Di tutte le "feste commercialmente comandate" quella della mamma è stata pensata anni fa sicuramente da qualcuno a cui piaceva vincere facile. Una volta gettata l'esca, è probabile che a cascare nella rete siano stati nel tempo da una parte i beneintenzionati che alla mamma comunque ci tengono, e dall'altra coloro a cui basta un mazzo di fiori o una scatola di cioccolatini una tantum per sedare i pruriti di una coscienza sempre più autoreferenziale.
Devo dire che ultimamente la pressione mediatica nei confronti di un evento che ormai ha conquistato un posto fisso nel calendario si è notevolmente attenuata rispetto al passato, sarà perchè viviamo in tempi di vacche magre, sarà perchè certi meccanismi una volta messi in moto funzionano in autonomia per sempre.
Comunque, fatte le doverose considerazioni sui fastidiosi condizionamenti imposti dal consumismo, non possiamo commettere l'errore di gettar via il bambino insieme all'acqua sporca.
Aprire un cassetto e trovarci un lavoretto così :
riesce ancora ad intenerirmi.
Così come rileggere certe missive :
Oggi Fabio e Maxi non fanno più lavoretti per me nè mi scrivono letterine... per fortuna, aggiungo, ma in certi loro gesti quotidiani ritrovo la spontaneità dei messaggi di allora, quando, bambini,venivano guidati e incoraggiati da maestri/educatori attenti, che certamente non operavano per fini commerciali. E allora ben venga la festa della mamma se è l'occasione per imparare il linguaggio del cuore.
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