venerdì 6 marzo 2015

Una lettera molto, molto vecchia


Ho trovato qui:https://www.facebook.com/storie.di.altri.tempi?fref=nf

che a sua volta ha trovato qui:

https://amantidellastoria.wordpress.com/2015/02/15/lincredibile-lettera-di-un-soldato-romano-alla-famiglia/

questo articolo interessante, che copio pari pari per condividerlo.







L’INCREDIBILE LETTERA DI UN LEGIONARIO ROMANO ALLA FAMIGLIA


Nonostante siano passati quasi 2000 anni dalla sua scrittura , potrebbe sembrare in realtà che questa missiva sia stata scritta dai nostri nonni o papà durante i conflitti mondiali. Contenuta in un papiro, ritrovato 150 anni fa in Egitto a Tebtunis, è stata solo recentemente tradotta dal greco.


Pannonia – Rosso scuro

Uno studente dottorando dell’Università di Rice, Grant Adams, ne ha infatti svelato il contenuto e riportato in vita il messaggio, scritto dal soldato Aurelio Polione (Aurelius Polion). Egli si trovava di stanza in Pannonia, lontano da casa, e serviva la Legio II Auditrix. Sembra avesse qualche problema in famiglia e da come si evince nella sua lettera pare volesse richiedere un permesso per poter risolvere i propri problemi. (In parte la lettera risulta illeggibile, da come si può vedere nell’immagine sottostante al testo.)

(traduzione tratta dal sito: http://zweilawyer.com/2014/12/22/la-lettera-di-un-legionario-romano-alla-famiglia-iii-secolo/comment-page-1/#comment-273864)

Aurelius Polion, soldato della Legio II Auditrix, a suo fratello Heron, alla sorella Ploutou, alla madre Seinouphis la panettiera e signora (?), tanti cari saluti. Prego giorno e notte che voi godiate di buona salute, e omaggio sempre tutti gli dei da parte vostra. Io non smetto di scrivervi, ma voi non pensate mai a me. Ma io faccio la mia parte scrivendovi sempre e non smettendo mai di stare vicino a voi con la mente e con il cuore. Eppure non mi scrivete mai per dirmi della vostra salute e di come ve la cavate. Sono preoccupato per voi, perché sebbene riceviate spesso lettere da me, non avete mai risposto, così non posso sapere come voi …mentre ero in Pannonia vi ho spedito (delle lettere), ma mi avete trattato come un estraneo … sono partito … e voi siete felici che (?) … l’esercito. Io non ho … voi … per l’esercito, ma io … sono andato via da voi. Vi ho mandato sei lettere … proverò a ottenere un permesso dal comandante e verrò da te in modo che tu possa capire che sono tuo fratello… Ho chiesto (?) niente a voi per l’esercito, ma vi ho delusi perché sebbene vi abbia scritto, nessuno di voi (?) … ha considerazione. Sentite, vostro (?) vicino … sono tuo fratello. Anche voi, rispondetemi … scrivetemi. Chiunque di voi …, inviate il suo … a me. Salutate mio padre Aphrodisios e mio (?) zio (?) Atesios … sua figlia … suo marito e Orsinouphis e i figli della sorella di sua madre, Xenphon e Ouenophis conosciuto anche come Protas … gli Aureli

retro della lettera

ai figli e a Seinouphis la panettiera … da (?) Aurelius (?) Polion, della legione II Adiutrix … dalla (?) Pannonia Inferior (?) … Consegnata a Acutius(?) Leon(?), veterano della legione … da parte di Aurelius Polion, soldato della legione II Adiutrix, affinché la possa inviare a casa.

University of California / Berkley’s Bancroft Library

Da come si evince dal testo, la lettera fu consegnata ad un soldato veterano per essere portata a casa. Non sfugge lo stato di ansia di Aurelio; a quel tempo non esisteva internet né un modo veloce di viaggiare, dunque comunicare con un posto lontano migliaia di chilometri poteva richiedere settimane se non mesi. Si tratta di un mondo che per certi aspetti oggi ci è completamente sconosciuto ma che tuttavia conserva in sé gli stessi identici sentimenti. Non sapremo mai se il soldato sia riuscito ad arrivare a casa, abbracciare la sua famiglia e sistemare i suoi guai; non sono mai state ritrovate missive con un soldato Aurelius Polion come destinatario né probabilmente saranno mai ritrovate.

Quel che sorprende però è l’attualità delle parole di Aurelio e la sua fragilità. Con la sua testimonianza sembra davvero che la testa e il cuore degli uomini non siano cambiati di molto negli ultimi millenni.

P.S. il soldato scrive in greco e non in latino poichè la lingua più usata nelle province orientali era proprio il greco. Secondo Grant Adams il testo è pieno di errori grammaticali (un ulteriore elemento di difficoltà per la sua traduzione); Aurelio era probabilmente abituato a scrivere in latino per via del suo ruolo nell’esercito e questa caratteristica sarebbe ben visibile nella sintassi usata, in alcuni casi più simile a quella latina che a quella greca.

Articolo di Stefano Borroni

Note autore

L’articolo orginale originale è comparso sul sito:http://news.rice.edu/2014/03/14/rice-grad-student-deciphers-1800-year-old-letter-from-egyptian-soldier/,

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