!!! Spreco di intrepreti…quattro tra i più talentuosi attori di Hollywood, il Gotha del cinema: Robert De Niro, Diane Keaton, Susan Sarandon e Robin Williams…e se non bastasse si può aggiungere la freschezza delle giovani Katherine Heigl e Amanda Seyfried, il fascino della fotografia luminosa ed elegante, e la colonna sonora (soprattutto il motivo di coda)…. ma il tutto mescolato insieme non convince. Per una serie di motivi che, dopo un brevissima cenno alla trama, elencherò.





Ellie(Diane Keaton), già moglie di Don Griffin (Robert De Niro) e madre di tre figli (due biologici, uno adottivo), è invitata al matrimonio di uno di loro.


Don vive con la compagna Bebe (Susan Sarandon) e l’arrivo della ex moglie nonchè ex migliore amica di Bebe provoca un qualche scombussolamento, anche perché il giovane futuro sposo Alejandro, il figlio adottivo, ha invitato dalla Colombia la madre ( rigidamente cattolica osservante, a quanto pare) e la sorella ( di tutt’altra inclinazione) biologiche, alle quali non ha rivelato la mutata situazione familiare. E da qui inizia la classica commedia degli equivoci.




Intricato???? certamente e la regia di Jeremy Zackam, confusionaria e convulsa, arricchita di scene e battute pecorecce non aiuta.

Insomma sembra di rivedere, su pagine patinate, quei film anni 70 con Lando Buzzanca, Edvige Fenech e compagnia bella……

Per quali ragioni si parla di spreco??? Prima fra tutte perché il film è un remake, di cui non si sentiva la necessità, del recente e fragile francese “Mon frère se marie”.



Seconda perché i “quattro magnifici”, pur tentando di sollevare con la loro bravura la fragilità della sceneggiatura, non riescono ad esprimere alcunchè se escludiamo la Sarandon in qualche ironico passaggio e il dialogo di De Niro con la figlia Lyla ( la brava Katherine Heigh appena uscita dal televisivo Grey’s Anatomy che esibisce oltre tutto un delizioso taglio di capelli), dialogo nel quale si ritrovano le tracce del grande attore con un sospiro di sollievo.





Terzo perché non si ride, al massimo qualche sorriso è rapidamente inghiottito dalla confusione e dalla sguaiataggine che regna sovrana…per cui spesso sfuggono collegamenti e battute. E dunque rimane ben poco di cui dire bene…solo quando uno degli interpreti prende in mano la situazione allora si avverte il rimpianto per il film che avrebbe potuto essere, ma che purtroppo non è.

Paola





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