domenica 24 settembre 2017

L'alloro




Nella mitologia greco-romana l'alloro era una pianta sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei Giochi Pitica o Delfici e costituiva il massimo onore per un poeta che diveniva un poeta laureato. Da qui l'accezione figurativa di simbolo della vittoria, della fama, del trionfo e dell'onore.




I Greci pensavano che le sue foglie avessero il potere di trasmettere il dono della divinazione, di allontanare la malasorte e le malattie contagiose. A Delfi, sede dell'oracolo di Apollo, i sacerdoti del dio e la pizia masticavano o bruciavano foglie di Alloro per stabilire la comunicazione con gli Dei e dormivano su "materassi" fatti di strati dei suoi fuscelli, per favorire i sogni premonitori.
Anche a Roma era considerato il segno del trionfo, tanto che i generali vittoriosi ne indossavano una corona fatta con le sue fronde, quando venivano festeggiati sul Campidoglio. Si narra, infatti, che fu Giove stesso a donarla a Cesare per celebrare le vittorie dell'imperatore.



Secondo il mito, la pianta di alloro fece la propria comparsa sulla terra a causa del folle amore non corrisposto del dio greco Apollo verso la bellissima ninfa Dafne, figlia del dio fluviale Ladone e della Terra. Il nome Dafne significa “lauro”, ovvero alloro, e costei fu il primo amore del dio Apollo. Tutto ha inizio quando Apollo, dopo aver sconfitto il serpente Pitone, si fece vanto delle sua prodezza al dio dell’amore Cupido, schernendo quest’ultimo sull’inutilità delle sue armi costituite da arco e frecce per una divinità non combattente, quale invece era lui, il dio del sole. Così per vendicarsi dell’offesa subita, Cupido con una delle sue frecce d’oro usate per far sbocciare l’amore, fece innamorare Apollo di una fanciulla a caso sulla terra, Dafne, la quale fu invece colpita da una seconda freccia, di piombo, che cancellava e rifiutava l’amore di chiunque. Apollo ardente d’amore e di passione per Dafne, le si dichiarò ricevendo come risposta un rifiuto culminato in una folle fuga per allontanarsi da lui, che la rincorse disperato fino a quando lei, ormai stremata, implorò il padre di trasformare il suo corpo amato dagli uomini, in un’altra cosa. Il padre addolorato per la figlia, esaudì il suo desiderio tramutandole la pelle in una scorza sottile, i capelli in foglie, le braccia in rami, i piedi in radici e il volto nella cima di un lauro, ovvero in una bellissima pianta di alloro. Apollo riconobbe nella pianta la sua amata Dafne e così decise di renderla una sempreverde e di considerarla a lui sacra, la sua pianta preferita che diverrà simbolo di gloria da porre sul capo dei migliori uomini, come poeti, eroi e vincitori, per incoronarli delle loro imprese e trionfi. Usanza che si è mantenuta in gran parte anche ai giorni nostri.
Considerata così la pianta della metamorfosi e dell’illuminazione, l’alloro divenne il simbolo della sapienza divina. Si pensava inoltre, che il suo profumo tipico potesse portare la mente umana ad elevarsi, risvegliando l’ispirazione e sollecitando la creatività.

(http://silviadgdesign.altervista.org/blog/la-storia-delle-piante-e-dei-fiori-tra-miti-e-leggende/)






Sono molte le proprietà terapeutiche che vengono riconosciute a questa pianta: in particolare svolge un’azione astringente e antisettica.
E’ anche un efficace antiossidante e considerato perfino anticancro.
Viste queste proprietà, è facile intuire che le applicazioni di questa pianta in erboristeria e medicina naturale siano svariate.
Con l'oleolito di alloro si prepara il sapone di Aleppo, tipico della Siria e più precisamente della città di Aleppo, da cui prende il nome, particolarmente adatto alle pelli delicate e a chi soffre di allergie e intolleranze ai profumi ed altri additivi, comunemente presenti nei detergenti per l’igiene personale.



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