martedì 6 novembre 2012

L'amico immaginario

 
 
di Matthew Dicks, edito da Giunti Editore


Ecco un altro libro che mi sento di consigliare perchè mi è piaciuto davvero molto. Dopo che avevo letto, tempo fa, "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte", ritrovo qui la problematica dei bimbi autistici, vista nel quotidiano reale e raccontata con una sensibilità straordinaria.
L'autore, Matthew Dicks, è un maestro di scuola elementare e la sua esperienza gli dà modo di sapere esattamente cosa pensa un bambino e perchè si comporta in un dato modo. E di far capire a noi tante cose, con una leggerezza narrativa davvero fuori dal comune.


Dal risvolto di copertina:

Per Max vivere è una faccenda piuttosto complicata: va in tilt se deve scegliere tra due colori, non sopporta il minimo cambio di programma, detesta essere toccato, persino da sua madre che vorrebbe abbracciarlo molto di più. Del resto ha nove anni ed è un bambino autistico. Per fortuna c’è Budo, il suo invisibile e meraviglioso amico immaginario che non lo abbandona mai e da molto vicino ci racconta la sua storia. Finché un giorno accade qualcosa di terribile: Budo vede Max uscire nel cortile della scuola e sparire nell’auto della signora Patterson, la maestra di sostegno. Lo chiama, gli intima di fermarsi, lo rincorre, ma è tutto inutile. L’auto sfreccia via e per la prima volta Budo è solo. Da quel momento, di Max non si hanno più notizie. E quando a scuola arriva la polizia per interrogare gli insegnanti, Budo è l’unico a sapere con certezza che la signora Patterson non sta dicendo la verità. Ma nessuno al mondo può sentire le sue parole, nessuno, tranne il suo amico scomparso... Dov’è finito Max? Che cosa può fare Budo per risolvere un mistero più grande di lui e riaverlo con sé? Mentre la tensione sale, la voce incantata e potentissima di Budo rapisce il lettore fino alla fine, travolgendolo di commozione e poesia. Un romanzo indimenticabile.

Finalmente dopo gli ultimi libri letti e subito riportati al libraccio perchè non mi avevano dato niente, eccone uno che terrò nello scaffale: la storia è molto originale, piena di poesia e di fantasia. La tematica che pone, poi, al di là dell'autismo che in effetti non ha parte preponderante, è quella del dilemma di Budo: aiutare Max a crescere e a liberarsi della necessità di un amico immaginario porterà lo stesso amico alla sparizione. Vincerà il desiderio di autoconservazione, oppure l'affetto per il bambino?




 

1 commento:

  1. Io ce l'avevo un'amica immaginaria da piccola: si chiamava Silvana. L'ho "abbandonata" che avrò avuto sui 7 anni, quando ho conosciuto la mia amica in carne ed ossa , Liliana.

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