venerdì 17 luglio 2020

Coniglietti pasquali

Quando io ero una bambina, a Pasqua arrivava la lepre, che nascondeva le uova colorate in giardino o in casa, a seconda di dove abitavamo. Noi piccoli dovevamo trovarle, come in una caccia al tesoro, per poi aprirle alla ricerca della sorpresa. La lepre, però, non arrivava anche dagli altri bambini, ma solo a quelli della mia famiglia. In effetti questa usanza, qui in Italia, è appena nata, mentre a quanto pare nei paesi anglosassoni e  tedeschi era tradizione antica e poichè mio papà viaggiava molto in Austria per lavoro, l'aveva importata per la gioia dei suoi quattro bambini.








Per raccontare qualcosa su questa abitudine, copio da qui: https://www.bresciaatavola.it/it/il-coniglio-di-pasqua-tra-storia-e-leggenda/ la storia.

Sapete da dove deriva l’usanza di questo simbolo pasquale? La questione non è affatto semplice. C’è chi la fa risalire ad antiche tradizioni arrivate dalla Germania, dove il cosiddetto “Osterhase”, (il coniglio di Pasqua) nasconde le uova, per poi farle ritrovare ai bambini che si sono comportati bene.

Ma la storia più affascinante, riguarda una divinità sassone associata alla Primavera di nome Eostre – o Ostara, da cui la parola per Pasqua in tedesco, Ostern, e in inglese, Easter.



La leggenda racconta che, un pomeriggio di primavera, la dea Eostre, per far divertire i bambini da cui era circondata, trasformò in coniglio l’uccellino che aveva appoggiato sul suo braccio.
I bambini furono molto felici per questa trasformazione, non l’uccellino, che al contrario ne era rattristato. I piccoli, allora, chiesero alla dea di ritrasformare il coniglio in volatile. Nel frattempo era però giunto l’inverno e la dea, esausta, non aveva più le capacità per annullare l’incantesimo. Ritornata la primavera, la dea Eostre riacquistò le proprie forze e ridiede all’uccellino la forma originale. Per la gioia il piccolo pennuto, depose delle uova colorate che regalò ai bambini e alla dea.




La tradizione di regalare uova colorate è arrivata fino ai giorni nostri, così come quella del coniglietto Pasquale, sebbene il significato di questo dono sia mutato con l’avvento del cristianesimo. Le uova sono infatti diventate il simbolo della risurrezione di Cristo ed emblema della primavera come rinascita a nuova vita.

Qui    https://www.ihromamz.it/blog/coniglio-pasquale/   leggo la stessa versione della tradizione, ma in più:

secondo alcuni, queste storie sono solo una corruzione dei racconti folcloristici ucraini legati alla tradizione locale di decorare le uova (pysanky).



Storicamente parlando, il coniglietto pasquale sarebbe arrivato in America nel 1700 con gli immigrati tedeschi che portarono in Pennsylvania la tradizione della lepre che depone le uova (Osterhase/Oschter Haws). All’inizio i bambini realizzavano dei nidi in cui le creature potevano lasciare le loro uova colorate; successivamente la tradizione iniziò a coinvolgere anche la cioccolata, le caramelle e i cestini colorati al posto dei nidi.

Dall’antica lepre al nostro coniglio il passo è breve, ma cosa dire del bilby? In Australia il protagonista della Pasqua appartiene alla famiglia dei marsupiali, ma ha le orecchie molto lunghe, come i conigli.


L’immaginario pasquale, comunque, non si ferma alla famiglia dei leporidi: in Svizzera le uova colorate vengono trasportate dal cuculo, mentre in alcune parti della Germania da una volpe!




L’Easter Bunny è senza dubbio frutto di una tradizione pagana. Eppure, lo si trova spesso nell’iconografia cristiana che vede protagonista Maria. Vi starete chiedendo cosa abbiano in comune la Vergine e i conigli. Non è un paradosso: visto che i leporidi sono così fertili, gli antichi greci e i cristiani di età medievale pensavano che potessero riprodursi senza avere rapporti… proprio come accadde a Maria secondo la tradizione. Il vero protagonista della celebrazione cristiana, però, è l’uovo che, insieme alla colomba, simboleggia la risurrezione di Gesù dal sepolcro.



Tuttavia, la tradizione dell’uovo come simbolo della vita ha origini medievali: le uova venivano bollite con delle foglie che rilasciavano il colore e poi venivano regalate alla servitù. I re trecenteschi invece, come Edoardo I, chiedevano per sé uova di Pasqua tutte d’oro. L’idea di inserirvi un regalo all’interno arrivò solo nella Russia ottocentesca grazie all’estro dell’orafo Fabergé, il quale creò, su richiesta dello zar Alessandro III, un uovo di platino smaltato di bianco con all’interno un uovo, una corona imperiale e un pulcino d’oro. Il prestigioso presente avrebbe allietato la zarina Maria Fëdorovna e avrebbe segnato per sempre l’immaginario di tutto il mondo.

Fatto sta che ormai anche da noi il coniglietto pasquale è diventato una tradizione e i gadget per ricordarcelo non mancano certo, per la gioia dei collezionisti!




































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