domenica 6 marzo 2016

Il Grembiule




Una volta si usava il grembiule. A scuola era d'obbligo per femmine e maschi, corredato spesso da un fiocco al collo rosso o blu a seconda del sesso. Il grembiule poteva essere bianco per le femmine e nero per i maschi, ma io l'ho sempre avuto nero, tranne che all'asilo, dove poteva essere rosa, azzurro o giallo, a seconda della classe frequentata. Alle medie i maschi avevano una casacca nera, più comoda di un grembiule, perchè invece di arrivare alle ginocchia, arrivava ai fianchi. Noi femmine, fino alla fine delle superiori, grembiule nero per tutte, anche per quelle che lo odiavano. Al liceo i maschi erano esentati, però dovevano indossare la giacca. No al maglione e i jeans non erano ancora entrati nell'uso comune.



Il grembiule, comunque, era utilizzato dalle donne anche in casa. Ricordo che nel mio corredo ne avevo anche uno elegante, da sera, lungo fino alle caviglie, per coprire le maxigonne che erano di moda negli anni settanta. Sembra di parlare di un'altra vita!!












 Eppure la storia del grembiule è lunga:


di Gabriella Aruch Scaravaglio
GREMBIULE (fr. tablier; sp. delantal; ted. Schürze; ingl. apron). - La forma più antica del grembiule fu un pezzo di stoffa girata intorno ai fianchi, posto sopra altre vesti, sia per gli uomini sia per le donne; questa foggia si ritrova fino al 1200, mentre poi il grembiule assume la forma che ha conservata tuttora, attraverso infinite variazioni. Ma questo accessorio, creato per necessità pratiche, divenne presto elegante e già prima del Quattrocento, col fiorire dell'arte del ricamo, era spesso oggetto di squisita fattura. Nei paesi nordici si trasformò anche in ornamento di pelliccia. Nei secoli XVI e XVII altro non fu che un ornamento prezioso aggiunto nel ricco costume femminile, finché nel Settecento fece parte del costume stesso come guarnizione del vestito. Verso la fine del regno di Luigi XIV venne la moda dei grembiuli di merletto e di seta, di grandissimo lusso; se ne facevano di punto d'Inghilterra, di merletto d'argento e di merletto d'Alençon. Da questa moda deriva il tablier del costume francese (1700), che consiste nell'apertura dell'ampia veste di sopra (panier) su un'altra veste d'altro colore o di merletto, ma sempre molto ricca di guarnizioni. Con questa moda decade l'uso del grembiule vero e proprio, che rimane però sempre nei varî costumi regionali. Ritorna nel 1814 nell'abbigliamento elegante; e venuta la moda delle vesti larghe (1830), si sbizzarrisce fino al 1860 in fogge curiose, anche nell'abbigliamento dell'infanzia. 






Nel 1900 il grembiule era una tradizione, era uso comune:
http://www.altosannio.it/grembiule-nonna-versione-italiana/
Il suo uso tradizionale era quello di proteggere il vestito. Più facile da lavare dell’ abito che c’era sotto perché più piccolo e con meno pretese, se ne potevano avere tanti perché fatti con materiale di recupero. Invece di vestiti, nella maggior parte di casi, se ne aveva uno e uno soltanto.
L’umile vecchio grembiule, lavato e rilavato più volte e messo ad asciugare, piegato, sopra la stufa a legna, quando si trovava nella sede per cui era stato concepito, cioè legato alla vita della nonna, si trasformava nel più versatile strumento a sua disposizione.
C’era una pentola calda da rimuovere dal forno? Niente presine! Si alzava il lembo del grembiule e, con un gesto fulmineo per evitare scottature, in un battibaleno il ruoto si trovava sul tavolo.
Nel pollaio c’erano uova appena deposte, calde e invitanti? Il grembiule diventava un pratico strumento di trasporto; all’occorrenza portava anche pulcini pigolanti o, se le galline erano sfaticate, anche di uova covate per metà per essere messe vicino la stufa a continuare la schiusa.
E poi, fascine e legnetti per accendere il fuoco; tutti i tipi di verdure, piselli, pomodori, melanzane provenienti dall’orto; e, ancora, noci, castagne… e mele, quelle cadute dall’albero e ammaccate. Venivano raccolte religiosamente e portate in casa per utilizzarle in una semplice quanto squisita torta di mele.
Mani bagnate asciugate sommariamente con un angolo di quel pezzo di stoffa indicavano che un lavoro era finito e che ci si stava accingendo a iniziarne un altro.
Per non parlare di quanta insospettabile polvere quel vecchio grembiule ha tolto, furtivamente in pochi secondi, dall’angolo di un mobile.
E le tasche? Uno scrigno contenente un ditale e un rocchetto con l’ago infilato pronto all’uso, un gomitolo da srotolare per fare la calza, un fazzoletto da naso usato più e più volte.
Ma gli usi più vicini al cuore erano altri: quando verso sera faceva un po’ più freddo, la nonna lo usava per avvolgere le braccia del nipotino infreddolito e comunicargli un po’ di calore; con un lembo dello stesso gli puliva il musetto e le mani impiastricciate, le orecchie sporche, il moccio al naso; e, tenerezza infinita, lo proteggeva quando, intimidito e impaurito, correva a nascondersi tra le sue gonne e gli asciugava le lacrime.






Ma perchè ho raccontato tutto questo? Be', era una scusa per pubblicare questi deliziosi figurini d'antan!













































2 commenti:

  1. Quando ho frequentato le superiori (intorno al 1970...) nella mia scuola era obbligatorio il grembiule, ma poteva essere di qualsiasi colore, tranne il nero.Io ne avevo uno azzurro e uno rosso. In classe eravamo 24 e tutti i colori facevano allegria...!!

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    1. sarete certo sembrate un'aiola fiorita! Chissà che bello! Noi, invece, solo nero!

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