domenica 16 settembre 2018

Simboli



Un articolo, di Diana Cavalcoli letto qui:
ci racconta il significato di alcuni dei simboli che utilizziamo quasi quotidianamente, magari senza mai esserci domandati da dove derivi il loro significato. E' interessante, leggiamolo!



Lo smile

Stiamo parlando di uno dei simboli più diffusi a livello mondiale. Introdotto negli anni Settanta in ambito elettronico, lo Smile è un’immagine stilizzata di un volto sorridente. È composto da un cerchio giallo con due puntini che rappresentano gli occhi mentre un semicerchio indica la bocca. Il simbolo è attribuito all’artista americano Harvey Ball, che inventò la faccina sorridente nel 1963 per una compagnia di assicurazioni di Worcester. Si dice che in circa dieci minuti Harvey Bell abbia abbozzato il volto sorridente che doveva poi essere stampato su alcuni poster da appendere negli uffici. L’idea era sollevare il morale dei dipendenti dell'azienda durante gli appuntamenti con i clienti. Negli anni a seguire Ball non ha mai registrato il marchio e anche per questo lo smile si è diffuse negli Stati Uniti in maniera capillare. Il disegnatore non ha quindi tratto alcun profitto per l'immagine iconica, creata per un prezzo iniziale di 45 dollari.



La chiocciola @

Oggi è comunemente usata negli indirizzi email di miliardi di persone. Nell’antica Grecia, la @ però indicava la parola «anfora» nel suo valore specifico di unità di misura, di capacità e di peso. Si diffuse poi con lo stesso significato nel VI secolo dopo Cristo tra i mercanti veneziani e cominciò a essere usata nella contabilità per indicare «al tasso di». Venne così inserita nella tastiera di una delle prime macchine da scrivere nel 1884. La consacrazione si ebbe però cent'anni dopo nel 1972 quando l’ingegnere e programmatore americano Ray Tomlinson la scelse per il significato di «presso», in inglese at, per indicare gli indirizzi di posta elettronica di Arpanet, la rete da cui è nata Internet. È quindi conosciuta in inglese col nome at, mentre in francese come «arobase» e in spagnolo come «arroba».






Il simbolo maschile


Noto anche come il simbolo astronomico che indica il pianeta Marte, l’emblema è composto da un cerchio e da una freccia obliqua che punta verso Nord Est. L’immagine richiama le divinità dell’antica religione greca (Ares) e romana (Marte) a cui i pianeti vennero associati prima della nascita di Cristo. Secondo il sito della NASA infatti il simbolo è costituito da due elementi: il cerchio rappresenterebbe lo scudo mentre la freccia la lancia del dio. Gli astronomi della Mesopotamia in particolare furono i primi ad associare il pianeta Marte al dio del fuoco e della guerra, probabilmente per via della colorazione rossa del pianeta. In seguito l’accostamento è stato tramandato nei secoli fino all’epoca rinascimentale, periodo in cui il simbolo è stato usato per evidenziare il genere. In chimica l'immagine è invece usata per indicare il ferro.





Il simbolo femminile

Utilizzato fin dall’antichità dagli astronomi per indicare il pianeta Venere è oggi usato per rappresentare la femminilità in senso lato. Il simbolo è una rappresentazione dello specchio della divinità greca dell’amore, della bellezza e della fecondità. L’immagine deriverebbe dalla stilizzazione dello specchio della dea (il cerchio) e del manico (la croce ribaltata). Il cerchio richiama inoltre al ciclo infinito del giorno. Venere veniva vista dai Sumeri come la stella del mattino e della sera: era il primo astro che compariva al sorgere del sole e l'ultimo a restar visibile al tramonto. È interessante notare che il simbolo di Venere è anche un simbolo alchemico che rappresenta il rame, materiale con cui venivano forgiati gli specchi nell’antica greca. Inoltre Cipro, isola da cui secondo la leggenda sarebbe nata Venere, era in passato un grande esportatore di rame.





L'infinito

ll simbolo a otto «sdraiato» è utilizzato oggi per indicare l’infinito in ambito matematico. La figura appare per la prima volta sulla croce di San Bonifacio, avvolta attorno alle braccia di una croce latina. La paternità scientifica è però attribuita al matematico inglese John Wallis che introdusse il simbolo dell’infinito nel 1655, nel suo «De sectionibus conicis». Lo studioso non motivò la scelta ma è stato ipotizzato che derivasse dalla consuetudine romana nello scrivere mille in questo modo: CIƆ o anche CƆ. Il simbolo veniva spesso utilizzato per indicare enormi quantità. Nel misticismo moderno l'immagine è stata utilizzata come variante dell’Uroboro ovvero il serpente che si mangia la coda, emblema della ciclicità della vita. In geometria esiste anche un termine per definire il simbolo: la parola «lemniscàta» si riferisce a ogni curva a forma di otto rovesciato.



