lunedì 13 agosto 2018

Gustave Caillebotte

Come ho già avuto modo di dire, il recente viaggio in Normandia e, in particolare, la visita alla casa e al giardino di Monet, hanno stimolato la mia curiosità, assopita su molti temi che erano finiti nel dimenticatoio della memoria o quasi , fra i quali l'impressionismo, la corrente pittorica che ha caratterizzato la seconda metà dell'Ottocento.

Così , leggendo qua e là sull'argomento, mi sono imbattuta occasionalmente in uno dei protagonisti più significativi di questa corrente pittorica, il cui nome tuttavia non viene frequentemente citato accanto a quello di altri pittori, suoi contemporanei.




Nato a Parigi nell'agosto del 1848,  a differenza di molti artisti , in particolare pittori, Gustave Caillebotte ebbe la fortuna di crescere in  una famiglia decisamente benestante, così da potersi dedicare allo studio e alla pittura senza la preoccupazione di doversi procurare il pane quotidiano . Non avendo la necessità di vendere i propri quadri, il suo talento fu in un certo senso sminuito dai suoi contemporanei, quasi fosse solo il passatempo di un giovane benestante.
 
Ma fu  proprio grazie alla sua prospera condizione economica, che Caillebotte si adoperò per sostenere il gruppo di pittori impressionisti di cui faceva parte, acquistandone i quadri, finanziando mostre, ed aiutandoli eventualmente economicamente, come nel caso dell'amico Monet.
 
Appassionato di nautica e di giardinaggio, Caillebotte dava ai suoi dipinti, come scrivono ora i critici d'arte, un taglio fotografico, con i personaggi  quasi in movimento  negli scorci di vita parigina, o in primo piano, proprio come se fossero di fronte a lui, intenti a vogare sul fiume .
 
Scomparve prematuramente nel 1894, dopo aver trascorso gli ultimi anni lontano dalla pittura, deluso probabilmente dai dissapori sorti nel gruppo dei colleghi impressionisti, e dedicandosi al giardinaggio.


Attraverso i suoi dipinti mi pare che Caillebotte voglia mostrare ciò che effettivamente amava, le strade della sua città, i colori della sua campagna, il fascino misterioso dell'acqua, la normalità dei gesti quotidiani e forse per questo ha preferito tenerli per sé anziché condividerli con altri.
 
 
 
 












































































 
 
 






















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