giovedì 3 maggio 2012

Ninfee e fior di loto



Nel post di ieri di Mianna sulle rose di villa reale a Monza, c'erano un paio di foto con un laghetto pieno di bellissime ninfee.



Le ninfee sono piante acquatiche perenni originarie del continente asiatico che hanno trovato larga diffusione anche in altre zone come Australia, Africa, Nuova Guinea; in Italia troviamo specie spontanee come la ninfea Alba e la ninfea Candida. Vi sarà capitato spesso di vedere degli splendidi laghetti adornati di queste meravigliose piante che con i colori dei loro fiori rendono magico e poetico ogni specchio d’acqua; queste magnifiche piante acquatiche hanno il potere di trasformare anche un minuscolo laghetto in un piccolo angolo di Paradiso e di donare un tocco di allegria e felicità in qualsiasi luogo vengano posizionate.
Il genere ninfea racchiude molte specie alcune delle quali hanno trovato un buon adattamento ai nostri climi, mentre altre tropicali presentano dei fiori molto profumati. Viene coltivata anche per scopi decorativi grazie ai suoi fiori molto grandi e belli.





In passato la ninfea era raffigurata spesso sulle chiese in quanto considerato un simbolo di castità e candore, questo per la sua caratteristica di aprirsi sull’acqua senza sporcarsi di fango. I greci la consideravano una pianta dai poteri afrodisiaci, mentre gli egiziani la usavano per decorare le tombe. Oggi giorno la ninfea significa purezza, innocenza, riservatezza. Alcuni tipi di ninfea hanno proprietà terapeutiche e le radici ridotte in polvere possono aiutare a combattere la diarrea e le emorroidi.
Alcune popolazioni utilizzato le radici in cucina in quanto contengono al loro interno una buona quantità di fecola.



I Greci attribuivano al fiore qualità anti-afrodisiache; nella mitologia greca è considerato il simbolo dell’amore non corrisposto, ma anche dell’amore platonico. In Oriente, la ninfea simboleggia l’alba, l’arrivo del sole; alcune varietà si aprono quando sorge il sole e poi si richiudono al tramonto. Giglio d’acqua è il nome utilizzato per indicare la ninfea nei paesi anglosassoni; qui rappresenta la castità, la purezza, la freddezza.

Il fior di loto:





Talvolta le ninfee vengono erroneamente chiamate fior di loto; in realtà il fior di loto appartiene ad un'altro genere, chiamato nelumbo; anche queste sono piante acquatiche, che producono grandi fiori, meno doppi di quelli delle ninfee, e spesso rosati; si differenziano anche perchè i fiori del nelumbo sbocciano spesso completamente al di sopra dello specchio d'acqua, sostenuti da uno stelo rigido e robusto. In seguito alla fioritura sul fusto matura un grosso baccello contenente i semi, spesso utilizzato, secco, come decorazione. Al genere nelumbo appartengono una specie di origine asiatica e d una di origine Americana, entrambe sono rustiche; contrariamente alla ninfea, pur essendo piante acquatiche, la gran parte del fogliame si sviluppa al di sopra dell'acqua, dando origine ad ampie macchie che nascondono completamente alla vista lo specchio d'acqua.





Nella religione buddista ogni colore di fior di loto rappresenta uno stato spirituale del Buddha: il bianco purezza mentale, il rosso compassione, l’azzurro l’intelligenza.
Nonostante il loto non cresca in Tibet, esso è uno degli otto simboli di buon auspicio che fanno parte della cultura tibetana, quali: la Ruota della Dottrina, il Parasole, i Pesci d’Oro, il Vaso del Tesoro, il Loto, la Conchiglia, il Glorioso Nodo Senza Fine o Nodo dell’Amore Infinito, lo Stendardo della Vittoria.







Presso gli Orientali il loto è espressione della perfezione
e della purezza del sole, del cielo, della creazione, del passato, del presente e del futuro, ovvero, in una parola sola della vita stessa e di tutte le virtù ad essa,
direttamente o indirettamente, riferibili. Per questo è considerato un fiore sacro, il fiore degli Dei. I Buddisti indiani rappresentano il seggio di Budda come forma allargata del fiore di loto. Nella Grecia antica era il simbolo
della bellezza e dell'eloquenza. In Italia cresce in zone temperate; a Mantova, sul lago Superiore, cresce grazie ad una giovane laureata in
Scienze Naturali, che, circa 60 anni fa, decise di piantarne lì alcuni esemplari.
Oggigiorno, il dono del fiore di loto è un gesto per dichiarare grande ammirazione

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