giovedì 24 agosto 2017

L'amica di penna






Era stata l'insegnante di francese a voler promuovere questa iniziativa didattica allora poco conosciuta nelle nostre scuole: un contatto diretto tra coetanei di paesi diversi, non solo per migliorare le conoscenze linguistiche, ma anche un modo per avvicinare culture e costumi diversi in maniera più spontanea e gradevole rispetto a quanto  veniva proposto attraverso i testi scolastici.
 
Era il 1959 (sigh!!) e ancora non conoscevo il mitico pen friend che ricorre nelle strisce di Shultz. L'idea era allettante tanto più che la profe ci aveva fatto intendere che, se ci fossimo impegnate seriamente,  avrebbe cercato in ogni modo di strappare al preside il permesso per una gita scolastica a Parigi.
 
Credo che solo chi è mio coetaneo possa capire cosa significasse per una quindicenne , nel 1959, una gita scolastica a Parigi...
 
 
 
 
 

In teoria sembrava un compito facile raccontare di sé, della scuola, degli amici, della propria città, ad una coetanea; cose da dire ce n'erano davvero tante , ma metterle nero su bianco in una lingua che si conosceva appena, era un 'impresa ardua...
Così dalle prime stentate lettere, di comune accordo Renée e io avevamo pensato a un modo più semplice per comunicare : scambiarci cartoline delle rispettive città o delle mete di gite o vacanze, limitando così lo spazio per le parole....
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Il gioco era divertente al di la dello scopo didattico, di cui a dir la verità, ci importava assai poco. Questa forma di corrispondenza infatti prosegui per alcuni anni, anche quando il piano di studi non prevedeva più lo studio della lingua straniera.

Non ricordo esattamente cosa mandai o scrissi a Renée nel corso del tempo, ma di lei conservo ancora molte cartoline con brevi messaggi affettuosi, a volte scritti in francese , altre in un italiano approssimativo, come probabilmente lo era il mio francese.

Un giorno arrivò una busta gialla con la sua familiare calligrafia e dentro c'era la fotografia di una giovanissima sposa






Renée non aveva ancora vent'anni e già aveva fatto una scelta di vita importante. Ricordai allora che era orfana di padre e forse anche da questo era derivata la sua scelta.

Com'era inevitabile l'adolescenza se n'era andata ed entrambe ora avevamo nuovi impegni e nuove responsabilità da affrontare. La corrispondenza cessò, ma mi capita spesso di pensare a Renée, a come sarà stata la sua vita, come lo è ora, e spero che di quando in quando anche lei si ricordi di me e di quegli anni ormai così lontani.

Quasi dimenticavo.... nonostante l'esperienza degli amici di penna non avesse prodotto strepitosi miglioramenti nella nostra conoscenza della lingua  e dei costumi d'oltralpe, la gita scolastica a Parigi fu autorizzata. Era la primavera del 1960 e in classe era ancora d'obbligo indossare il grembiule nero....

Nel mio giardino c'è un grande faggio dove da anni una coppia di tortore ha fissa dimora. In primavera avanzata entrambi i genitori insegnano a volare ai loro piccoli : è uno spettacolo divertente e tenero allo stesso tempo, e incredibilmente simile a quello che gli umani fanno con i loro figli.

Ecco.:quella gita a Parigi è stato il mio primo volo senza l'assistenza dei miei genitori ...

Purtroppo per ricordarlo ho solo qualche  foto scattata da un modesto fotografo probabilmente dotato di una altrettanto modesta  macchina fotografica e se volete individuarmi nelle foto di gruppo seguite un'orrenda borsa di paglia simile a un cesto da pescatore....
















 

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