venerdì 3 gennaio 2020

Il peltro




Negli anni 70, quando mi sono sposata, era facile ricevere in dono un oggetto in peltro. Soprattutto qui a Bergamo, dove c'era un artigiano, Nani,  molto famoso per la sua bravura.
Poi, con il passare degli anni, mi pare che il peltro sia andato pian piano fuori moda, forse perchè gli oggetti creati sembravano pesanti e difficili da inserire negli arredamenti moderni. Oggi, però, pare che il peltro abbia trovato una nuova vita, magari perchè alleggerito da ceramica o vetro e riacquista l'interesse che merita, tanto da essere utilizzato non solo per l'oggettistica, ma anche per la gioielleria.








Da wikipedia:
Il peltro è una lega composta principalmente di stagno (min. 90%), con l'aggiunta di altri metalli (rame, bismuto, antimonio). Anticamente, secondo la qualità e l'uso previsto, poteva contenere fino al 15% di piombo. Oggi il piombo è stato bandito per la sua tossicità. 
Il peltro è impiegato per creare oggetti artistici, monili, trofei, vassoi, piatti, e altro ancora. Il peltro è un materiale antico che si produceva colando una lega di stagno in forme di ferro o di ottone incise, e lavorandola successivamente con la tecnica della corrosione e della martellatura per ottenerne le forme della tradizione artigiana. Oggi viene lavorato a caldo in stampi di ghisa, terra o gomma siliconica e poi rifinito a mano artigianalmente, oppure stampato in lastre e lavorato al tornio, ma sempre utilizzando tecniche prettamente artigiane. Talvolta questo materiale viene ancora utilizzato per la fabbricazione delle canne d'organo.



































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