Ma perché il 2 Agosto è la festa degli uomini?
Dino Coltro nel suo "Parole perdute" dice:
– Il parlar figurato nella tradizione orale veneta” (Cierre Edizioni) dà una possibile interpretazione circa la nascita della tradizione, che pare appartenga soltanto al Triveneto e alla Lombardia, con epicentro nel Friuli, precisamente a Monteprato (frazione di Nimis, in provincia di Udine), dove la festa degli uomini ha assunto un carattere decisamente goliardico, attirando peraltro migliaia di spettatori.
Coltro richiama la nascita della festa all’ultimo periodo della Serenissima, “quando soldati e ufficiali francesi – scrive – portavano calzoni attillatissimi che lasciavano intravedere le parti virili. Pare che una ordinanza abbia obbligato i militari a sistemare “les deux a gauche” per motivi estetici e di decenza”.
“Do de agosto” quindi non sarebbe altro che l’imitazione, fatta dai veneti, della pronuncia del francese “le deux a gauche”. Ora, perché da una frase francese che assomiglia a una frase in dialetto veneto, sia nata addirittura una festa, non è chiarissimo. Lo stesso Dino Coltro aggiunge: “O, forse, la leggenda vuole rendere più accettabile la frase i do de agosto, frase popolarissima per definire i genitali maschili e che probabilmente deriva da una interpretazione del simbolo calendariale du oto”.

(http://albtex.wordpress.com/2012/07/25/due-agosto-festa-dei-gioielli/#)

Una teoria diversa è la seguente:

Dalle parti di Torino si usa dire 'le due (palle) di Augusto'. Poiché l'Augusto cui si fa riferimento è Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, primo imperatore romano vissuto a cavallo dell'anno 0, si conclude che la festa sia in qualche modo collegata all'Impero Romano.
I Romani, più degli altri popoli mediterranei, avevano in effetti una sorta di venerazione per i genitali maschili.






Nel mondo greco classico, durante le “Falloforie” in onore di Priapo e Dioniso, si portavano in corteo grossi falli di legno a scopo propiziatorio accompagnando il corteo con canti tipici. A Roma, per celebrare l’inizio della Primavera, si tenevano i “Liberalia”, dove i ragazzi che compivano 16 anni indossavano per la prima volta la toga virile, riservata ai cittadini romani maschi. Dopo di che si formava una processione, preceduta da un fallo, ben visibile, posto in cima a una pertica per inneggiare alla natura che si riproduceva e prometteva un buon raccolto.




Come si dice sopra, fin dagli anni settanta a Nimis questa ricorrenza si festeggia alla grande. Il simbolo scelto è decisamente esplicito: una gigantesca statua di legno rappresentante i genitali maschili viene portata in sfilata e, se toccata dalle donne, porta fortuna e fertilità. La festa è ormai internazionale: parecchi gli ospiti che arrivano anche dalle vicine Austria e Slovenia.
 Migliaia di uomini e donne, giovani e meno giovani, salgono verso Monteprato per assistere al tradizionale appuntamento, attirati dalla goliardia dell’evento.


Ritornando a la Festa di Omègn, essa è da intendersi come un vera e propria celebrazione della fertilità e virilità tipica delle società arcaiche riconducibile al ruolo dell’uomo come elemento fecondatore.
Infatti era uso delle genti Orobiche, in occasione di questa ricorrenza, passare la serata in compagnia all’osteria lasciandosi andare a momenti scherzosi e goliardici.
Gli uomini indossavano spesso due pon pon rossi legati al collo e ai tori in quel giorno, veniva data doppia razione di fieno. 





Una volta a casa si usava fare una “particolare sorpresa” alle rispettive consorti! Con una scusa si chiedeva alla moglie se poteva dargli una mano a togliere i pantaloni e sorpresa! Il membro e i testicoli venivano infiocchettati con un nastrino rosso con fiocco come un regalo, con i conseguenti risvolti notturni vietati ai minori.

Questa tradizione “profana” è molto ben lontana dai canoni e le volgarità a cui la televisione ci ha abituato, è bensì un antico rito di fecondità e virilità, necessario al proseguo della stirpe, il procreare viene concepito come un atto importante e sacrale da celebrare in modo sereno e festoso, perché i figli sono il vero bene prezioso che abbiamo.


E allora: AUGURI a tutti i nostri amici maschietti!