sabato 20 settembre 2014

I fuochi d'artificio








Naturalmente i fuochi artificiali mi piacciono molto, come a chiunque. Ogni volta che  sento i botti, però, penso ai cani e agli altri animali che ne sono terrorizzati e mi chiedo se non sarebbe possibile renderli meno rumorosi...anche perchè, nonostante il fascino che esercitano, anche io ne ho paura: non certo per il rumore, ma sono troppe le persone che ogni anno ci rimettono mani e occhi, quando non addirittura la vita. Personalmente non li maneggerei mai!
I fuochi che mi piacciono di più sono quelli sparati in riva ad uno specchio d'acqua, dove i riflessi delle luci moltiplicano la magia dei colori.







La pirotecnica è nata in Cina ad opera dei monaci intorno all'anno 1000, a seguito della casuale scoperta della polvere da sparo intorno all'800 (nota anche come polvere nera o polvere pirica). Tale sostanza iniziò quasi subito ad essere usata per scopi militari, nonostante gli usi che se ne conoscevano all'epoca fossero molto rudimentali. I primi ordigni bellici pirotecnici venivano lanciati a mano o con catapulte.







Esiste un accordo quasi unanime sul fatto che siano stati i popoli mongoli a introdurre la polvere da sparo in Europa durante la loro invasione dell'Ungheria sotto la guida di Ogodei, intorno al 1241.

La diffusione della sostanza avvenne col nome di "neve cinese" o "sale cinese" e la sua conoscenza fu tramandata così velocemente che già nel 1245 il filosofo e alchimista inglese Ruggero Bacone sancisce la formula della polvere nera, riportandola nella sua epistola "De secretis operibus artis et naturae, et de nullitate magiae"; la composizione suggerita è sostanzialmente quella ancora in uso tutt'oggi (75% nitrato di potassio comunemente noto come salnitro, 13% di carbone di legna polverizzato, 12% di zolfo).



La prima testimonianza autorevole dell'uso di questa sostanza in Occidente risale al 1258. I primi sporadici esempi di un uso puramente spettacolare della polvere pirica risalgono al basso medioevo (XIII-XV secolo), usata per accompagnare le Sacre Rappresentazioni;  la polvere nera era adoperata durante queste esecuzioni teatrali per raffigurare con scoppi, fiamme e bagliori i luoghi infernali delle narrazioni. 







Nel 1379 a Vicenza in occasione dell'Ascensione venne messo in scena il volo della colomba: un fuoco sulla corda che dalla torre del Palazzo vescovile volava verso l'effigie di Maria e degli apostoli, celebrando la riconciliazione tra Scaligeri e Visconti.


Le prime fabbriche di fuochi pirotecnici a scopo di spettacolo sorsero in Germania tra il 1340 e il 1348 ad Augusta, Spandau e a Liegnits.

Dall'inizio del XVII secolo si affermarono due principali scuole di pirotecnica in Europa:

la "scuola italiana" dei Ruggeri a Bologna, famosa per la spettacolarità dei fuochi nei quali venivano usati degli scenari trasparenti o variamente colorati illuminati poi dalla luce degli spari;
 la "scuola di Norimberga" dei Clamer, nota per la omonima tecnica di sparo aerea che veniva usata.






Esistono poi dei fuochi artificiali detti "di terra" perchè non devono alzarsi in volo per scoppiare: sono per esempio le girandole, che sfruttano la forza della polvere da sparo per girare vorticosamente.
I fuochi di ultima generazione invece della polvere da sparo, utilizzano la forza dell'aria compressa per arrivare in quota e pare siano più precisamente indirizzabili di quelli tradizionali. Saranno anche più sicuri? Speriamo!

1 commento:

  1. Bentornata Dindi...quando ero piccola adoravo i fuochi di artificio che non erano belli come adesso....ora ne sono meno attratta, forse dipende dal fatto che vengon fatti sempre quando è buio pesto ed io sono già a letto ah ah buona serataPat

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