L'Ok (a gesti)

I gesti delle mani hanno significati diversi in base alle differenti culture. Negli Stati Uniti e in gran parte d'Europa il gesto dell'Ok è usato per indicare approvazione. In altre culture è invece visto come osceno. In Brasile e Russia ad esempio è giudicato un insulto mentre in Francia indica qualcuno che vale «zero». Il termine «Ok» invece si è diffuso in Italia a partire dal 1943, anno in cui le truppe statunitensi sbarcarono in Sicilia e iniziarono a risalire verso il Nord Italia. La popolarità del termine crebbe poi negli anni Settanta con il diffondersi delle radio private e a opera di alcuni Dj che abituati ad ascoltare canzoni inglesi adottarono questa locuzione. Una curiosità: nel satanismo le tre dita erette a ventaglio simboleggiano la trinità profana dio, dea e l'anticristo. Alcuni studiosi sostengono che le dita collegate al cerchio composto da indice e pollice raffigurerebbero per tre volte il numero del diavolo, il sei.



Le dita a VIn inglese «V-Sign», è un gesto in cui si alzano l'indice e il medio in modo da formare l'omonima lettera con le dita. Alcuni storici ritengono che il gesto derivi dal fatto che i francesi avessero l'abitudine di tagliare ai prigionieri inglesi le dita usate per tirare con l’arco. In epoca contemporanea il gesto è stato reso celebre dal tennista e ministro belga Victor de Laveleye. Venne utilizzato in segno di vittoria dopo la campagna politica della seconda guerra mondiale. In seguito è stato usato da altri politici, come Winston Churchill o Richard Nixon. Il simbolo in genere indica la vittoria ma se si rivolge il dorso della mano verso una persona simboleggia un insulto. Una volgarità in Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Irlanda e Regno Unito. Il suo significato letterale è «vai al diavolo». Il V-Sign può anche significare pace e amore. Era usato ad esempio nelle manifestazioni dei movimenti pacifisti degli anni Sessanta per celebrare la non violenza. Nel saluto scout dei Lupetti invece le due dita tese simboleggiano gli impegni presi e le orecchie del lupetto.


Il simbolo della pace

Il simbolo della pace fu creato dal disegnatore e pacifista Gerald Holtom nel 1958 e raggiunse la massima diffusione tra gli anni Sessanta e Settanta durante la campagna per il disarmo nucleare e le manifestazioni contro la guerra del Vietnam. Il simbolo all'epoca fu interpretato erroneamente come stilizzazione di un amplesso. Una versione iconica dello slogan sessantottino: «Fate l'amore, non fate la guerra». Holtom spiegò poi di essersi ispirato all'alfabeto semaforico utilizzato nelle segnalazioni nautiche: il simbolo rappresenterebbe le lettere N e D, appunto Nuclear Disarmament. Nella codifica Unicode il simbolo della pace è U+262E, e può quindi essere inserito in un testo HTML come entity ☮ o &#9774.


Riciclaggio

Il simbolo di riciclaggio indica che il produttore o l'azienda che lo esibisce aderisce ai consorzi, previsti dalla legge, per organizzare il recupero e il riciclaggio degli imballaggi. È composto da tre frecce che formano un nastro di Möbius. Disegnato nel 1971 da Gary Anderson, il logo venne inviato ad un concorso indetto dalla Container Corporation of America. Una variante del logo è il triangolo composto da tre frecce simbolo del materiale riciclabile. «Mi ci vollero un giorno o due per farlo, odio persino ammetterlo ora» ha commentato Anderson che per la sua idea vinse il concorso e guadagnò 2000 dollari cedendo i diritti sul logo oggi di pubblico dominio.






Il caduceo delle farmacie

Il caduceo è un simbolo di pace e prosperità, associato al dio greco Hermes (Mercurio per i Romani) e usato oggi sulle insegne di tutte le farmacie italiane. Il simbolo, composto da due serpenti avvolti a spirale, è la rappresentazione fisica del bene e del male, forze tenute in equilibrio dalla bacchetta del dio Ermes. Mercurio era noto anche come dio del commercio e intelligentissimo contrattatore. Il caduceo in Italia è il simbolo del farmacista e può essere interpretato in questo modo: i due serpenti rappresentano uno la dose terapeutica e l'altro la dose tossica, il veleno. Il farmacista è così rappresentato con il bastone alato perché si eleva sopra le parti in quanto conoscitore dell'una e dell'altra. In breve è l'unico in grado di frapporsi tra il farmaco e il veleno dato che conosce il giusto dosaggio.





