mercoledì 12 settembre 2018

The moor, ovvero, la brughiera.







Gli inglesi la chiamano moor, noi invece brughiera, con riferimento al brugo, una pianta appartenente alla famiglia delle Ericacee, che vive in un particolare habitat con suolo acido, scarsa presenza di humus e vegetazione a crescita bassa, tipico dell'Inghilterra settentrionale e della Scozia.

Proprio in questo periodo, tra fine agosto e settembre, le brughiere dello Yorkshire, per lo più abitate dal silenzio e dal vento, si colorano del viola dell'erica.






Quanto sarebbe bello  essere là, per capire  come una landa apparentemente desolata possa avere il fascino di una donna bella e misteriosa a cui non si può resistere, come racconta Heathcliff in Cime Tempestose :

"L'hai mai osservata la brughiera, Isabella? E' tormentata dai venti, dalle tempeste, dai ghiacci dell'inverno...Eppure l'erica resiste, rimane attaccata alla terra, sempre e comunque.

Non la tradisce mai, non l'abbandona per rifiorire in posti più tranquilli, le sue radici non muoiono, sanno che il loro destino è legato alla brughiera, anche se è aspra, ostile, ma l'amano così com'è, senza riserve."

Le parole di Heathcliff  non sono altro che il pensiero dell'autrice del romanzo, la sua personale e intensa percezione di quelle lande  in cui amava passeggiare  in compagnia  del suo cane Keeper.






Pochi giorni fa scrivevo in un post di una nuova forma di turismo, il turismo letterario, e credo che per gli appassionati delle opere delle sorelle Bronte, siano già disponibili programmi dettagliati per una visita al piccolo villaggio di Haworth, in cui Emily, Charlotte ed Anne vissero,  e alle brughiere che lo circondano.






In attesa di poter vivere un giorno in prima persona  questa  esperienza, se mai accadrà, metterò al lavoro la fantasia e vedrò di immergermi nell'atmosfera di quei luoghi in base alle informazioni raccolte qua e là...





Un trenino a vapore della Keighley and Worth Railway Line,  mi porta fino alla stazione di un piccolo borgo dove il tempo si è fermato al 1820, quando il reverendo Patrick Bronte, di origine irlandese, vi si trasferì con la famiglia per aprire un asilo per bambini poveri.




Haworth sonnecchia sulla  collina, immerso nel verde, quasi indifferente alle frotte di turisti venuti fin qui anche da molto lontano.













Percorrendo l'acciottolato della Main Street, sulla quale si affacciano caffè, pub, librerie e negozi di souvenir, oltre ad antichi edifici ben restaurati, raggiungo la chiesa di St.Michael and All Angels, dove operava il reverendo Patrick Bronte. Solo la torre campanaria, che risale al XV secolo, fa parte dell'edificio originale; il resto del complesso risale alla fine del XIX secolo.









Mi aggiro in punta di piedi tra le lapidi del cimitero, leggo date, nomi sconosciuti ....mi dicono che i Bronte sono tutti sepolti nella cripta della chiesa, ad eccezione di Anne; c'è una lapide infatti che  ricorda i nomi di Emily e Charlotte.




Quest'anno si festeggia il bicentenario della nascita della più celebre delle tre sorelle, Emily, l'autrice di Cime Tempestose, pubblicato per la prima volta con lo pseudonimo di Ellis Bell.







Ma è nella casa dove la famiglia Bronte ha vissuto  che si ritorna veramente indietro nel tempo.
In pietra grigia e circondata da un bel giardino,The Parsonage è un edificio a due piani costruito nel 1778 , oggi trasformato in Museo gestito dall'associazione Bronte Society.

All'interno vengono riproposti gli oggetti e gli ambienti così come si presentavano all'epoca in cui le sorelle amavano leggere, confrontare le proprie idee, formare quella personalità che le rendeva uguali e allo stesso tempo diverse : un libro aperto, una penna posata distrattamente accanto al calamaio, uno scialle dimenticato sulla poltrona...











Sembra davvero incredibile come in questo ambiente lontano dal mondo, queste giovani donne abbiano saputo creare personaggi e vicende che sopravvivono al tempo. 
E in attesa di scoprire il loro segreto sapete che faccio? Ricomincio da qui....



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