La curiosità è una brutta bestia, difficile resisterle...
Questa mattina, dopo aver chiuso il post sul Diario di campagna di Edith Holden, mi è rimasto appiccicato in un angolo della mente quello che l'autrice scrive a proposito dei maio, o pali di maggio.
Cosa saranno esattamente? mi chiedevo mentre cucinavo il pranzo, caricavo la lavastoviglie e stendevo il bucato ( attività che riempiono principalmente le mie domeniche).
Ringrazio Dio per aver inventato Internet - non è specificato nella Genesi ma sicuramente ci ha messo le basi - perchè con un clic la curiosità viene soddisfatta.
I pali di maggio, o alberi di maggio, hanno origini antiche. Fra i Celti, la notte fra il 30 aprile e il 1 maggio segnava il passaggio alla bella stagione; era una notte di veglia, una specie di Capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti, aspettando il nuovo giorno che segnava il trionfo della luce sulle tenebre.
In Svezia il 1 maggio si soleva portare nei villaggi un gran palo che veniva adornato di nastri e drizzato in piedi; poi il popolo vi danzava intorno a suon di musica. L'albero verde restava nel villaggio sostituito da uno fresco il 1 maggio successivo.
Sull'albero sfrondato venivano poste salsicce, dolci, uova ed altri cibi e i giovani vi si arrampicavano per impossessarsene. Maggi erano anche i ramoscelli che i giovani offrivano alle ragazze, come augurio di amore e di fecondità.
Questa usanza nordica è sopravvissuta anche alle nostre latitudini sotto forma di Albero della Cuccagna che si ritrova spesso nelle nostre fiere e in tante manifestazioni folkloristiche con un numero infinito di varianti.
Analoghe radici ha probabilmente il Calendimaggio, tradizione che risale appunto ai Celti, agli Etruschi e ai Liguri, viva in molte regioni d'Italia come allegoria del ritorno della vita e della rinascita primaverile.
Consiste nell'itinerare lungo il paese, intonando i canti di maggio sotto ogni casa. La tradizione vuole che i "Maggini" - cioè i cantori del maggio - trasportino un ramo molto grosso di ontano,simbolo della vita, su cui vengano appesi i doni raccolti nelle case.
Nelle città dove il Calendimaggio è una tradizione radicata, si tratta di un vero e proprio spettacolo all'aperto, con un copione ben preciso, i cui interpreti indossano sfarzosi costumi.
(notizie e immagini trovate qua e là)
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