martedì 11 febbraio 2014

La via della seta

Basta il nome a creare un'intensa suggestione : paesi lontani e sconosciuti, percorsi accidentati e insidiosi, profumi intensi e misteriosi ...
 Da Oriente a Occidente, una ragnatela sottile che univa Pechino al Mar Mediterraneo, un canale di transito di idee e culture, fatto di itinerari terrestri, fluviali, marittimi, lungo i quali si erano sviluppati nell'antichità i commerci tra l'impero cinese e quello romano.

Perché questo nome?

Il nome apparve per la prima volta nella prefazione di un libro scritto dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen nel 1877. Fu proprio la seta, il prezioso e costosissimo tessuto dall'origine avvolta nel mistero, a permettere la fioritura di scambi commerciali di profumi, spezie, oro, pelli , metalli, porcellane e medicinali. E insieme alle merci, lungo gli stessi percorsi, viaggiavano grandi idee e religioni.




Questi scambi commerciali e culturali furono determinanti per lo sviluppo e il fiorire delle antiche civiltà dell'Egitto, della Cina, dell'India e di Roma, ma furono di grande importanza anche nel gettare le basi del mondo moderno.


I Romani  chiamavano la seta "serica", perché fabbricata dal lontano popolo dei Seri, come venivano chiamati a Roma i cinesi. Secondo alcune fonti sarebbe stato addirittura Cesare, di ritorno dall'Anatolia, a portare alcune bandiere ,catturate al nemico, fatte con una sfavillante e morbida tela che suscitò uno straordinario interesse.
Secondo Plinio sarebbe stato tessuta con un sottilissimo filo tratto da una peluria di certi ignoti alberi, da lui definita "lana delle foreste". In breve divenne il più ambito status symbol della nobiltà romana che ne faceva sfoggio in ogni occasione mondana, ma nulla si sapeva dell'esistenza dei bachi e della lavorazione per tesserla.
 

  D'altra parte in Cina il segreto di quel prodotto era fondamentale nei rapporti commerciali con l'Occidente per cui veniva custodito con la massima cura e una legge severissima ne vietava l'esportazione.
Si racconta che solo intorno al 420 d.C. la figlia di un Imperatore concessa in sposa al principe di Khotan, per assecondare i desideri del marito e a rischio della propria vita, sia riuscita a contrabbandare le uova dei bachi da seta e i semi di gelso, nascondendoli nel proprio copricapo, consegnando così all'Occidente una tradizione antica e preziosa.



La via della seta con i suoi percorsi intricati e impervi e le grandi escursioni termiche fra le depressioni desertiche infuocate e gli aspri passi del Pamir metteva a dura prova gli uomini e gli animali che la percorrevano, senza contare che spesso le carovane venivano assalite e depredate  da bellicose popolazioni nomadi.




Solo quando nel corso dei secoli furono individuate vie di mare più veloci e sicure per raggiungere l'Oriente, la "via della seta" iniziò il suo declino, ma non ha mai perso il suo fascino, perché ancora oggi, sia pure con mezzi e attrezzature moderne, gli amanti dei viaggi esotici non rinunciano a percorrerla.



 
 




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