sabato 15 giugno 2019

Padri e Figli

Qualche giorno fa mi sono imbattuta per caso in una lettera scritta dal 16°Presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, all'insegnante del figlio, in occasione del suo primo giorno di scuola.

Subito la mente è andata al difficile rapporto tra insegnanti e famiglie che da qualche tempo avvelena il delicato processo di educazione delle giovani menti e che si ripercuoterà negativamente sul loro futuro.

Come ex insegnante e mamma, rimpiango davvero i tempi in cui il rispetto dei  ruoli era elemento fondante e irrinunciabile per l'educazione dei nostri figli. 






"Il mio figlioletto inizia oggi la scuola. Per lui tutto sarà strano e nuovo per un po' e desidero che sia trattato con delicatezza.
E' un'avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un'avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.

Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano e di insegnargli le cose che dovrà conoscere. Gli trasferisca l'insegnamento, ma con dolcezza, se può. Gli insegni che per ogni nemico, c'è un amico. Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri. Gli faccia però anche comprendere che per ogni farabutto c'è un eroe, che per ogni politico disonesto, c'è un capo pieno di dedizione.

Gli insegni ad avere fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.

Gli insegne a vendere talento e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull'anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni ad avere sempre suprema fede nel genere umano e in Dio.

Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. E' un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio."


Il contenuto di questa lettera mi ha portato inevitabilmente a ricordare la famosissima poesia che Rudyard Kipling  scrisse per il figlio tredicenne John, che pochi anni dopo si arruolerà nell'esercito inglese per combattere in Francia contro i Tedeschi e che non farà ritorno da quella tremenda guerra.






Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te la perdono
e te ne fanno colpa,
Se saprai avere fiducia in te stesso, quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio,
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
o essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
o essendo odiato, non dare spazio all'odio,
senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo;
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
e trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
distorte dai furfanti per abbindolare gli schiocchi;
o a guardare le cose per cui hai dato la vita, distrutte,
e a piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

Se saprai fare un sol mucchio di tutte le tue fortune,
e rischiarlo in un unico lancio a testa o croce.
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio,
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi,
nel servire il tuo scopo , quando sono da tempo sfiniti,
e a tenere duro quando in te non c'è più nulla,
se non la volontà che dice loro :"Tenete duro!".

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
o passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo,
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto,
dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra  e tutto ciò che è in essa
e, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio!


A volte capita che il rapporto tra padre e figlio sia "spigoloso" - troppi silenzi, troppi pregiudizi, troppo diffidenza reciproca - ma una volta superati questi ostacoli, può trasformarsi in un'esperienza meravigliosa. La cosa più importante è non rinunciare mai al dialogo.





Anche nel copioso epistolario di John Steinbeck, uno degli scrittori americani più noti del secolo scorso, premio Nobel per la letteratura, autore fra l'altro di Uomini e Topi e Furore, spunta una lettera che fa al caso nostro.
Quando nel 1958 il figlio Thom gli scrisse di essersi perdutamente innamorato di Susan ,una compagna al college, Steinbeck rispose con una lettera piena di tenerezza e saggezza sulla scoperta dell'amore.


Caro Thom
abbiamo ricevuto la tua lettera stamattina. Risponderò dal mio punto di vista e, ovviamente, Elaine dal suo. Primo, se sei innamorato, è una cosa bella, forse la migliore che possa capitarti. Non permettere che nessuno la sminuisca, o la renda meno importante. Secondo, ci sono molti tipi di amore. C'è quello egoistico, meschino, avaro, che usa l'amore per l'autoaffermazione. E' il tipo terribile e paralizzante. L'altro tipo è la manifestazione di tutto quanto di buono c'è in te: la gentilezza, la considerazione, il rispetto, non solo il rispetto sociale delle buone maniere, ma il rispetto in senso più alto, cioè il riconoscimento dell'altro come unico e prezioso. L'amore del primo tipo ti può rendere malato, piccolo e debole, ma quello del secondo  tipo ti può dare una forza, un coraggio ,  una bontà  e una saggezza che neanche pensavi di avere.

Dici che non è un'infatuazione da ragazzi. Se provi questo sentimento così profondamente, di sicuro non lo è. Ma non credo che tu stessi chiedendomi cosa provi. Tu lo sai meglio di chiunque altro. Tu vuoi un aiuto per capire cosa fare e io posso dirtelo.
Esulta, sii felice e grato.
L'oggetto d'amore è il migliore, il più bello. Cerca di esserne all'altezza.
Se ami qualcuno, non c'è niente di male a dirlo. Solo ricorda che alcune persone sono molto timide e a volte nel parlare bisogna tener conto di questa timidezza.
Le ragazze sanno e sentono quello che provi, ma di solito amano anche sentirselo dire. A volte succede che per qualche ragione ciò che tu senti non sia ricambiato, ma questo non rende quello che senti meno buono o prezioso.
Infine so quello che provi, perché lo provo anch'io e sono felice che possa provarlo anche tu. Saremo lieti di incontrare Susan. sarà la benvenuta. Ma sarà Elaine a organizzare tutto, perché è il suo territorio e ne sarà contenta. Anche lei conosce l'amore e forse potrà aiutarti più di me.
E non aver paura di perdere. Se è la cosa giusta, accadrà. La cosa più importante è non aver fretta. Le cose belle non scappano via.

Con amore

Pa

Quale adolescente innamorato non apprezzerebbe una tale dose di affetto paterno?































 

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