lunedì 18 agosto 2014

La Madonna dei campi

In Italia e, immagino, in altri paesi europei, ci sono moltissimi santuari dovuti alla devozione di un popolo che, molto praticante o meno, ha sempre comunque avuto piacere di creare luoghi di devozione che diventano poi  destinazione di gite domenicali per tutta la famiglia o per gruppi di amici o parrocchiani.
Intorno a Bergamo, che è notoriamente una città molto clericale, ce ne sono diversi e di diversa importanza. Quello che a me piace sopra tutti è il santuario della Madonna dei campi, a Stezzano, un po' perchè è il più vicino e non si deve scarpinare troppo per raggiungerlo e un po' per un motivo affettivo, in quanto Stezzano è il paese di Giorgio.






Nel secolo XII nei campi ad ovest di Stezzano, a circa 2 km dal centro del paese, era stata edificata una edicola in onore della Madre di Dio. La maggior parte della popolazione era infatti dedita all’attività agricola e sovente, durante la giornata lavorativa vi sostava in preghiera. Nel secolo successivo, davanti a questa santella avvenne la prima apparizione: la Madonna con in braccio il Bambino Gesù apparve a una pia donna del paese. In seguito a questo prodigioso avvenimento la popolazione edificò la prima chiesetta  chiamata “Madonna dei Campi”.



La devozione e la pietà verso questo Santuario furono, sin dall'inizio, abbastanza vive. Lo testimoniano, oltre alla costruzione della chiesa, i numerosi dipinti di vari autori e i resti di un'antica strada campestre.

Il secolo XVI fu caratterizzato da una profonda crisi religiosa, i cui effetti si fecero sentire anche in Bergamo e provincia. Il concorso dei devoti alla chiesa si affievolì, e la sua posizione, piuttosto decentrata rispetto al centro abitato, contribuì certamente ad accentuarne l’abbandono.







Il 12 luglio 1586 la vergine apparve a due contadinelle, Bartolomea Bucanelli di 10 anni e Dorotea Battistoni di 11. I
ntente a pascolare le loro mucche nei prati circostanti, volendo entrare nel piccolo tempio per pregare, non lo poterono fare perché la porta era chiusa. Iniziarono allora le loro orazioni affacciate alle finestre, difese da grate, quando videro una nobile figura di Donna, vestita di nero e con un velo bianchissimo che le scendeva sulle spalle, e che leggeva un libretto tenuto fra le mani. Naturalmente le due bimbe ne fecero parola alle rispettive famiglie. Parecchie persone, in ore e in tempi diversi, poterono vedere la stessa stupenda Donna pregare, ora in ginocchio e ora a mezz'aria, per subito dileguarsi e poi ricomparire. 

Uno degli affreschi della chiesetta, raffigurante la Vergine con in braccio il Bambino Gesù, all'inizio dell'estate del 1586, cominciò a trasudare acqua. Il fenomeno si ripeteva con intervallo di due o tre giorni, ma con tale intensità da allagare il pavimento. 
Fu costruita una cisterna per raccogliere  l'acqua e l'usanza di bagnarsi con l'acqua del Santuario, iniziata in quei giorni, si prolungò poi nel tempo anche dopo che, dal novembre del 1586, la vena si fu prosciugata.
 Contemporaneamente al prodigio dell'acqua, ne avvenne un secondo, ancora più straordinario: l'apparizione della Madonna a più persone, che si erano recate nel Santuario, attirate dal fenomeno dell'acqua.

 Queste apparizioni della Madonna sono state interpretate da tutti coloro che scrissero intorno alle vicende del Santuario come il desiderio, da parte della Vergine, di risvegliare nella popolazione di Stezzano e dintorni la fede ormai sopita e di richiamare gli uomini ad una vita più spirituale e più di preghiera.

Anche l'abito scuro insolito per la Vergine, può essere visto come simbolo della sua tristezza per essere stata abbandonata, e nello stesso tempo come invito all'umiltà. Il terzo ed ultimo fatto prodigioso furono le guarigioni miracolose, che più contribuirono a richiamare l'attenzione. Non se ne conosce esattamente il numero ma si può presumere fossero molte.

L’allora vescovo di Bergamo ritenne opportuno appurare la verità; mandò a Stezzano il teologo della cattedrale, con il compito di prendere sommaria informazione dei fatti e di riferire poi quanto egli stesso avesse constatato. Il Vescovo esaminò gli atti e dettò in fine la sua sentenza, dichiarando soprannaturali i fatti avvenuti nella chiesa e miracolosa l’effige della Madonna col Bambino. 


























Questa immagine, un affresco di autore ignoto probabilmente del sec. XIV, rappresenta la Vergine seduta sopra un largo scranno in atto di sostenere il Bimbo. Tiene l'avambraccio sollevato, quasi inviti chi guarda alla confidenza ed all'amore del suo Bimbo. 
Con il passare degli anni,  la chiesa è stata ulteriormente ampliata e arricchita di opere pregevoli: dal primo antico affresco della Madonna col Bimbo, alle ultime decorazioni del 1982, il Santuario rappresenta una sorta di “Piccola pinacoteca”, dove il Previtali, il Cifrondi, il Cavagna, il Roncelli, il Moscheni ed altri ancora hanno lasciato impressa la loro testimonianza religiosa. Per non parlare della grande raccolta di ex voto e grazie ricevute.


Andrea Previtali

GianPaolo Cavagna
Carlo ceresa
Antonio Cifrondi
Giulio Quaglio

Francesco Polazzo
Marco Olmo
Giuseppe Roncelli
Antonio Moscheni

LuigiGalizzi

Luigi Monti
ex voto


Nel 1868 il Santuario fu arricchito dalla scultura lignea di Luigi Carrara che consiste in un gruppo a grandezza naturale rappresentante la Madonna in abito scuro, con il libro in mano e le due fanciulle ai suoi piedi. Il gruppo è denominato Nostra Signora della preghiera e questo avrebbe dovuto essere il nuovo nome del santuario. Ma il nome Madonna dei Campi è rimasto quello con cui i fedeli chiamano questo luogo.
Nel 1885-86 si verificò un nuovo fatto straordinario: il movimento degli occhi della statua lignea e l'accadere di parecchie grazie chieste dai fedeli. Questo guadagnò alla Madonna dei Campi la Corona d'oro da parte del capitolo vaticano.




Oggi il Santuario è arricchito da un porticato con le stazioni della via crucis , da una bella fontana, nonchè da una pregevole recinzione in ferro battuto che racchiude il santuario stesso, la casa parrocchiale e i prati dove i fedeli possono riposare dopo la messa.
Una curiosità è il fatto che la facciata che si presenta a chi entra dai cancelli, non è quella principale della chiesa, che si trova di fianco.














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