Il cuore con le mani

Si tratta di un simbolo utilizzato a livello internazionale per rappresentare l’emotività dell'essere umano. Ma qual è l’origine del cuore di oggi? Per scoprirlo bisogna risalire all’epoca romana. Tra le testimonianze che possono aver influenzato la stilizzazione si segnala quella del medico Galeno che parla del cuore «come di una sorta di foglia d'edera capovolta». Il simbolo del cuore come lo conosciamo compare poi nel 1200, in un manoscritto «Il romanzo della Pera», in cui due amanti sbucciano insieme una pera con i denti. La consacrazione arriva però nel 1500 con la diffusione delle carte da gioco francesi e i vari semi.






Il teschio dei pirati

Il teschio che sovrasta due ossa incrociate o due spade è un simbolo piratesco e massonico che simboleggia la vittoria dello spirito sul corpo. Il teschio rappresenta infatti la saggezza e lo spirito dell'uomo. Si tratta di un simbolo diffuso in diversi contesti ma sempre in collegamento con il concetto di morte. È ad esempio usato nei simboli di rischio chimico e nei cartelli per il trasporto di merci pericolose o per indicare la presenza di sostanze tossiche. Storicamente il teschio con le tibie incrociate disegnato in bianco su fondo nero era usato dai pirati sulle proprie bandiere e in questo contesto era chiamato «Jolly Roger». Lo scopo di questa immagine era terrorizzare le vittime e indurle alla resa senza nemmeno combattere. Il simbolo è stato utilizzato anche dai sommergibilisti, dalla marina inglese e dall'aviazione statunitense.





Pericolo radiazioni

Il simbolo «pericolo di radiazioni» o «Trefoil» è costituito da tre lame d'elica che si irradiano da un punto centrale. Fu ideato a Berkeley presso il Radiation Laboratory della University of California nel 1946. L'immagine descrive la radiazione che si estende partendo da un atomo e il suo ideatore è lo studioso Nels Garden, allora responsabile del reparto di Chimica del laboratorio. All’inizio il Trefoil, «trifoglio», viene realizzato in rosso magenta su fondo blu. Ma nel 1948, il simbolo è adottato da un gruppo di scienziati dell’Oak Ridge Lab che non è convinto dei colori. Il team decide così che la combinazione giallo/magenta è la migliore in termini di visibilità. Questo schema di colori è ancora oggi lo standard negli Stati Uniti mentre nel resto del mondo il Trefoil si è diffuso nella variante nero su sfondo giallo.



Play (a triangolo)

Cliccato da milioni di persone in tutto il mondo è utilizzato per avviare video o apparecchi elettronici. Il triangolo «che punta a destra» è tanto famoso da essere diventato addirittura il logo di una piattaforma da miliardi di visualizzazioni come Youtube. Secondo il sito Gizmodo il pulsante risalirebbe agli anni Sessanta, quando l'audiovisivo era ancora in nastro: allora si pensò che una freccia (ovvero il triangolo) fosse il simbolo più adatto indicare il verso di andamento della bobina ovvero verso destra. Questo spiegherebbe anche il verso delle frecce per riavvolgere i nastri o per mandare avanti la registrazione presenti sulle tastiere dei vecchi stereo.





Accensione

Il simbolo di accensione, in inglese «power» è ormai conosciuto da chiunque abbia un elettrodomestico in casa. Se in passato si è sempre optato per l'utilizzo delle parole «On» e «Off» in corrispondenza della relativa funzione oggi esiste solo un pulsante. Ma che significato ha questo simbolo? Le origini risalirebbero alla Seconda Guerra mondiale quando gli ingegneri militari cominciarono a usare, 0 e 1, cifre del sistema binario per indicare l'accensione e lo spegnimento di un determinato apparecchio. Nel 1973, la Commissione Elettrotecnica Internazionale ha poi scelto il simbolo dato dall'unione dei due numeri come standard. Ecco quindi spiegato il cerchio aperto con una linea al suo interno. Un'icona che indica «power» appunto «accensione».




