martedì 5 aprile 2016

Pasqua sulle isole





Quest'anno per le feste pasquali abbiamo voluto andare a vedere una delle meraviglie della nostra penisola: Ischia, l'isola verde.
Ischia è un'isola di origini vulcaniche e fu dai Latini chiamata Pithecusa, nome che la tradizione fa derivare dal Greco “pithos” (vaso), cioè l'Isola dei vasai.
 Altra interpretazione, del tutto fantasiosa, collega il nome a “pithekos” (scimmia).Il mito, di origine greca, racconta infatti che due briganti  Cercopi di Efeso, facendosi beffe di Zeus, furono da questo puniti, trasformati in scimmie e relegati nelle isole di Aenaria (Ischia) e Prochyta (Procida).
Un altro mito greco, contrastante con il precedente, dice che Zeus stesse combattendo con due Titani, uno chiamato Tifeo e l'altro Mimante. Lo scontro finì con la sconfitta dei due Titani, che, per punizione, vennero sepolti sotto due blocchi di roccia: precisamente, Tifeo sotto Ischia e Mimante sotto Procida.
 Questa versione del mito potrebbe essere importante in quanto probabile risposta degli antichi greci al mistero (per loro) del vulcanismo dell'intera area: le terre sarebbero state così mutabili a causa del costante intervento di una divinità.
 È stato proposto che il nome descriva una caratteristica dell'Isola, ricca di pinete. “Pitueois” (ricco di pini), “pituis” (pigna), “pissa, pitta” (resina) appaiono termini descrittivi dai quali potrebbe derivare Pithecusa, che significherebbe dunque “isola della resina”, una importante sostanza usata, tra l'altro, per rendere impermeabili i vasi vinari (Strabone, Geografia, V,1,12). L'espressione “insula visca”, con l'aggettivo greco “(v)ixos” (appiccicoso) e la consueta caduta della “v” iniziale, fornisce una probabile origine del moderno “Isola d'Ischia”. 

Che dire? 
Le acque termali dell'Isola d'Ischia sono ben conosciute ed utilizzate fin dall'antichità. La sua natura vulcanica rende Ischia uno dei maggiori centri termali d'Europa.L'isola è bellissima: l'abbiamo visitata tutta sia via terra, che via mare, con una barca che ne faceva la circumnavigazione. Tutti e sei i comuni di Ischia hanno qualche cosa di interessante da mostrare. Peccato che si fosse ai primissimi giorni della stagione e che i giardini non fossero ancora aperti. Avrei visitato volentieri la Mortella, ma non è stato possibile. L'acqua è trasparente, limpidissima, ovunque alberi di aranci e limoni e piante a profusione. Ci sono bellissime ville, dei tempi in cui Angelo Rizzoli ne aveva fatto un luogo per vip. Purtroppo molte hanno l'aria abbandonata e mostrano i segni del tempo, come vecchie signore che hanno deciso di trascurarsi. Verrebbe voglia di entrare nei giardini e di esplorarle da cima a fondo, ma i cancelli sono chiusi e non si può entrare. Chissà se in piena stagione hanno un'aria più vivace? Chissà se qualcuno viene a villeggiare? In questo paradiso, dovrebbe essere una delizia!

















Un giorno abbiamo preso il traghetto per Capri, la più bella, la più famosa. Meritatamente! Capri è davvero magica e non c'è da stupirsi che quotidianamente migliaia di visitatori la raggiungano.
Il nome deriverebbe dal greco kàpros, ossia cinghiale, collegato al latino capreae, capre (in antichità l'isola era nota come Caprae, in greco Κάπραι).
L'isola è, a differenza delle vicine Ischia e Procida, di origine carsica. Inizialmente era unita alla Penisola Sorrentina, salvo essere successivamente sommersa in parte dal mare e separata quindi dalla terraferma.
I Greci la colonizzarono e divenne un possedimento di Napoli, poi l'imperatore Augusto, in visita nell'isola, vide fiorire un ramo secco e fece di tutto per ottenerla da Napoli in cambio di Ischia. Anche l'imperatore Tiberio se ne innamorò e ne fece il suo rifugio costruendovi più ville, forse dodici, secondo gli autori latini; in realtà, a testimonianza della sua presenza, resta oggi la sua villa lussuosa dedicata a Giove, un delizioso esilio volontario, da cui continuava a governare l'impero.
Alla fine dell'impero Capri non fu immune dall'invasione di Vandali, e neppure più tardi da quella dei Saraceni che spinse gli abitanti, come accadde anche in altre città d'Italia, a rifugiarsi nel punto più alto del'isola tra la cittadella murata e il Castiglione, in un posto impenetrabile, difficilmente raggiungibile e con un'ottima vista sul mare, per individuare i nemici in arrivo.
L'isola passò poi sotto la dominazione Longobarda ed in seguito Normanna, finché con gli Angioini, che fondarono la grandiosa certosa di San Giacomo, non tornò all'antico splendore.
Anche qui abbiamo fatto un giro visitando i punti principali dell'isola: Anacapri, con villa San Michele, da cui si gode una vista mozzafiato sul mare, la casa rossa con tutti i suoi stili architettonici e la chiesa sconsacrata in cui si può ammirare uno splendido pavimento in ceramica che rappresenta il Paradiso Terrestre, dove si trova, naturalmente, anche Capri; Capri vera e propria con la celebre piazzetta ( dove ad una bancarella si può bere una granita al limone con spremuta d'arancia da oscar delle bibite), l'hotel Quisisana ( dove hanno soggiornato i miei genitori in viaggio di nozze e quindi dove è stato piantato il seme da cui provengo io), e i negozi di grandi firme con abiti e gioielli inavvicinabili, ma guardabilissimi.
Non abbiamo fatto in tempo a visitare i giardini di Tiberio perchè abbiamo preferito fare il giro dell'isola con la barca: ne valeva la pena!! La grotta dei coralli, la grotta bianca, la grotta verde, i faraglioni, le ville sulla scogliera, a picco sull'acqua: indimenticabili.
















La macchina fotografica mi ha abbandonato verso la fine della gita, ma queste immagini si possono trovare a migliaia nel web e in foto anche molto più belle delle mie. Nelle mie c'è quasi sempre della gente che non conosco e che non c'entra, ma la folla era talmente tanta, che non potevo evitare di cogliere qualche intruso.

In conclusione una bella vacanza, dove ho potuto ammirare panorami stupendi e inorgoglirmi una volta di più del patrimonio naturale e artistico che solo noi abbiamo. Che bello essere italiani e vivere in mezzo alla bellezza! Unica pecca: da quelle parti sembra che non viga l'obbligo, per i padroni dei cani, di raccogliere le loro cacche e quindi le passeggiate sono ad alto rischi incontri ravvicinati del tutto indesiderati; se guardi in alto per ammirare il cielo, non vedi quello che rimane sulla strada.....

Nessun commento:

Posta un commento