venerdì 3 giugno 2016

Le vetrine

Un po' di storia delle vetrine tratta da qui:http://www.italicnews.it/2011/12/16/in-vetrina-breve-storia-del-luogo-dove-gli-oggetti-si-fanno-desiderare/



Le vetrine sono un’invenzione della fine dell’Ottocento. Per fare lastre di vetro di grandi dimensioni non bastava più il fiato: c’era bisogno del soffio dell’aria compressa, un’invenzione, nel 1870, della francese Saint-Gobain. Sappiamo che la loro prima collocazione è avvenuta nei passages coperti parigini, luoghi costruiti sempre a fine Ottocento per consentire un passeggio al riparo dalla pioggia, dal traffico delle carrozze e delle prime auto.

Qui le merci per la prima volta — crinoline, corsetti, cappelli — sono state messe in mostra come se si trattasse di un acquario o come se fossero su un palcoscenico traslucido.





Quel che è meno noto è che contemporaneamente alle merci, negli stessi passages venivano messe in mostra le prostitute. Così la “fantasmagoria” delle merci, la stessa a cui oggi siamo abituati di fronte alle boutiques e negli shopping center, e che ci fa diventare tutti lèche-vitrines, “lecca vetrine” come dicono i francesi, ha alla sua origine un erotismo dichiarato.

Le merci, gli oggetti, qualunque cosa venga messa in vetrina si “anima” e prende un aspetto che non è quello di tutti i giorni. Si “fa desiderare” e il nostro desiderio di avere quello che appare dietro lo schermo trasparente fa sì che spesso non è l’acquisto, ma anche il solo passare davanti le vetrine a farci sentire vivi e normali.





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Per capire come siamo vicini ancora all’origine delle vetrine basta viaggiare un po’ e rendersi conto che a Pechino come a Varsavia, ad Hanoi come a Dubai, a Bombay o a Rio gli shopping center sono diventati il vero centro delle città, nuovi passages coperti, che rispondono alla stessa funzione di 150 anni fa, quella di sfuggire gli elementi climatici e l’impossibile traffico urbano (oggi sentito come 150 anni fa come nemico dei luoghi pubblici e della loro sensualità.



Fare bene una vetrina non è facile, infatti ci sono professionisti che svolgono questo lavoro seguendo regole estetiche e di mercato. Personalmente a volte sono più attratta da vetrine che suggeriscono, più che da quelle che mostrano perchè le prime è come se mi invitassero ad entrare nel negozio a scoprirne i segreti, mentre le seconde sono troppo palesi. Ma non è questo quello di cui voglio parlare; io voglio solo mostrarvi delle vetrine che, a mio parere, attirano lo sguardo e...i clienti! Non sono vetrine della moda, nè da centri commerciali, sono quelle dei negozietti di una volta, quelle che si trovano ancora in giro nei borghi meno trafficati e che hanno un fascino retrò che io apprezzo particolarmente.












































1 commento:

  1. Questo post è una gioia per gli occhi!!!!
    Le vetrine sono mondi a sè... io adoro quelle dei Passages parigini...proprio dove sono nate. Quando vado a Parigi ci dedico sempre una mezza giornata! Passage Verdeau è il mio preferito!
    Loredana

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