sabato 23 febbraio 2013

Pubblicità vintage

Uno dei motivi per cui preferisco la lettura di un libro piuttosto che di una rivista è la certezza di non imbattermi in messaggi pubblicitari. E' vero, ormai lo sappiamo tutti, la pubblicità è l'anima del commercio, ma il troppo è troppo.
Chissà se è nata prima la voglia di consumare o l'arte di indurre a farlo.... mi sa che è un po' come la storia dell'uovo e della gallina, non c'è risposta certa.
Vi ricordate quando negli anni '60 si parlava di pubblicità subliminale, cioè di quei messaggi che il cervello di una persona assimilerebbe a livello inconscio?
 
Qualche anno dopo la pubblicazione del libro I persuasori occulti di Vance Packard nel 1957, furono resi pubblici i risultati di uno studio in cui si sosteneva che se in un cinema durante la proiezione  del film venivano inseriti in alcuni fotogrammi brevi messaggi subliminali di tipo pubblicitario riferiti a bibite o snack, gli spettatori al termine dello spettacolo aumentavano notevolmente il consumo di quei prodotti.

Oggi la pubblicità non si affida più a questi trucchetti, è più trasparente, più esplicita, a volte sfacciata e inopportuna ( basti pensare ai contenuti degli spot che vanno in onda in tv all'ora di pranzo...), mentre altre volte sa essere sottile, spiritosa, originale, addirittura artistica.

Sia come sia, l'eccesso di pubblicità non fa per me. Al contrario mi ritrovo ad apprezzare la semplicità, l'ingenuità, la misura della pubblicità d'altri tempi, quella che alla radio veniva chiamata "comunicati commerciali",quella che oggi chiamano pubblicità vintage.


 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

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