domenica 13 maggio 2018

Enantiosemìa

Non ci avevo mai fatto caso prima di incappare in un articolo che ne parla. E' una curiosità che mi piace condividere perchè questo è il genere di cose che mi intriga!




Sembra che il termine enantiósema  (dal greco enantíos, "contrario", e sema, "segno")    sia stato introdotto dal teologo e orientalista inglese Edward Pocock (1604-1691) per indicare parole di significato opposto rintracciate in diverse lingue da lui studiate (ebraico, aramaico e arabo).

Da: https://www.helloworld.it/cultura/enantiosemia-parola-opposto

Il linguaggio spesso è ambiguo: nel nostro dizionario esistono infatti parole il cui significato è ampio, e possono arrivare a indicare una cosa e allo stesso tempo il suo contrario. Quando questo avviene, si tratta di un fenomeno linguistico chiamato enantiosemia. Vediamo di che cosa si tratta.





L’enantiosemia  è una forma di polisemia—ovvero quella situazione in cui una parola ha più interpretazioni. Avviene quando alcuni dei significati estensivi entrano in contrasto. Per fare un semplice esempio, il verbo cacciare può essere sinonimo sia di “allontanare” che di “inseguire“.
Lo stesso discorso vale per il verbo tirare, che può essere utilizzato per indicare l’atto di attirare a sé qualcosa, o di scagliarla lontano. E ce ne sono molte altre, come affittare: al contempo prendere in affitto, e dare in affitto.




Per quale motivo questo avviene?
Come può il linguaggio, comunemente utilizzato per cercare di creare un piano di comunicazione univoco fra le persone, essere così confusionario?
La Treccani spiega che:
Questa condizione semantica ha assunto un significato opposto a quello etimologico nel suo svolgimento storico.

Il punto, ovviamente, è che nonostante siamo abituati a considerare le parole come dei significanti che ricalchino la realtà, la loro natura è comunque astratta: è la relazione fra di loro che crea la comunicazione. In questo senso, anche nei casi più paradossali di enantiosemia, il senso logico di un ragionamento non viene intaccato dall’ambiguità di un sostantivo o di un verbo.

Questo fenomeno, ovviamente, si presenta anche in altre lingue. Una tendenza così diffusa da presentare un campo di ricerca interessante per gli accademici che si occupano di linguaggio. A destare curiosità, infatti, non è tanto l’effetto che queste parole hanno sul significato di una frase, ma la tendenza degli esseri umani a creare vocaboli che indicano allo stesso tempo due situazioni inconciliabili.

Ecco alcuni esempi di enantiosemia:

-feriale può significare sia festivo (come in periodo feriale, cioè delle ferie) sia lavorativo (come in giorni feriali, cioè "giorni di lavoro")
-avanti può significare sia prima (come in avantieri o il giorno avanti) sia poi (come in d'ora in avanti)
-storia può significare sia racconto veridico sia racconto menzognero
-ospite può significare sia chi ospita qualcuno in casa propria (ovvero "l'ospitante") sia chi è ospitato da qualcuno (ovvero "l'ospitato")
-alto può significare sia elevato (come in alta montagna) sia profondo (come in alto mare)
-sbarrare può significare sia aprire (come in sbarrare gli occhi) sia chiudere (come in sbarrare la porta)
-spolverare può significare sia toglier la polvere (come in spolverare un mobile) sia mettere la polvere (come in spolverare un dolce di zucchero)
-tirare può significare sia lanciare via (come in tirare un sasso) sia attrarre a sé (come in tirare a sé il tavolo)
-affittare può significare sia dare in affitto sia prendere in affitto
-laico può significare sia religioso non consacrato sia non religioso
-pauroso può significare sia che ha paura (come in è una persona paurosa) sia che incute paura (come in è una storia paurosa)
-curioso può significare sia persona che suscita curiosità sia persona che prova curiosità
-fuggire da può significare sia andare presso (come in fuggì dai suoi genitori) sia allontanarsi da (come in fuggì dai suoi carcerieri)
-cacciare può significare sia allontanare (come in cacciare il nemico invasore) sia inseguire (come in cacciare la selvaggina) sia, infine, ficcare (come in cacciarsi le mani in tasca).
-bandire può significare sia sancire, stabilire che vietare.
-sanzionare può significare sia approvare che punire. 

-confessare sia per il prete che ascolta i peccati del fedele, che per il fedele che confessa i suoi misfatti.









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