Bluetooth


Il secondo re di Danimarca Harald Bluetooth è passato alla storia per aver tentato di unire la Scandinavia sotto un'unica bandiera nel decimo secolo. Dal monarca danese prende il nome il Bluetooth, una tecnologia che consente di unire il telefono al pc e all’auricolare. Inventata da Ericsson nel 1994 la nuova soluzione mette in contatto due dispositivi vicini senza dover per forza allineare due porte ottiche. In linea con la scelta del nome anche il simbolo è ispirato alla corona di Danimarca: è una fusione grafica delle iniziali del re, H e B, in caratteri runici.



Uscita d'emergenza

Il simbolo «uscita di emergenza» è un segnale che indica la presenza di un'uscita di sicurezza. Il simbolo, adottato internazionalmente nel 1985, è stato creato dal designer giapponese Yukio Ota negli anni Settanta. Secondo la normativa europea il simbolo può essere rivolto a destra o a sinistra ed essere accompagnato da frecce addizionali che indicano la direzione. Il simbolo può presentare la dicitura supplementare «USCITA DI EMERGENZA». Negli Stati Uniti d'America e in Canada l'uscita di emergenza è indicata con una scritta di colore rosso «EXIT». La dicitura può essere occasionalmente di colore verde o, nel caso del Canada, recare il testo «SORTIE».




Usb

È uno dei simboli che maggiormente fa discutere la comunità web. Perché? In pochi ne conoscono l'origine e la sua storia rimane tutt'ora avvolta nel mistero. Secondo la maggior parte degli esperti di tecnologia si tratta di una rappresentazione stilizzata del tridente del dio greco del mare Nettuno. Il fatto che su ogni punta ci sia una diversa figura geometrica (un cerchio, un triangolo e un quadrato) vuole indicare che attraverso il collegamento Usb si possono connettere tra loro dispositivi di natura diversa.


Dito medio


Nell'antica Roma il gesto del dito medio alzato era accompagnato dalle parole «digitus impudicus», traducibile come «dito impudente». Il rimando è infatti ai genitali maschili. Il gesto, considerato volgare tanto in Occidente quanto in Oriente, sottintende la sottomissione dell’interlocutore nei confronti di chi insulta. Secondo gli storici la pratica nasce nell’area del Mediterraneo, forse in Grecia, per poi diventare popolare nelle città stato prima e nelle province romane poi. In particolare diversi documenti testimoniano l'uso del gesto tra le popolazioni germaniche. Solo in epoca moderna il simbolo si è diffuso in America: secondo diverse ricostruzioni «per merito» degli immigrati italiani negli Usa. Il 24 settembre 2010 a Milano il celebre artista Maurizio Cattelan del dito medio ne ha fatto un'opera. Una gigantesca statua che svetta di fronte a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa.






L'Euro

Ideato da Arthur Eisenmenger, un designer tedesco nato nel 1914 e morto nel 2002, il simbolo è oggi usato per indicare la moneta dell'Unione europea. Nel 1975 il famoso designer era a capo del reparto grafico della Comunità Europea e ricevette il compito di disegnare un simbolo che rappresentasse l'Europa stessa. Eisenmenger spedì una proposta alla Commissione europea di Bruxelles che era chiamata a scegliere tra oltre dieci progetti e aspettò per vent'anni il verdetto. Nel 1997 la Commissione presentò il simbolo alla stampa di tutto il mondo per la prima volta ma Arthur Eisenmenger non ricevette alcun riconoscimento ufficiale per la creazione del simbolo dell'euro.




E dopo quest'ultima spiegazione mi è venuta la curiosità di conoscere anche il significato del simbolo del dollaro. L'ho trovata su Wikipedia.




Il simbolo è documentato nelle corrispondenze di affari tra le colonie britanniche nordamericane e il Messico negli anni 1770, per indicare il peso Ispano-messicano.
Il peso (o piastra) era chiamato "spanish dollar" nell'America settentrionale britannica, e nel 1785 fu scelto come valuta degli Stati Uniti, assieme al termine "dollar" e il simbolo $. In realtà la prima volta che il simbolo è apparso su una moneta statunitense è stata sul rovescio di una moneta da $1 emessa nel febbraio del 2007, in base al Presidential $1 Coin Act of 2005.
Le prime origini del simbolo non sono certe, ma in genere è ampiamente accettato che derivi dallo stemmadella Spagna che mostra le due colonne d'Ercole e il motto Plus Ultra in forma di "S". 



Oltre a questa spiegazione ce ne sono parecchie alternative, per cui vi rimando a Wikipedia. Di certo non c'è nulla.

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